Un'altra auto piena di molotov "Potere operaio,, voleva tirarle? di Remo Lugli

Un'altra auto piena di molotov "Potere operaio,, voleva tirarle? L'arresto degli extraparlamentari di sinistra Un'altra auto piena di molotov "Potere operaio,, voleva tirarle? La vettura con 111 bottiglie scoperta vicino all'appartamento, dove sabato la polizia ha arrestato 7 giovani - Anche costoro erano in possesso di centinaia di « molotov » - Denunciate altre 4 persone, tra le quali un marchese di Biella - Il questore: « Erano venuti a Milano per compiere atti di violenza, che potevano provocare conseguenze di estrema gravità» (Dal nostro inviato speciale) Milano, 13 dicembre. Milano ha rischiato una giornata di fuoco. Il secondo anniversario della strage di piazza Fontana poteva diventare una nuova data tragica. Erano arrivati in città con pullman ed auto, anche da località distanti, attivisti della sinistra extra-parlamentare. Questo non significherebbe molto. Il fatto è che avevano portato a Milano centinaia di bottiglie Molotov per scatenarsi contro la polizia. « La Madonnina ha ancora una volta protetto Milano, diceva stasera il questore, comm. Allitto. Abbiamo .vissuto momenti di grande tensione. Già sabato mattina avevamo incominciato a raccogliere notizie allarmanti, secondo le quali nel corso delle manifestazioni in programma per ieri, domenica, ci sarebbero stati scontri gravi. Per questo ci siamo irrigiditi nel rifiutare ogni concessione per cortei, autorizzando soltanto comìzi, e in rioni distanti per tener lontani i vari gruppi di sinistra. Abbiamo pattugliato intensamente la città tutta la notte di sabato, e fino alle due della notte fra domenica e lunedì. Fortunatamente siamo riusciti a mettere le mani, già nella nottata di sabato, su un covo di estremisti di " Potere operaio " e sulle loro bombe Molotov già pronte per l'uso; altre le abbiamo trovate oggi pomeriggio ». In via Marco Polo, sabato notte, dopo l'una, una pattuglia della Volante ha scorto alcuni giovani che trasbordavano degli scatoloni da una Renault ad una 500. Gli agenti si sono avvicinati e i giovani sono fuggiti, uno solo è stato bloccato: Giancarlo Leonelli, di 29 anni, da Firenze. Negli scatoloni c'erano delle bottiglie da acqua minerale piene di benzina, con una miccia costituita da un fiammifero antivento legato con un nastro adesivo: le classiche Molotov, che vengono lanciate dopo che è stato acceso il fiammifero il quale poi incendia la benzina. Gli agenti hanno accertato che alcuni dei fuggitivi si erano rifugiati nel portone numero 6 della vicina via Galileo Galilei. Sono entrati, hanno saputo che questi giovani potevano essere in un appartamento del quarto piano. Hanno suonato, inutilmente. E poiché temevano che i ricercati potessero usare qualche ordigno simile a quelli che erano sulle due auto, hanno sfondato la porta. Dentro c'erano sette giovani che si sono arresi alzando il pugno chiuso. Sono: Sergio Zoffoli, 26 anni, da Roma; Pietro Tettamanti, 18, Como; Bernardo Citterio, 20, Como; Stefano Cariboni, 19, Como; Giovanni Balsari, 26, Milano; Roberto Pavesi, 18, Milano; Alessandro Bertucci, 22, Milano. Prevedendo di essere raggiunti dalla polizia, si erano disfatti della benzina svuotando nel gabinetto alcuni bidoni; nell'appartamento c'erano altre bottiglie vuote, pronte per essere riempite, fiammiferi antivento, flaconi di acido solforico, un apparato radiotrasmittente e quattro radioriceventi sintonizzate sulle lunghezze d'onda della polizia. I sette giovani e il Leonelli sono stati arrestati per violazione della legge sugli esplosivi e sulle materie infiammabili. « Ma, dice il questore, noi abbiamo anche sottolineato all'autorità giudiziaria l'aspetto grave che sta alle spalle di questi reati. Questa è senza dubbio gente che era venuta a Milano per compiere atti di violenza che potevano causare conseguenze di estrema gravità ». La casa di via Galileo Galilei 6 è di proprietà della Reale Compagnia Italiana, con sede in via Montenapoleone 8, e l'appartamento del quarto piano nel quale ha fatto irruzione la polizia, rimasto vuoto per sette anni, era stato affittato un mese e mezzo fa a Franco Bontadini, 26 anni, abitante in via Washington 14. « Un giovane alto e gentile, racconta la custode dello stabile Erina Ceccarelli. Diceva di essere ingegnere. Aveva affidato la casa a due studenti, Roberto Pavesi e Giovanni Balsari, dicendo che l'avrebbero ripulita e rimessa in ordine perché egli potesse poi fare il trasloco. Ma questi due giovani ricevevano sempre molti amici, c'era spesso un grande via vai. Sabato in particolar modo è stata una giornata movimentatissima, saranno saliti nell'alloggio almeno 35 giovani, taluni portavano degli scatoloni, tanto che mio marito credeva che l'ingegnere avesse incominciato a traslocare. Lo si è visto anche lui, il Bontadini, diverse volte nel pomeriggio. Alle 21. quando ho chiuso il portone, stava entrando con il Balsari ». La polizia ha denunciato Bontadini a piede libero insieme con altre tre persone che come lui sono risultate irreperibili: Francesco Mori Ubaldini degli Alberti Lamarmora, marchese, 21 anni, nato a Firenze, residente a Biella e domiciliato a Firenze dove frequenta la facoltà di Lettere, proprietario della « Renault » dalla quale sabato notte venivano scaricati gli scatoloni di bombe molotov; e i coniugi Riccardo Sarfatti e Sandra Severi, di 31 anni, residenti a Milano in via Euripide 9, proprietari della « 500 ». La polizia sa che il marchese Mori Ubaldini è aderente a « Potere Operaio ». Nell'ottobre scorso aveva partecipato, a Torino, ad una manifestazione svoltasi in occasione del processo a carico di un gruppo di aderenti ai movimenti della sinistra extraparlamentare. