Dalla vecchia Europa al "Palazzo di Vetro,, di Renzo Carnevali

Dalla vecchia Europa al "Palazzo di Vetro,, I PERSONAGGI Dalla vecchia Europa al "Palazzo di Vetro,, Ora Kurt Waldheim non si duole più d'aver perduto il confronto con Franz Jonas nelle elezioni presidenziali austriache del 25 aprile scorso. La sconfitta di allora (sconfitta onorevole, poiché ebbe il 47,21 per cento dei voti, battendosi contro un avversario molto più popolare di lui) lo conservò disponibile per la diplomazia mondiale e lo ripaga adesso affidandogli la Segreteria generale dell'Onu, che è assai più di un premio di consolazione. A Waldheim non e stato domandato se, dopo la vittoria di ieri che lo insedia nelle trasparenze animate del Palazzo di Vetro, abbia ancora rimpianto per la remota solennità barocca della Hofburg di Vienna. Questa domanda avrebbe ricevuto una risposta diplomatica. Ma, pur ricordando che egli rimase molto n o e i ia a i n so oiferito dalla sconfitta in Austria («E' impossibile battere un Presidente in carica», commentò con un po' d'acredine), è certo che la Segreteria dell'Onu gli è più congeniale. Qui egli può pollare la sua ansia d'iniziative, il suo dinamismo e il suo stile di lavoro spesso insofferente delle formalità, che sarebbero stati sconvenienti all'alto ufficio in patria, il quale di solito conclude una carriera politica nel severo silenzio. Anche la relativa facilità dell'elezione alla Segreteria conferma che la sua vocazione per le Nazioni Unite gli è riconosciuta, soprattutto dalle grandi potenze che, avendo il diritto di veto al Consiglio di Sicurezza, decidono, la scelta del segretario. Non soltanto egli all'Onu è di casa, essendovi entrato nel 1955 ed avendo da allora trascorso qui buona parte della sua carriera (tranne le parentesi di ambasciatore a Ottawa e di ministro degli Esteri del cancelliere Klaus), ma via via, e assai rapidamente, il suo ruolo è cresciuto d'importanza rispetto al paese che rappresentava. E' stato presidente della commissione per lo spazio extraterrestre, poi di quella per il controllo dell'energia atomica e della non proliferazione nucleare, infine mediatore dei negoziali per la limitazione delle armi strategiche (Sali). Da tempo la quotazione del rappresentante austriaco all'Onu non è quella del paese che rappresenta, ma quella personale di Kurt Waldheim. Egli ha appreso la scelta del Consiglio di Sicurezza senza l'emozione dei suoi predecessori, sebbene l'esitazione dei grandi sulle candidature, più breve che in passato, dovesse aumentare la sua contentezza. Ha dichiarato senza esitare: «Ho idee concrete e molto chiare sulle Nazioni Unite. Chi mi conosce sa clic sono molto dinamico», rivelando una sicurezza si sé quasi sconcertante e prospettando una personalità ardente e impulsiva, così distante dalla cauta e talvolta sfiduciata saggezza dell'asiatico Thant. Waldheim potrebbe riportare nella segreteria dell'Onu l'entu siasmo e la combattività di Trygve Lio e di Dag rianimar skjòld, e di certo la sua concretezza mitteleuropea non è lonta na dallo spirito dei suoi due pre decessori scandinavi. Ma di pio prio egli ha la cordialità, la vi vacità, l'eleganza. I suoi completi grigi sono i più raffinati del Palazzo di Vetro, le sue innumerevoli cravatte di seta, sono proverbiali. Un po' di vanità della Vienna absburgica, passata nel suo sangue slavo (egli è di famiglia boema, che si chiamava Vaklavik) andrà a mescolarsi, con lui, alle gravi questioni della coesistenza, senza impedirgli, se occorresse, la rudezza con cui prometteva di «svecchiare» la Hofburg di Vienna. Così egli, ancora prima di cominciare il mandato, rimprovera: «Non è colpa delle Nazioni Unite se non si possono risolvere tutti i problemi, ma è colpa di chi ne fa parte». La vecchia esperla Europa può aiutare l'Onu. attraverso quest'uomo, a superare le sue difficoltà. Renzo Carnevali Kurt Waldheim

Persone citate: Franz Jonas, Kurt Waldheim, Thant, Trygve Lio, Waldheim

Luoghi citati: Austria, Europa, Ottawa, Vienna