Il sesto bivacco della cordata sulla vetta dell'Aiguille Noire

Il sesto bivacco della cordata sulla vetta dell'Aiguille Noire La "prima integrale,, del Monte Bianco t ———1 ~———- Il sesto bivacco della cordata sulla vetta dell'Aiguille Noire I due francesi e lo spagnolo sono a un terzo dell'ascensione Resta tutta la parte più diffìcile della cresta del Peutérey (Dal nostro corrispondente) Aosta, 28 dicembre. Sesta notte di bivacco a quota 3700 per la cordata franco-spagnola impegnata da giovedì pomeriggio nella «prima invernale» della cresta integrale del Peutérey, sul versante italiano del Monte Bianco. I tre alpinisti, il sacerdote Louis Audubert, Cesare Cosmos, entrambi di Tolosa, e Yves Manozzo di Barcellona, attenderanno l'alba sulla vetta dell'Aiguille Noire (3772 metri). La cordata è stata scorta dalla guida di Courmayeur Ruggero Pellin verso le quattordici di oggi sulla cima della guglia. « Ho visto uno scalatore con la giacca a vento rossa — ha detto la guida —: era in prossimità della Punta Bich. Poco dopo le nubi si sono abbassate e non ho più potuto seguirli ». Le condizioni meteorologiche sono progressivamente peggiorate durante la giornata. Sull'alta montagna la scorsa notte è nevicato. Questa sera le nubi si sono estese su tutta la valle d'Aosta. Si prevedono imminenti precipitazioni su tutto l'arco alpino. Nel collegamento radio effettuato dal capocordata Audubert con un giornalista di Chamonix, lo scalatore ha affermato che tutti sono in buone condizioni di salute ma che preferiscono attendere che il tempo migliori prima a u I di « buttarsi » nella discesa -1 della parete Nord della Noi re, temendo di essere sorpresi dalla bufera a metà percorso. « Rischieremmo di rimanere bloccati — hanno detto gli alpinisti — forse per parecchi giorni, senza riuscire a raggiungere il bivacco Craveri ». Fra i numerosi appassionati della montagna ed i villeggianti che seguono da alcuni giorni la scalata, vi è lo scrittore Kurt Diemberger, guida austriaca, che sulla complessa ascensione dell'integrale del Peutérey realizzò nel '58 un cortometraggio col quale vinse il Festival di Trento. Diemberger dice: « E' un'ascensione fantastica, che richiede qualità fisiche eccezionali e una cognizione dell'alpinismo perfetta. Otto chilometri di arrampicata, su creste, su e giù per torri e cime, non sono soltanto una scala- ta, ma una vera e propria spedizione alpinistica ». I tre alpinisti hanno incominciato l'ascensione giovedì: partiti dal rifugio della Noire (2316 metri), hanno superato in cinque giorni la Punta Welzenbach (3355 metri), poi la Brendel (3499 metri), infine la Bich (3753 metri). Davanti a loro hanno ancora due terzi dell'impresa: la discesa lungo lo strapiombo di cinquecento metri della Nord della Noire, la risalita della Bianche (4112 metri), che dovrà essere poi di nuovo ridiscesa sul versante opposto sino al Colle di Peutérey (3948 metri). Di qui l'attacco finale, la parte più difficile e pericolosa della scalata: il raggiungimento della vetta del Bianco (4810 metri) lungo la cresta del Pilier d'Angle, un costone di roccia di circa ottocento metri, compatta e ricoperta interamente di ghiaccio durissimo. L'unico bivacco della « via »: il Craveri (3490 metri), posto sulle pendici della Dames Anglaises Altri quattro alpinisti giapponesi hanno attaccato ieri il Pilastro Rosso del Brouillard, sul versante italiano del Bianco, a poca distanza dalla cresta del Peutérey. g. g.

Luoghi citati: Aosta, Barcellona, Courmayeur, Tolosa, Trento