Così era la casa d'Augusto

Così era la casa d'Augusto TESORI DISSEPOLTI, MA ANCORA VIETATI AL PUBBLICO Così era la casa d'Augusto Villa residenziale, reggia e tempio, celebrava le tradizioni romane con gli splendori dell'arte greca Roma, gennaio. Nel suo ululilo volume, L'Italia sconosciuta, tra ritrovamenti archeologici poto noli, Moscati descrive le nuove stanze della casa di Livia e il basamento ilei tempio d'Apollo sul Palatino. Onci tempio, ili .ni si ricercavano le fondarnem t da cent'anni, in consacrato nel 28 a. C; spiccava nel candore dei suoi mai ini, sul luto bruno e poroso delle costruzioni arcaiche piamente conservate; Properzio c Ovidio lo descrivono. Che vestigia di così allo valore siano « sconosciute » ai profani la strabiliare; ma laute: il ministero non passa clic quattro custodi alla zona del I-oro e del Palatino; sono in quattro a vigilare su l'area vastissima nella quale l'alluvione dei millenni ha lasciato relitti maestosi t a difendere dai vandali odierni quei linieri the hanno ispirato meditazioni agli storici e carmi ai poeti. \'. perciò il risultalo degli stavi coni piuti negli ultimi anni è tuttora e// limits: vietato l'accesso alla stanza decorata con festoni di pino til a i|iitlla delle maschere, nella tasa di Livia. Ho avuto la fortuna di poterle visitare. Tra ì restauratori Dal terreno affiorano frammenti di ogni clit: numerati, avvolti in plastica, vengono collocati su stallali, nelle pa- j tazzine larnesianc alte sul colle Palatino, the sono allibile a deposito, a-laboratorio, ma non ad esposizione. In una stanza gelida e invasa dall'odore degli acidi, una giovane toppia di restauratori è intenta a ricomporre da brìciole d'intonaco ali restiti smaglianti. Riemerge il disegno a cassettoni d'una volta a botte: luise. una galleria d'accesso al tempio. Nei riquadri, the lignruno investiti ila una luce la ler.ile. si allei nano rosette e tasti di frette: i dardi divini. Affiora da lembi di pittura Apollo, nel suo aspello pacifico di citaredo incoronato d'alloro, quale appare sulle mone¬ te, sull'ara di Cartagine, sulla base di Sorrento. Lo ritroviamo, atletico e scattante nell'alto di tontcnderc il tripode ad Uerakles, in una delle otto lustre di terracotta a colori, le sole ricomposte, da una quarantina e più che sono siale estratlc, dopo duemila anni, dal suolo: ligure squisite, poste di fronte a due a due, si slaccano a rilievo sul rollilo azzurro, eleganti e rigide nel loro arcaismo stilizzalo. E' lo stile del tempo di Au¬ gusto ed esprime i suoi intenti: attrarre al regime le classi tolte, innamorate, dell'arte e della letteratura greca e, con quel cemento spirituale, legate le forze sociali ed etniche nuove, borghesia italica, ceti produttivi delle province; lusingare, infine, i conservatori di Roma, con l'impianto scrupolosamente repubblicano del principato e con la riesumazione di temi mitici antichissimi, intrecciati alla religiosità nuova, a sfondo millenaristieo e uni¬ versale, che veniva dall'Orien- i le greco-asiatico. torse, queste lastre rivestivano un atrio, o la sala delle conferenze o la biblioteca annessa al tempio: locali dove si svolsero sedute del Senato, audizioni, cerimonie. Infatti il cuore ili Ruma con Augusto s'era trasferito dal Campidoglio al Palatino, e il vecchio Giove laziale incoronato di quercia recedeva di fronte ad Apollo, il dio radioso del mondo mediterraneo. Su quel colle Augusto pose la sua residenza. In tempi repubblicani, era stato punito ehi pretendeva abitare in posizione elevata: l'attico panoramico tradiva una pericolosa inclinazione ad emergere. Ma il priliceps bandiva dal regime forme e vocaboli attinenti alla regalità: la sua casa non si distingueva dalle altre se non per la corona di quercia appesa all'uscio, fiancheggiato da due piante d'alloro, modesto riconoscimento per chi aveva pacificato il mondo e lo governava. Il culto d'Apollo Ouell'abitazione borghese, però, sorgeva nella zona sacra alle origini remote dell'Urbe, accanto a vestigia arcaiche: la casa di Romolo; il Lupercal, grotta dove la lupa aveva allattato i gemelli; l'abituro di Evandro, the qui aveva ospitalo Enea. Probabilmente, la casa di Augusto comunicava con il tempio di Apollo: in quel dio, un attorto sfruttamento di spunti mitologici indicava il patrono della stirpe troiana, e, quindi, di Roma e della dinastia Julia. Ed ecco il nuovo Cesare confiscare a profitto di Roma le correnti di pensiero che si rifacevano al suo culto. Augusto fece di questo tempio il santuario ufficiale, e vi depositò quei libri sibiligli che, nelle ore difficili della nazione, uvrebbeio fornito responsi abilmente manipolati ancora per quattrocent'anni. L'inizio del nuovo secolo, che apriva un'era nuova, fu solennizzato quassù, in un giorno di giugno del 17 a.C. Davanti alla statua del dio, una processione di giovani cantò l'inno composto da Orazio per l'occasione, il « Carme Secolare.», the si apre con l'invocazione a Febo silvestre e ribadisce il tema della durata perenne di Roma e il primato della civiltà Ialina. Alla testa dei quindecemviri, il capo velaio, il volto impenetrabile, Augusto presiedeva al rito. Lidia Storoni j Roma. Casa d'Augusto: uno dei bassorilievi sinora ignoti, con Perseo e la Gorgona

Persone citate: Augusto Villa, Febo, Lidia Storoni, Moscati, Orien, Perseo, Ruma

Luoghi citati: Italia, Roma, Sorrento, Uerakles, Urbe