Qualcosa da fare, qualcuno da amare

Qualcosa da fare, qualcuno da amare Qualcosa da fare, qualcuno da amare Non si cerchi in questa cronaca il riepilogo degli eventi più notevoli dell'anno che finisce. Abbiamo sfogliato le pagine del 1971 e vi abbiamo trovato avvenimenti fausti e dolorosi, solenni e drammatici, astiose polemiche e realizzazioni importanti. Ci è sembrata cosa migliore non ricordarli. Perché ricordare? Il mondo et cambia sotto i piedi e il panorama ogni mattimi è diverso. Quello che ci ha emozionato undici o sei mesi fa, rievocato oggi può anche lasciare indifferenti. Tutti hanno il disco di una canzone che non ascoltano da anni, assolutamente dimentica, ma che « piaceva da morire » quando lo hanno comperato. Non rievochiamo gli episodi più belli, perché il tempo li ha sbiaditi. Accade nella vita dl tutti, anche in quella di una città. C'è anzi il rischio di deludere, ricordando una giornata che un anno fa parve felice. E meglio ancora è non rievocare gli episodi tristi, quelli più impressionanti della « cronaca nera ». Sono accaduti, li abbiamo registrati nel diario della città, li abbiamo chiusi. Non c'è ragione di farne un elenco, ora. C'è usanza in alcune regioni (e da qualche anno accade anche a Torino; di gettare, la mezzanotte del 31 dicembre, roba vecchia dalla finestra. L'usanza è biasimevole perché si rischia di ferire qualcuno in strada. Ma il significato in sé è buono: vuol dire sbarazzarsi di quello che è vecchio, invece dl coltivare il giardinetto stento dei ricordi, preoccupiamoci del giorno in cui si vive e dell'anno che nasce. Le cose più notevoli del '71 — belle o spiacevoli, anche le peggiori — non sono accadute invano. Tutte hanno insegnato qualcosa, hanno arricchito la nostra esperienza. Ma elencarle adesso ci sembra inutile, una curiosità e ntent'altro. Se dovessimo fare un elenco del giorni decisiti! dell'anno che finisce, dovremmo metterli tutti 365, perché ognuno dl quel giorni ci ha insegnato che l'importante è il presente, qualcosa da risolvere, qualcuno da amare.

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