Nei guai due ragazzine che accettarono di posare per il "pornofilm,, nella cantina di Francesco Fornari

Nei guai due ragazzine che accettarono di posare per il "pornofilm,, nella cantina Una pellicola scabrosa è al centro della curiosità di Vercelli Nei guai due ragazzine che accettarono di posare per il "pornofilm,, nella cantina Le «attrici» hanno 16 unni; coinvolti nello scandalo anche due industriali, un impiegato di banca e uno studente - La «pizza» è finita in mano alla polizia, ora lu procura indaga - L'incontro con una delle «modelle»: viso pulito, studentessa (Dal nostro inviato speciale) Vercelli, 17 dicembre. Ottanta metri di pellicola sono al centro dell'attenzione e della curiosità generale. Un film pornografico, girato con poca perizia, parte in uno scantinato, parte in un alloggio. La « pizza » è finita per caso nelle mani della polizia: adesso si trova sul tavolo del procuratore della Repubblica, dott. Scardulla, accompagnata da un rapporto della Squadra mobile. Sei persone sono coinvolte nello scandalo: due piccoli industriali, Gianfranco Folin, 29 anni e Mario Bernardini, 32 anni; un impiegato di banca, Rosario Òuscani, 28 anni; lo studente Giuseppe Bordonaro. 19 anni. Due studentesse di sedici anni: le attrici. Conosciamo i loro nomi, abbiamo le loro fotografie, ma preferiamo non pubblicarli. Sono due minorenni, più vittime che colpevoli. Coinvolte in questa faccenda, hanno accettato di « posare », per il film senza rendersi con¬ to della gravità di quello che facevano. Sulla delicata vicenda deve pronunciarsi il magistrato: si tratta di stabilire le responsabilità dei vari protagonisti. La difesa adottata dagli indiziati è comune: il film è stato girato in privato, fra amici, e non era destinato alla vendita. Ma si profila il dubbio, invece, che la pellicola sia stata realizzata con fini commerciali, a scopo di lucro. In questi giorni i personaggi coinvolti nello scandalo evitano accuratamente di farsi vedere in giro. Temono le chiacchiere della gente, il biasimo dei conoscenti. Si sono affidati ad esperti legali e non rilasciano dichiarazioni. Ancora più difficile avvicinare le due ragazze. Con la complicità involontaria di un'amica, abbiamo potuto parlare con una di loro. Sedici anni: due occhi dolci in un viso incornicialo da lunghi capelli neri. Niente trucco: una ragazza all'acqua e sapone, una di quelle che le ma- dri additano ad esempio alle' figlie che si attardano con rimmel e cerone. Frequenta l'istituto per ragionieri, studia con profitto, la sera esce raramente, rimane in casa con i genitori. L'inizio della conversazione è difficile. La ragazza è diffidente, ha paura dello scandalo. « Mio padre non sa nulla — dice —. La mamma non gli ha detto niente. Se lo viene a scoprire, mi ammazza ». Si dà arie da donna vissuta, ma non riesce a nascondere la sua apprensione. Tentiamo più volte di portare il discorso sul film, ma non vi riusciamo Si vergogna, non vuole parlarne. Poi, all'improvviso, confida: « Mi hanno offerto 300 mila lire per farlo. Mi hanno assicurato che il film non sarebbe mai stato messo in giro. Doveva essere ima cosa fra amici. Segreta. Quei soldi mi facevano comodo ed ho accettato ». Le trecentomila lire, però, non le ha mai ricevute. « Quando le ho chieste — dice — hanno trovato sempre un mucchio di pretesti per non darmele. Prima hanno detto che il film non era venuto bene, poi che lo avevano distrutto. Alla fine mi hanno detto di lasciar perdere, tanto non c'era nulla da fare ». Domandiamo quando è stata scritturata e da chi? « Dal Bordonaro — risponde —. Lui era fidanzato con l'altra ragazza. Un giorno mi ha fatto la proposta. Ha detto che c'era anche la sua donna, che non dovevo vergognarmi perché si trattava di fare delle cose normali fra amici. La cinepresa, mi aveva assicurato, non l'avrei neanche vista». Così ha accettato. Ha partecipato a due delle Ire sedute. Prima in uno scantinato, poi in un alloggio, a Che cosa facevate? Questa volta prima di rispondere esita un attimo. Poi alza la testa, ci fìssa con aria di sfida: « Dovevamo fare all'amore insieme ». Adesso sembra quasi allegra, soddisfatta per la sua brulalf schiettezza. « Forse queste cose vi impressionano — dice —. Ma non incominciate a farmi la morale. Ho 16 anni, non sono nata ieri. So quello che faccio ». Però ha paura delle conseguenze, delle ire paterne, ribattiamo. Sembra quasi afflosciarsi: «Sì, è vero, se mio padre lo sa¬ pesse mi ammazzerebbe ». Il pianto le incrina la voce: « Non tenga conto di quello che ho detto prima. Sono soltanto una stupida. Se potessi tornare indietro non farei mai più uno sbaglio simile. Mi sono lasciata convincere perché non volevo fare la figura della borghese ». E per 300 mila lire, aggiungiamo. « Sì, anche per quelle. Ma il denaro non conta molto. Più che altro temevo i giudizi negativi del Bordonaro e dei suoi amici, il loro scherno. Non volevo che mi giudicassero una povera ochetta ». Non abbiamo potuto parlare con l'altra « attrice ». La madre ha sbarrato l'uscio quando ci siamo presentati. « Mia figlia è ima brava ragazza, è stata tirata in quest'avventura per troppo amo¬ re ». Sembra che la giovane amasse il Bordonaro. Al punto di accettare anche questa proposta. « Ma adesso tutto è finito — aggiunge la madre —. Ho proibito a mia figlia di rivederlo ». Quando domandiamo se anche a sua figlia erano stati promessi dei soldi, reagisce come una juria. « Mia figlia è ima brava ragazza ». Francesco Fornari

Persone citate: Bordonaro, Gianfranco Folin, Giuseppe Bordonaro, Mario Bernardini, Scardulla

Luoghi citati: Vercelli