La rettifica di Breznev

La rettifica di Breznev ANALISI La rettifica di Breznev (Il capo russo ha discusso in segreto, con i dirigenti di Varsavia, i «fenomeni negativi» della Polonia) (Dal nostro corrispondente) Mosca, 13 dicembre. Il 7 dicembre, dopo aver pronunciato il discorso di ospite d'onore al congresso del partito polacco, Leonid Breznev «scomparve» per quarantott'ore, affidando a Pjotr Masherov la guida della delegazione del pcus all'assise del «partito fratello». Si pensò che Breznev fosse tornato d'urgenza a Mosca, chiamatovi dagli sviluppi della crisi indo-pakistana: anche Kossighin, si osservò, aveva abbreviato la visita in Norvegia. In un secondo tempo, però, si scoprì che il leader del pcus non aveva mai lasciato Varsavia. Ma, anziché onorare gli impegni pubblici e mondani, aveva preferito ritirarsi nella quiete di qualche residenza speciale per discutere con i dirigenti polacchi un tema che lo preoccupava profondamente: come Gierek e i suoi «fidi» intendevano procedere in quella che lo stesso Breznev, nel discorso al congresso, aveva definito «la rettifica dei fenomeni negativi» interni. I sovietici, infatti, non erano soddisfatti della «controrivoluzione» di Gierek: pur accettandone gli obiettivi, non ne approvavano i metodi. Il successore di Gomulka aveva sollecitato — sin da quel giorno di gennaio, quando si era recato a discutere con gli scioperanti dei cantieri di Stettino — un grande dibattito nazionale sugli errori della precedente gestione e sulle cause dei disordini del dicembre 1970. Questa tecnica democratizzante, è chiaro, non poteva piacere al Cremlino. Proponendo una democratizzazione interna, che dalla base procedesse verso il vertice, Gierek andava contro la linea elaborata dal pcus nel XXIV congresso e nei mesi successivi. Secondo il segretario polacco, al dibattito sugli errori del passato e sulla riforma dell'economia dovevano partecipare tutti coloro che potevano dare un utile contributo, in base al valore professionale, prima che al merito politico. Egli aveva più volte sottolineato l'importanza dei «senza partito» nell'amministrazione st atale e molto aveva fatto per ridurre il disequilibrio tra i non credenti e i cattolici. Quasi contemporaneamente, i sovietici lanciavano un programma opposto. Il ruolo del partito, quindi dei politici, nella gestione dell'economia veniva esaltato teoricamente, poi codificato in alcune decisioni del comitato centrale e del consiglio del ministri. 11 rafforzamento ideologico dei quadri veniva preconizzato con il lancio della campagna per la revisione delle tessere del partito. E veniva messa a punto una rigida «politica dei redditi», attraverso la riduzione dei tassi di sviluppo dei salari cui non corrispondeva alcun contenimento dei prezzi. Anche sotto questo aspetto, Gierek aveva preso un indirizzo diverso: a suo avviso, i salari dovevano aumentare considerevolmente, i prezzi, al contrario, essere bloccati. I nodi di queste divergenze sono venuti al pettine al momento del sesto congresso . del pc polacco. Anche se Gierek — approssimandosi l'appuntamento congressuale — aveva smorzato sensibilmente le differenze, rinunciando ai postulati meno ortodossi del suo programma, Breznev ha voluto egualmente richiamarlo all'ordine. Nel discorso pubblico, ha detto che il pcus «rispetta il criterio coraggioso con il quale il partito polacco affronta i fenomeni negativi», ha ammesso che la Polonia deve risolvere «non pochi e complessi problemi ». ma ha ammonito i dirigenti di Varsavia a rispettare l'omogeneità del blocco comunista. Nel discorso a quattr'occhi con i dirigenti polacchi — durante le 48 ore di misteriosa «assenza» — il segretario del pcus ha probabilmente ripetuto questi concetti, ma con un tono meno sfumato. L'Unione Sovietica ha dato il suo appoggio a Gierek (considerandolo il male minore, specie se comparato all'ultranazionalista Moczar), sia proteggendolo dai rivali interni, sia concedendogli gli aiuti economici indispensabili per evitare il collasso dopo i fatti di dicembre. Ma esige la contropartita della fedeltà, soprattutto chiede a Gierek una rapida normalizzazione nell'ortodossia. Paolo Garimbcrti c

Luoghi citati: Mosca, Norvegia, Polonia, Stettino, Unione Sovietica, Varsavia