La Giustizia qui e altrove

La Giustizia qui e altrove La Giustizia qui e altrove . a r o i e à i o i i a l o o a e es e ri a, mfa, ina uei i. ea, ti bi a ). io¬ stante tutto, essa è ancora la pietra di paragone per moltissimi, la « prima società socialista ». Mentre non esistono da noi reati di pura opinione, e di pochi giorni fa la condanna di Vladimir Bukovskij, pronunciata da un tribunale di Mosca per «attività antisovietica»: due anni di carcere, più cinque di Lager a regime duro e ancora cinque di conlino. Dal processo erano esclusi i cronisli stranieri. 11 fisico Andrej Sacharov, autore di appelli per Bukovskij, è stalo fermato sulla soglia del tribunale dalla polizia. Il giovane condannato ora già stalo recluso due volte in manicomio (sempre più numerosi ormai sono gli intellettuali russi giudicali pazzi perché dissenzienti) e dal 'i)7 al '70 era stato carcerato perché solidale con Siniavskij e Daniel. «Questa società è malata di paura», ha detto Bukovskij ai giudici. Si tratta di reati « di puro pensiero »: opinioni stampate o ciclostilalo con mezzi di fortuna, perché nessuna letteratura critica è tollerata. I processi contro i giovani scritturi «del sottosuolo» si moltiplicano senza tregua: Siniavskij, Daniel, Bukovskij, Amalrik, Galanskov, Ginzberg, Dobrovolslìij, Vera Laskova, Pavcl LitvinoV e cosi avanti, in una repressione abnorme per il nostro costume, eppure mite al confronto con le leggi marziali dello stalinismo.. (Un giorno, durante un ricevimento nel Salone di San Giorgio al Cremlino, ci fu dato assistere a una tranquilla discussione Ira Kruscev o Mikojan: so i reclusi noi Lager staliniani, in un certo anno, fossero sei oppure otto milioni). Gli attuali processi all'inteUigencija, che dovrebbero porre uh riparo al decadimento dell'ideologia come fede secolare militante, non sono che l'ultima repressione condotta in un orfanotrofio intellettuale. Gli ascendenti delle vittime d'oggi ebbero sorli di gran lunga peggiori: Gumilev fucilalo, Esenin e Majakovskij suicidi, Babel e Mandelstam scomparsi nei Lager, Gorkij morto non si sa come (furono date sette versioni su quella morte), Fadéev suicida nel '56, Pasternak morto dopo un penoso « esilio in patria ». E oggi, fra la generazione di mezzo, Soizenicyn è isolato e oppresso da una censura totale, pur essendo il massimo scrittore vivente in lingua russa. L'amministrazione correzionale s'estendo alle nuove leve di scienziati, che devono difendersi ogni giorno contro la dottrina della «parliticità » del sapere. E' ben noto come il biologo Zorés Medvodev fu recluso nel manicomio di Kaluga, perché difendeva la genetica moderna contro i dogmi ideologici di Stalin e Lysenko. Le radici di tale neo-oscurantismo sono puro ben note. Plechanov, il fondatore della scuola marxista russa, già maestro di Lenin, aveva previsto che se il potere fosse stato preso con la forza dai bolscevichi essi avrebbero dovuto praticare il dispotismo, poiché « non si saltano i gradini della storia »: e ne sarebbe nato un socialismo « da impero degli fncas ». Ma il disordine d'una società occidentale, o la sua violenza episodica, non ò rivoluzione: e il dovuto rispetto alla legge non ò repressione. Un russo che venisse a osservare quanto accade da noi direbbe che stiamo cercando « il latte degli uccelli », ossia l'assurdo. In quel moderno roman philosopiiique che è «11 pianola di Mr. Sammler », Saul Bellow osserva come troppi so listi e solisticati dell'Occi dente, già edotti d'un qual che senso della storia, si sian messi a fare gl'ingenui: non solo reclamano eguaglianza assoluta, diritti dei bambini, diritti dei pazzi, di ritti a non essere inibiti, ma accusano la società a nome della ragione e insieme del l'irrazionalità. « Quando cominciano a proclamare una generalo rottura di uova per farne un'enorme omelette storica, sanno veramente quel che stanno per provocare? ». Alberto Ronchcy mzpicsclltC3nmuc(cssc7uinssmpstqs