Tanti gioielli per James Bond
Tanti gioielli per James Bond LE PRIME SULLO SCHERMO Tanti gioielli per James Bond Ritorna 007 in « Una cascata di diamanti » « Evviva la libertà », satira fantapolitica Agente 007, una cascata di diamanti, di Guy Hamilton, con Sean Connery e Jill St. John. Americano a colori. Cinema Corso. Il cinema dovrebbe erigere un monumento alla memoria dello scrittore inglese Ian Fleming, inventore di « James Bond » e fondatore di un genere di letteratura d'intrattenimento, cinematico per eccellenza. Si ricorderà 10 strepitoso successo della serie degli « 007 », e il tanto e forse il troppo che se ne scrisse. Ma lasciando dell'usura prodotta dalle infinite imitazioni, il cinema s'era frattanto voltato alla contestazione; e qualche segno di stanchezza nelle ultime puntate bondiane e di appesantimento nell'eroe eponimo, Sean Connery, fece pensare che la cuccagna fosse finita e che il bondismo, ormai coagulato, si avviasse a diventare un ricordo. Ebbene, niente di tutto questo. E' bastato un po' d'astinenza da parte dei produttori, e il balocco ha ripreso a funzionare. Potremo sbagliare, ma Una cascata di diamanti rinnoverà gli assedi ai botteghini che si ebbero nei precedenti sei film, trascinando nel vortice d'un divertimento perfettamente irrazionale e squisitamente natalizio, uomini e donne, grandi e bambini. Verisimiglianza e logica sono forse assenti in questa nuova avventura più che nelle altre; e l'iperbole tecnologica regna sovrana. Con le debite proporzioni, il risultato di macchinosa scioltezza cui sono giunti i produttori Saltzman e Broccoli, il regista Hamilton e gli sceneggiatori Maibaum e Mankiewicz, ricorda davvero i romanzi di cavalleria, quali fecero perdere la testa al povero don Chisciotte. Alla realtà è sostituita una metarealtà, fatta di apparecchiature automatiche, dentro cui il «superman», fatato come un eroe mitologico, muove questa volta alla distruzione d'una banda di contrabbandieri di diamanti (con centro ad Amsterdam e tentacoli in Usa), il cui capo, ancora un megalomane che sogna di gettarsi il mondo ai piedi, ha l'abilità di sventagliarsi in più sosia e tutti perfetti, talché è difficilissimo imbroccare la persona giusta. . - v- Il traliccio del film è il medesimo degli altri, dall'" attacco » furibondo e sibillino, all'epilogo pirotecnico nel fortilizio del pazzo; ma 11 ritmo è particolarmente serrato, l'apparecchio scenografico grandioso e il numero delle trouvaillcs rasenta la compiutezza antologica; dal circo equestre-casa da gioco, all'agenzia di pompe funebri, al centro d'addestramento per le spedizioni nella Luna, alle gimeane automobilistiche, alle acrobazie su per i grattacieli, alle torte con esplosivo eccetera eccetera. Mentre il pubblico si diverte semplicemente a guardare il torrente, James Bond, lui solo, capisce, connette e risolve, uscendo col cravattino intatto e il fiore all'occhiello dai più lambiccati tranelli. Il tutto respira l'antica aria di divertimento autocanzonatorio che ha la sua punta nell'episodio di « Tamburino » e «Bambi», due donnine manesche di spassosa e inaspettata invenzione. Non cade quasi granellino di noia nella forbitissima macchina, che anche risolleva il prestigio di Connery (più o meno sempre lui), si vale di buoni caratteristi e affaccia tra molte beltà una piccante Jill St. John nella parte di « Tiffany ». Non solo dunque Bond non è morto, ma continuerà: giacché i diamanti (ci eravamo dimenticati di dirlo), di nascondiglio in nascondiglio sono finiti in un satellite. Converrà rimuoverli: « Vivi e lascia morire ». 1. p. cbms
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