E' processato perché si sposò di notte il medico accusato di mafia e assolto

E' processato perché si sposò di notte il medico accusato di mafia e assolto Il chirurgo era stato in soggiorno obbligato a Torino E' processato perché si sposò di notte il medico accusato di mafia e assolto Il motivo è questo: condannato a lasciare la Sicilia perché «socialmente pericoloso» e sorvegliato speciale, era uscito a tarda sera per le nozze, violando la legge anti-mafìa - E' anche imputato di aver operato d'urgenza quando già era stato sospeso dall'incarico - Rischia un anno a i i a o . n (Nostro servizio particolare) Caltanissetta, 18 dicembre. Il professore Giovanni Frisina, di 41 anni, direttore sanitario dell'ospedale di Mazzarino, in provincia di Caltanissetta è nuovamente alle prese con la giustizia. Il medico, nato in Calabria, ma in Sicilia da molti anni, il 25 maggio del 1970 era stalo ritenuto «mafioso» ed «elemento socialmente pericoloso » dai giudici del tribunale di Caltanissetta, che ne avevano dispostò l'allontanamento coatto dalla Sicilia, imponendogli di risiedere in una città del Nord. Tempo tre giorni, il professor Frisina dovette partire dall'isola e stabilirsi a Torino con la moglie, la professoressa Tina Torricelli, che aveva sposato la stessa sera del 25 maggio, dopo avere ricevuto la notifica del provvedimento del tribunale. Il 26 febbraio di quest'anno, la corte d'appello di Caltanissetta (allora presieduta dall'attuale procuratore capo della Repubblica di Palermo, Giovanni Pizzillo) ritenne infondati i sospetti dei giudici di primo grado, assolvendo con ampia formula il chirurgo, riabilitandolo pienamente e consentendogli di riassumere l'incarico di direttore sanitario dell'ospedale di Mazzarino. Frisina potè tornare in Sicilia. A Torino, poco dopo il suo arrivo (e dove rimase sorvegliato speciale) frequentò i corsi di specializzazione diretti dal professor Morino, che dirige il centro di cardiochirurgia presso l'Università, e ottenne la specializzazione con il massimo dei voti e la lode. Nel frattempo, seppure assolto in appello, a carico del professsor Frisina fu instaurato un procedimento penale condotto dal pretore di Mazzarino, dottor Baratta, per violazione all'articolo 5 della legge antimafia del 1956 e per l'articolo 650 del codice penale. Il chirurgo, che è difeso dal professor Giovanni Conso, di Torino, e dall'avvocato Filippo Siciliano, di Caltanissetta, rischia un anno e tre mesi di carcere. E' interessante vedere perché. La sera del 25 maggio dell'altr'anno, quando gli fu notificato il provvedimento del t ribunale, il Frisina con la fidanzata Tina Torricelli si recò a Piazza Armerina, dove il vescovo, monsignor Antonio Catarella, nella sua cappella privala li uni in matrimonio. Poiché era già un «mafioso», secondo i carabinieri che l'avevano denunciato e i giudici che l'avevano condannato, non avrebbe do villo rincasare di notte. Inve ce. di sera tardi andò a sposarsi: da qui l'inosservanza dell'articolo 5 della legge antimafia, che impone ai sorvegliati speciali di non uscire oltre il tramonto o prima dell'alba. I «guai» non finiscono quiinfatti, sempre quella sera, il professor Frisina, appena tornato dalla cerimonia nuziale, venne chiamato d'urgenza dal suo aiuto in ospedale, dove un ammalato doveva essere operato per un'occlusione intestinale e una peritonite. Prima che «mafioso», Frisina pensò di essere un chirurgo sicché si recò all'ospedale e in sala operatoria, da dove uscì alle due di notte dopo avere salvato la vita al paziente Però, non avrebbe potuto l'are neanche questo, perché, a causa dell'ordinanza del tri¬ btnvcrpptm bunale, il commissario prefettizio all'ospedale di Mazzarino, dottor Egidio Maira, l'aveva sospeso dall'incarico. Perciò, ora, il professore deve rispondere dell'articolo 650 per non avere osservato «un provvedimento legalmente dato dall'autorità ». L'avvocato Siciliano è polemico con il pretore ed affer¬ ma che «tutta la giurisprudenza della Cassazione stabilisce che un prevenuto non può essere soggetto ad eventuali infrazioni quando sia venuto a cessare il presupposto». «Fino al verdetto di appello — soggiunge il difensore — magari sarei stato comprensivo e avrei giustificato l'incriminazione, ma dopo l'ordinanza assolutoria dei secondi giudici il pretore avrebbe fatto bene ad archiviare il caso, prosciogliendolo perche, il fatto non costituisce retilo». La prima udienza del dibattimeli! o si è tenuta ieri nella pretura di Mazzarino, dove e comparso anche il dottor Francesco Paolo Fivarra (difeso dall'avvocato Frino Restivo e dall'avvocato Luigi Rigano), il medico dell'ospedale che la sera del 25 maggio 1970 chiese l'intervento del professor Frisina per operare d'urgenza il paziente Calogero Ferretti. Il dottor Fivarra deve rispondere di concorso per l'inosservanza dell'articolo 650 del codice penale. Il pretore ha rinviato l'udienza al 18 febbraio. Antonio Ravidà Giovanni ['risina