La giustizia ò malata, Non podio nonno dei codici scmo in ritardo sull'evoluzione del modo di vita. Por i formalismi dolio procedure e l'insufficienza delle strutture, l'opera dei tribunali e lenta in maniera assurda: le pendenze civili in prima istanza erano 752 mila un anno fa e ora sono 834 mila, mentre una riduzione tiol lo pendenze penali s'è avuta solo in virtù della deprecala inclinazione alle amnistie. Nella società in tumultuosa espansione, i crimini aumentano dal 7,1 per cento (omicidi volontari) al 26,3 per cento ( rapine, estorsioni, sequestri di persona) in un solo anno. Infine troppi giudici fanno gran violenza al diritto, in nomo di personali ideologie rivoluzionarie o reazionarie (e coloro clic vorranno imputarci, per tale opinione, d'esser « moderali », conio chiamarli altrimenti che immoderati?). La crisi, che gli stessi magistrati denunciano in ogni nuovo anno giudiziario, è confermata dall' esperienza comune e da precise inchieste dei giornali, come quella condotta da Giorgio Fattori per La Stampa. Ma nessuna valutazione può essere astratta dal coni osi o dei fatti del mondo, né formulata in termini assoluti. Certo sarebbe futile assolvere i vizi del nostro sistema a nome elei maggiori vizi d'altri sistemi; o tuttavia, poiché ogni aspetto del vero è relativo, non si può ignorare che la nostra giustizia, ancorché in crisi, è pur sempre mollo civile a paragone con gli esempi d'altro società citate a quasi-modello universale. Nessuna disputa simile a questa, tanto per dirla seni plico, sarebbe concepibile nell'Urss, dove le statistiche giudiziarie sono segreto di Stato e la cronaca deve ignorare i l'atti criminali. Dinanzi iti delitti che suscitano vaste reazioni nel sentimento comune, oggi in llalia si ritorna a discutere anzitutto dei massimi reati e delle massime pone. Ma le periodiche invocazioni della pena di morte derivano solo da improvvise ondato emotive davanti ai crimini più gravi. E purtroppo accade che le moltitudini vengano talvolta provocate e fuorviate, per incomprensione psicologica, proprio da chi vorrebbe educarle. Di fronte a certi fatti, accade che alcuni criminologi e sociologi dicano che l'assassino non è un mostro, ma un malato da curare; bene, è da curare. Ma subito alcuni psichiatri argomentano che la pazzia non esiste; bene, la pazzia non esiste. Dunque la colpa è delle famiglie, dei maestri, della società: tutti peccatori, nessun peccatore? Ne seguo che la gente semplice, indignata o esasperala e impaurita, reagisce a ciò che reputa indulgenza chiedendo il taglione. E' l'esorcismo più facile, antico quanto il mondo. Ma della gente bisogna tener conto, come del linguaggio con il quale alla gente si parla. E nello stesso lempo, che accade altrove? Nell'Urss, già indicala quale modello di società nuova por l'uomo nuovo, la pena di morte si applica a tutto: non solo ai delitti di sangue; ma ai cosiddetti sabotaggi o complotti, e persino ai reati economici; e questi in buona parie sono poi connessi al mentalo nero, detto «mano sinistra», che è un elicilo della gestione economica statale. Tale drasticità delle pene, anche nel campo dell'economia pubblica, viene talvolta lodala fuori dall'Urss per chi non ne sa nulla, come esemplare coni io i malversatori: e invece e causa dei massimi arbitri d'ani orila, poiché nella pratica dell'amministrazione sovietica è difficile fare qualsiasi cosa, mandare avanti una fabbrica, o un sovchos, o un cantiere, senza ricorrere alla « mano sinistra » per assicurarsi tutte le forniture necessarie, onesti o disonesti che siano gli amministratori. Se volessimo estendere l'esame alla Cina o a Cuba, più remote e mitiche, i dati di quei sistemi legali sarebbero non meno deludenti (da mesi, non si sa ancora come sia morto Liti Piao). Ma si parla dell'Urss poiche a quanto sembra, nono¬ slamtàernmdpdqeDi Aaltgsmmlep'ipsdsrolpcs«pnAbsaasfdnnasssflfnp

Luoghi citati: Cina, Cuba, Mosca, Urss