Forti sospetti su Alberti per il delitto Scaglione

Forti sospetti su Alberti per il delitto Scaglione L'inchiesta dei magistrati in Sicilia Forti sospetti su Alberti per il delitto Scaglione La mattina del 5 maggio il capo della « nuova mafia » (arrestato il 21 dicembre) sarebbe stato visto a Palermo dal gestore d'un bar, che fu poi sequestrato IMI luglio e fatto scomparire per sempre | (Dal nostro corrispondente) Palermo, 4 gennaio. 3 magistrati genovesi in | caricati dalla Cassazione di trovare i colpevoli deU'assassinio del Procuratore capo della Repubblica di Palermo Pietro Scaglione e del suo autista la guardia carceraria Antonino Lo Russo, sono tornati oggi a Palermo, per continuare l'inchiesta. Hanno avuto una lunga riu- I nione (durata oltre due ore) I con il consigliere istruttore I Giuseppe De Blasi, dal qua- le dipendono gli undici giù | dici istruttori del tribunale I palermitano. Quindi hanno I avuto un colloquio con il giudice Filippo Neri e con il sostituto Aldo Rizzo, che indagano sulla « nuova mafia ». C'è il segreto istruttorio. Tuttavia il dottor Grisolia ha detto: « Qualche novità c'è, ma non di rilievo ». La itdgmtcpammissione potrebbe prelu-1 ldere a una svolta — non si sa se decisiva — nell'istrutoria sul feroce crimine commesso in via dei Cipressi, a Palermo, alle 11 della mattina del cinque maggio scorso. I magistrati di Genova (il procuratore capo Francesco Coco e il consigliere istruttore Grisolia) si tratterranno a Palermo fino a domani pomeriggio, e nella mattinata avranno altri incontri negli uffici loro riservati a Palazzo di Giustizia e dove finora, nel corso delle indagini, hanno interrogato numerosissimi testimoni, scontrandosi però contro un invalicabile muro d'omertà e di diffidenza. Si ignora perché si sia svolta la riunione con il dr. De Blasi, ma forse bisogna sottolineare che il consigliere istruttore ha avocato a sé buona parte della indagine su Gerlando Alberti, l'uomo considerato il n. 1 della « anonima omicidi » della « nuova mafia ». Su Alberti ci sono moltissimi sospetti, anche per l'uccisione dell'alto magistrato palermitano e del suo autista. La mattina del 5 maggio, poco prima che a Scaglione venisse teso il fa- I tale agguato in via dei Ci-1 pressi, Alberti che era ricercato per la strage di viale j Lazio sarebbe stato visto a sarebbe I sscpstègscprlèLdPalermo. Il fatto stato riferito ai carabinieri | dal gestore di bar Vincenzo Guercio, di 33 anni, il quale 1*11 luglio scorso fu strato sotto casa e fatto scomparire per sempre. Alberti, arrestato il 21 dicembre nei pressi di Napoli, rimane dunque uno dei per sonaggi-chiave delle istrutto rie sui delitti della mafia che sono in corso a Palermo. Si prevede intanto che una tren tina dei 114 imputati di as I' 1 i sociazione per delinquere nei i « processone » antimafia sa ranno prosciolti. Se si tiene conto che almeno i due terzi di costoro (cioè una ven tina) è rimasta finora a pie- sta di prosciogliere questo gruppo sarà avanzata domat de libero, il conto degli ac- ; cusatiche riacquisteranno la | libertà, venendo scarcerati, j si restringe ad una « rosa » di 10-15 persone. A quanto sembra la prono- j tina dalla procura della Repubblica, assieme pero ad j un'ulteriore serie di richieste , che saranno formulate dal i sostituto Rizzo nello stesso \ documento. In particolare, | fra queste proposte vi sarà j quella di contestare a tutti gli imputati rimasti tali la circostanza aggravante della « scorreria in armi » una spe- cifica dell'art. 416 del codice penale, che rende obbligato- ria l'emissione dei mandati di cattura ed eleva la carce- razione preventiva dai 6 me- ! si dell'associazione per delin. quere pure se aggravata, tino a o anni. t difensori, almeno nella ]0ro gran parte, affermano cne sj tratta d'uno strata-I gemma per impedire l'au-I tomatica scarcerazione degli imputati per decorrenza dei termini, mentre la procura della Repubblica — che ha già fatto conoscere ufficialmente il proprio orientamento — sostiene che non mancano gli elementi probanti per cui la contestazione dei- l'aggravante si rende neces saria per legge. Alcuni difensori osservano che se tali circostanze fossero emerse in precedenza la contestazione sarebbe dovuta avvenire da tempo, cosa che invece non è accaduta. A loro sostegno questi legali invocano tra l'altro lo spirito delle norme sulla decorrenza della carcerazione preventiva durante l'istruttoria (che già in Italia è assai lunga, malgrado le recenti innovazioni) e invocano inoltre la giurisprudenza che si è consolidata sulla materia. La Cassazione ha più volte ribadito che non è possibile al solo fine di dilungare la durata della carcerazione preventiva contestare ad istruttoria inoltrata nuove aggravanti con emissione di altri mandati di cattura. a. r. i Pietro Scaglione

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