Forse ha ucciso la bellissima amica negra che voleva lasciarlo e s'è sparato al cuore

Forse ha ucciso la bellissima amica negra che voleva lasciarlo e s'è sparato al cuore Forse ha ucciso la bellissima amica negra che voleva lasciarlo e s'è sparato al cuore Questa la tesi più attendibile - La ragazza, 24 anni, fotomodella, aveva studiato nelle Università americane e inglesi Lui, 34 anni, sposato, figlio d'un noto pediatra di Trieste, era venuto a Roma per fare vita mondana - Era innamoratissimo di Tiffany e geloso - Ma la loro relazione era ormai al punto di rottura - Due colpi alla donna, uno all'uomo (Nostro servizio particolare) Roma, 16 dicembre. C'è appena l'ombra dì un dubbio sulla morte della bellissima modella negra e del suo giovane amico italiano trovati uccisi, ieri mattina, tra i cespugli che circondano il laghetto di 31 artigliano, uno specchio d'acqua di origine vulcanica a pochi chilometri da Bracciano, tra Roma e il Viterbese. Maria Teresa Lorray, 24 anni, figlia di un ministro della Guyana ex britannica, protagonista di qualche spettacolo teatrale con il nome di Tiffany Hoyweld, è rimasta colpita al petto e alla nuca da due colpi di pistola; un terzo proiettile ha centrato il cuore del compagno, Giuliano Carabei, nato 34 anni fa a Trieste, figlio di un noto pediatra della città, e da tempo residente a Roma. Entrambi devono essere deceduti in pochi istanti. Accanto ai loro corpi, distanti 4 o 5 metri uno dall'altro, i carabinieri hanno trovato una « calibro 9 », il cui possesso è vietato dalla legge. Forse Giuliano Carabei ha sparato a Tiffany, poi si è tolto la vita: stasera, sembra l'ipotesi in grado di sciogliere il mistero del delitto. Ma gli investigatori preferiscono attendere l'esito degli esami necroscopici prima di escludere la possibilità di un duplice assassinio. La personalità delle vittime e il luogo nel quale le hanno scoperte giustificano l'incertezza. Lei ha fatto parlare di sé la Roma dei «night-clubs» e delle «prime» teatrali fin dal suo arrivo, due i e e i a a i o e o o i o è o e uanni addietro. Non era la solita « stellina » in cerca di facile celebrità: aveva studiato nelle università americane e inglesi, parlava con disinvoltura quattro lingue compresa la nostra, mostrava le maniere discrete delle ragazze cresciute in un ambiente raffinato e una figura splendida che faceva voltare gli uomini. A Londra era entrata nel giro delle modelle fotografiche; trasferendosi a Roma tentò la via dello spettacolo, qualche parte secondaria in film non sempre fortunati, poi il teatro. «Patroni Griffi l'aveva notata nel "Satyricon" di Fellini e volle affidarle un ruolo in "Hair" — dice l'impresario della versione italiana del musical", Franco Cancellieri —. Era davvero un bel tipino; e poi riservata, diligente. Ma finì che lo spettacolo non lo fece, per colpa di lui». Durante una prova in cui la ragazza doveva apparire nuda sulla scena, Giuliano Carabei non potè trattenersi: saltò urlando sul palcoscenico, avvolse la propria giacca ai fianchi di Tiffany e la trascinò oltre le quinte nel camerino, mentre lei si rivestiva, la rimproverò duramente; quindi la indusse a rinunciare al contratto. «Era troppo innamorato — ricordano i compagni di Tiffany — non poteva sopportare che altri gli sottraessero la fidanzata, neanche attraverso la ribalta. E lei accettava; l'amore di lui la stordiva». Il legame con la modella aveva trasformato anche Giuliano Carabei. Il giovane era venuto a Roma attratto dalla vita mondana della capitale; le notti di Trieste, dove ha lasciato un figlioletto e una moglie sposata quattordicenne 15 anni addietro, non gli bastavano più. Per un periodo ha percorso gli itinerari comuni a tutti gli aspiranti « play-boys », la colazione in via Veneto, la cena nel locale caratteristico di Trastevere, lo « champagne » di mezzanotte con il « barman » del club riservato ai soci. L'incontro con Tiffany, d'improvviso, gli ha riempito da solo la vita: ha abbandonato i vecchi amici e si è chiuso con lei in casa; ne uscivano soltanto per compiere lunghe passeggiate sulla « Giuba » avana di lui. Neanche gli inquilini della casa di via San Godenzo, l'elegante palazzina sulla Cassia in cui avevano preso alloggio, li hanno visti di frequente. La loro era divenuta una esistenza discreta, da fidanzati al primo innamoramento. Tiffany, però, negli ultimi tempi cominciava a mostrarsi insofferente. Le era tornata voglia di compagnie allegre, di parentesi movimentate. Qualche conoscente li ha rivisti al « night »; lui seduto al tavolo a guardarsi una bottiglia, lei sulla pedana a dare spettacolo di danza. Il direttore di un locale dietro via Veneto ricorda anche qualche stranezza della ragazza: « Non molte sere fa, pretese di ballare sola, allontanando tutti dalla pista e infine sdraiandovisi ». La modella consumava cosi la fine di un rapporto che le alsarrtstdn appariva ormai pesante. Un litigio più violento del solito, sabato scorso, l'aveva decisa a troncare con Giuliano Carabei; glielo aveva detto chiaramente, aveva riempito quattro valige delle sue cose personali, incaricando il portiere di trasportarle in casa di una sua amica, in via Panisperna, dove contava di andare ad abitare. Giuliano Carabei certamente era restato sconvolto da questa decisione. Martedì mattina, tuttavia, i due giovani sono saliti sulla automobile per una gita. A mezzogiorno li hanno incontrati nell'abitato di Bracciano; più tardi sulla sponda opposta del lago, a Trevignano, dove lei posava per lui che la ritraeva con una macchina fotografica. Era quasi mezzanotte quando hanno imboccato lo sconnesso viottolo che in tre chilometri conduce ad uno dei luoghi più riparati della riva di Martignano. «Li ho visti bene — ha dichiarato il guardiano di una mandria di mucche, Domenico Serani, 30 anni —; la donna era una bellezza. Ad un tratto l'uomo è sceso per bere ad una fontana e lei gli ha gridato qualche parola, lui le ha risposto di stare tranquilla. Li ho seguiti per un tratto con lo sguardo, perché su quel terreno le auto devono andare a passo d'uomo. Sembravano in armonia ». Ieri mattina li hanno trovati morti. Ad inciampare sul cadavere di Tiffany è stato un guardapesca, Marcello Di Cario, 37 anni, che con il collega Alberto Montini, 42, stava compiendo un giro di ispezione alla « zona di riserva». Per un momento hanno creduto che la ragazza fosse addormentata, poi si sono avvicinati notando il foro rosso di sangue sulla nuca. Sono corsi ad avvertire i carabinieri di Anguillare e i militi hanno scoperto anche il corpo di Giuliano Carabei, seminascosto da un fascio di rovi. Nell'auto, è stata rinvenuta anche una piccola scatola con foglie trij turate di marijuana. La prova del guanto di paraffina, ordinata oggi dal magistrato inquirente, dovrà stabilire con l'autopsia dei due corpi chi abbia sparato. Livio Zanottì Roma. Giuliano Carabei (Telcfoto Ansa) innniiiiMiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii