Contìnui errori di Remo Lugli

Contìnui errori Contìnui errori (Nostro servizio particolare) Venezia, 21 dicembre. a i o o i o a e . e ò , a La contessa Anna Maria Volpi di Misurata ha appreso la notizia del suicidio del figlio Ascanio, a Rio de Janeiro, stanotte per telefono, da Roma. Non ha più lasciato la sua stanza, nell'antico palazzo alle Zattere, che si affaccia sul canale della Giudecca. Non vuole vedere nessuno, tuttavia ha acconsentito a rispondere ai giornalisti attraverso la sua segretaria. «Difenderò la memoria di mio figlio — ha detto — con ogni mezzo. Sono certa che Bino s'è ucciso non per il dissesto, ma per un motivo d'onore e di orgoglio, temendo di avere gettato il discredito sul nome della famiglia». Il conte Ascanio Cicogna, detto Bino, 37 anni, era nipote, per parte di madre, di Giuseppe Volpi, ministro dell'economia con Mussolini e da Mussolini nobilitato al rango di conte di Misurata, città libica nella quale egli possedeva una villa. Giuseppe Volpi era stato il fondatore di Porto Marghera, l'ideatore della Mostra del Cinema di Venezia, il co fondatore assieme ad altri, della «Ciga», la compagnia italiana grandi alberghi, e della «Sade»,' la Società adriatica di elettricità costruttrice della tristemente famosa diga di Longarone. Genitori ricchi Mentre la madre di Bino è diventata contessa per quei motivi politici, il padre, Cicogna, è conte da epoca anticaEntrambi i genitori, comunque, hanno un ragguardevole patrimonio costituito da benimmobili e da partecipazionin società. Da tempo la contessa Anna Maria vive separata dal marito. Bino aveva scarsi contatti sia con la madre sia con il padre. La madre tempo fa era intervenuta, in più riprese, per trarlo d'impaccio in questioni finanziarie. Ma, lei stessa aveva avuto occasione di precisaresi trattava di affari modestche erano andati male, quasdelle ragazzate. Certo la contessa Anna Maria Volpi non conosceva la reale entità dei guai in cusuo figlio si era cacciatoPensava forse che si trattasssempre delle solite avventureconomiche di mezza tacca che alla fine avrebbero finito per servire da esperienza far mettere al figlio la testa partito. Ma in realtà Bino Cicogna giocava non con milioncini che in certe tasche per certi bilanci possonessere considerati spicciolma con i miliardi e con ldisperazione e l'angoscia e lfirme false su false cambialEra in un vasto giro daffari, per lo più cinematografici, un giro che ruotavnon per il verso giusto. E icolpo di grazia deve averglielo dato l'acquisto di una navche doveva andare in disarme che lui voleva trasformarin albergo-casinò galleggiantda far viaggiare sulla rottVentimiglia - Palermo. li conte Bino Cicogna aveva pagato questa nave, quanto sembra, un miliardoPoi avrebbe dovuto sborsaraltre centinaia e centinaia dmilioni per trasformarne lstruttura secondo le nuovesigenze. La reperibilità decontante deve averlo ossessionato a lungo, se a un certmomento egli si è visto cospetto a porre firme false scambiali. Ai primi dello scorso no vembre il costruttore edile SiLuciano Sansoni aveva sco-1 Mperto la propria firma su un gruppo di cambiali per centoventi milioni che il conte Cicogna aveva presentato per 'incasso. Lo aveva denunciato e il sostituto procuratore ì della Repubblica di Roma I dottor Sica aveva disposto il ItiMbae Sritiro del suo passaporto, per reevitare che potesse allonta- ; cenarsi dall'Italia: un suggello 1 ufficiale alla rovina del conte] pche già da qualche tempo; aveva dovuto abbandonare, per sfratto, la lussuosa villa sulla via Appia di Roma, che aveva in affitto per due milioni al mese, e che si era visto sequestrare la Rolls Royce sulla quale era solito viaggiare con autista in livrea. Cinque giorni dopo, quando i! magistrato ha emesso l'ordine di cattura, il conte Ascanio Cicogna era già irreperibile; e il 24 novembre faceva la sua comparsa a Rio de Janeiro con il passaporto intestato a Giorgio Del Magno. Era un uomo di mondo, sempre presente alle feste di maggior grido. Si era sposato con una messicana, Gioconda Gallardo, dalla quale si era poi separato dopo avere avuto due figli, Gianfranco che ora ha sette anni e Gianluca di otto. La moglie ora vive a Londra, i bambini stanno in collegio, a volte vanno a trascorrere qualche giorno nel palazzo della nonna. C'erano anche due mesi fa. In quella occasione Bino aveva telefonato alla madre, che non vedeva da un anno, per chiederle come stavano i figli. Dice la contessa: «Quel giorno non mi aveva accennato minimamente a guai; anzi, io lo credevo sereno». Un mese dopo, quando la contessa aveva saputo del mandato di cattura per truffa aggravata e falso, aveva detto: «Sono convinta che sia soltanto una montatura e che se c'è qualche responsabilità, sia dovuta ad altre persone». Bino Cicogna s'era votato prima all'industria, poi al cinema. Dal 1957 al '60 è stato negli Stati Uniti dove ha frequentato dei corsi per dirigenti d'industria alla Columbia University sforzandosi di scoprire la mentalità americana. Al ritorno in Italia acquista, insieme con Felice Riva e altri due soci, la «Becchi» di Forlì, fabbrica di stufe. Come consigliere delegato ricostruisce la fabbrica alla periferia della città, ed estende ia produzione agli elettrodomestici. Produzione e maestranze si attendono molto da questo «americano» di Forlì. Ma la I fortuna non arriva nella misura sperata e nei '68 il pacchetto azionario dei tre soci passa alla Zanussi di Pordenone. Il cinema Il conte Bino risponde al1 hcoslcolecincmninegcspcsglziseii plgd ! richiamo del germe del cine, ma che il nonno Giuseppe, ì ideatore della Mostra di Ve j nezia, ha trasmesso a lui e a | sua sorella Marina. Marina è l tra i fondatori della Euro In-1 ' ternational Film, una società per la produzione e la distri¬ j buzione di pellicole cinemato I grafiche che va con il vento in ] poppa. Ascanio Cicogna ne i diventa presidente. Le cose I procedono bene (sono di quel j periodo film importanti co me Indagine su un cittadino 1 ai di sopra di ogni sospetto. Metti, una sera a cena. L'anno ; del Signore; ma nel '69 Bino deve cedere la carica. La so ì «Ha lo fa andare a Parigi e i poi a Londra con incarico ispettivo sulla distribuzione: infine il conte esce dalla società. Incomincia l'avventura cinematografica da solo, ma | incontra i primi guai. Fa un j film, I cannibali, su misura diBritt Ekland, l'ex moglie del-1 l'attore Peter Sellers, sua nuova amica. Ma il successo è irraggiungibile e, per di più, Britt se ne va per andare a cercare altrove l'introvabile gloria. Bino Cicogna annaspa o j bandiera dell'avventura. a La madre crede siano ragaz -1 zate, pensa che gli serviranno a: per esperienza, per trovare il , j giusto equilibrio negli affari. , Bino pensa alla nave-casinò, e1 un sogno che può tramutarsi , \ìn oro. Ma nell'attesa del a ì miracolo bisogna far fronte a o.1 uertl impegni che premono, r- Pr0Vil co» le cambiali false le o. ! Wdh Pero sl trascinano diea Itro 11 ntlro Passaporto e i P01 11 mandato di cattura. i, 2:sofna sfuggire, andare a al I Rl0 cle Janeiro dove, forse, e e ». lH salvezza. No. non c'è. E quando Bino Cicogna se ne a i O- i rende conto, decide di canee 1a lal'e' di colpo. ì suoi inutili a | eternasene anni ai vita, I Remo Lugli