La pubblicità sfreccia a 300 l'ora piatti, aperitivi, sigarette in F.1 di Michele Fenu
La pubblicità sfreccia a 300 l'ora piatti, aperitivi, sigarette in F.1 La pubblicità sfreccia a 300 l'ora piatti, aperitivi, sigarette in F.1 Grandi Premi, vetture e piloti sono diventati i migliori venditori di prodotti non legati all'automobilismo - Una tendenza positiva (ma non esageriamo troppo) - Gli esempi della BRM e della Lotus Questa mattina la Martini e Rossi presenta nei suol stabilimenti di Pesstone, presso Torino, il nuovo team che parteciperà al campionato del mondo di Formula 1 con vetture Tecno e piloti Nanni Galli e Derek Bell. Nel giorni scorsi sono stati annunciati altri abbinamenti pubblicitari fra Industria e sport del volante: le marche dì tabacco John Player and Sons e Philip Morris si sono accordate con la Lotus e la Brm. la ditta di piatti e ceramiche Pagnossln si è legata a Surtees e ad Andrea de Adamlch, la fabbrica di giocattoli Polltoys (100 mila pezzi al giorno) ha annunciato la nascita di una sua monoposto con gestione affidata alla scuderia di Frank Williams. Il fenomeno va assumendo aspetti macroscopici e non risparmia alcun settore dell'automobilismo sportivo. Una volta, le corse e le relative affermazioni avevano lo scopo di reclamizzare la marca o il modello. Dovevano dimo¬ strare che il test più esasperato, appunto quello della competizione, poteva essere superato con facilità. Le gare stesse avevano l'intento di diffondere l'auto e di stimolare lo sviluppo tecnico. Le vetture, Insomma, facevano pubblicità alle vetture. Oggi, le corse continuano sì a portare lustro al nome della marca (e questo è vero soprattutto nel settore dei rallles, più vicino alla produzione dt serie), ma intanto reclamizzano mille prodotti. E finché si tratta di accessori legati all'auto (pneumatici, benzine, additivi, candele, ammortizzatori, fari, freni, lubrificanti), il legame appare naturale. A prima vista sembrerebbe meno facile, invece, giustificare abbinamenti con industrie lontanissime da quelle automobilistiche, come quelle dei piatti, delle sigarette o del giocattoli. In realtà, questi accordi si spiegano facilmente quando si consideri che lo sport del vola/ite, malgrado certe campagne con¬ trarle che fanno leva sugli incìdenti più drammatici — come se, sulle strade, non ne accadessero, tutti i giorni, di ben più gravi — è sport in continua ascesa per le sue componenti di spettacolo, audacia e tecnica. Un cocktail brillante, moderno, giovanile, una bibita di successo, che giornali, riviste e tv seguono con interesse sempre maggiore. Sentite che cosa dice Giulio Pagnossln, 45 anni, sposato, due Agite, sponsor di Andrea de Adamieli: « Io fabbrico piatti e tazze In ceramica. Cercavo una formula pubblicitaria di per sé originale, che si Identificasse con la produzione della mia ditta. Quando Andrea mi ha parlato del suo programma, ho studiato bene gli aspetti positivi e negativi. Ho considerato che 1 Grandi Premi di Formula 1 si svolgono proprio nei paesi che mi interessano per l'esportazione dei miei prodotti. Se fossi ricorso ai soliti tipi di reclame del settore, sarei stato travolto da concorrenti più forti economicamente. Invece, l'accordo con una squadra di Formula 1 e un pilota come de Adamich, è un'operazione promozionale esclusiva nel campo delle ceramiche. Nessuno potrà fare di più ». La validità dell'automobilismo sporttvo come messaggero di pubblicità è ribadita da Ronald H. Thomson, presidente della Philip Morris Europe. Questi afferma: « Entrare nel mondo delle competizioni in Europa, è stata per noi quasi una necessità. Negli Stati Uniti propagandiamo la Marlboro con l'Immagine del cow-boy. Nel Vecchio Continente questa immagine rischia di essere meno efficace. Abbiamo pensato allora ai piloti, che sono uomini sicuri, coraggiosi, di forte personalità, proprio come 1 "pistoleros ". Essi e le loro vetture potevano essere i nostri migliori venditori ». Il discorso è chiaro. Non sappiamo se questa « intossicazione » psicologica potrà avere molta presa in Italia, visto che per paura di quella fisica la pubblicità alle sigarette è proibita. Vi confessiamo di attendere con curiosità il Gran Premio d'Italia, allorché scenderanno in pista le Brm e le Lotus « travestite » da scatole di sigarette, o quasi. Baffuti carabinieri imporranno l'alt in nome della salute del pubblico? Noi riteniamo che non ci sia da scandalizzarsi se le corse si uniscono così strettamente a prodotti che con esse non hanno nulla in comune. Ferrari è rimasto legato ad abbinamenti tradizionali (benzina Shell, gomme Ftrestone, proiettori Carello, aggiungendo una società dt cronometri elvetica, l'Heuer); dice serenamente: « Le mie macchine non fumano ». Fumano, però, i suol piloti, come Ickx e Regazzoni, che viaggiano con scritte reclamistiche persino sui caschi. La pubblicità, i finanziatori aiutano l'automoblllsmo sportivo, sono la migliore garanzia della sua vitalità ed importanza. Tuttavia, non vorremmo che si esagerasse con le « immagini promozionali ». Ecco, ci spiacerebbe dover scrivere un giorno che il Gran Premio Utensileria è stato vinto dalla Sigaretta Tirobene e che l'Aperitivo Bevimi è stato costretto al ritiro. Michele Fenu Non sono regali di Natale, ma prodotti pubblicizzati in Formula 1 (Foto Moisio)
Luoghi citati: Andrea De Adamlch, Europa, Italia, Stati Uniti, Torino, Vecchio Continente
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