"Io credo soltanto alla speranza,,

"Io credo soltanto alla speranza,, FANFANI PARLA DI PITTURA, POLITICA E MORALITÀ "Io credo soltanto alla speranza,, (Segue dalla 1" pagina) basta ricordare la stupenda pala fora a Brera) che il quasi conterraneo di Fanfani, Piero della Francesca, dipinse per la Cappella di Federigo II di Montefeltro nella chiesa urbinate di San Bernardino: vi si vede l'offerente in ginocchio, tutto armato, con un grande spadone; e pende un uovo dall'alto, simbolo rinascimentale della vita. Il programma pittorico di Fanfani non è quindi attristante. Anzi, gli piace divagare dai temi della politica a quelli culturali, e insistervi. Gliene offre lo spunto Fiorentino Sullo che gli suggerisce di leggere Les soirées de SaintPetersbourg di Joseph De Maistre: «Lo sto leggendo in questi giorni e credo che ti potrebbe interessare ». Fanfani, per equivoco, dice di avere già letto il Voyage autour de ma chambre. « Ti sbagli, quello è di Xavier De Maistre!», obbietta Sullo, forse lieto di avere colto Fanfani in fallo. Ma non è grave, è un lapsus, una piccola svista che si perdona; piuttosto è da accertare perché mai a Fanfani, secondo Sullo, dovrebbe interessare Joseph De Maistre. Mi spiega l'onorevole Francesco Compagna, deputato repubblicano di Napoli, che il motivo potrebbe stare anzitutto nel sottotitolo dell'operetta di quel famoso clericale savoiardo del primo Ottocento: « Lo ricordi? E' "Entretiens sur le gouvernement temporel de la Providence", il governo temporale della Provvidenza: mi spiego? Ma non fraintendermi, De Maistre non era un uomo rozzo, quindi non manco di riguardo a Fanfani negli accostamenti, come se lo vedessi l'uomo della Prov- videnza. De Maistre diceva che il principio del buon governo è che bisogna incessantemente predicare ai popoli i benefici dell'autorità, ed ai re i benefici della libertà ». Fanfani torna alla pittura, che gli è più congeniale. Parla del suo felice sodalizio con Montanarini, con il quale ha trascorso le ferie di agósto a Cama'.doli, uno dipingendo a un capo dello stanzone-studio e l'altro all'altro capo: « E tutti e due con grande ispirazione». E' contento di aver avuto da un collezionista un'acquaforte di Morandi in cambio di un olio di Fanfani: « Contento, perché di Morandi non ne possedevo ». Afi permetto perciò di ricordargli che anni fa, in occasioni del mio matrimonio, fu vroj.rio lui, da presidente c.el Consiglio, a mandarmi in regalo un disegno, non suo, ma proprio di Morandi, raffigurante una bottiglia senza tappo e due bicchieri: « Lo vede? Fa bene a dirlo in pubblico, dato che qui c'è tanta gente che sostiene che noi non siamo buoni amici!». « Non soltanto, — rispondo — io le sono anche molto grato ». « In politica non credo alla gratitudine — dice Fanfani —. Pensi, una volta, quando c'erano le elezioni presidenziali che ci portarono a Gronchi nel 1955, io minacciai al qui presente Sullo che lo avrei preso a schiaffi. Ma poi lo vidi così grasso di faccia che supposi che non li avrebbe nemmeno sentiti ». « Sei sempre in tempo — dice Sullo a sfida — perché intanto mi sono dimagrito di dieci chili ». «Macché — ride Fanfani — nonostante le mie minacce di allora, devo riconoscere che Sullo non mi ha mai fatto un torto. Ne ho ricevuti solo da quelli che io ho beneficato, ed è per questo che in politica non credo alla gratitudine ». In politica, spiega, « io credo solo alla speranza » e si accommiata dando a pensare che realmente, nonostante tutto, speri ancora nella ultima dea. v. g.

Luoghi citati: Napoli, Providence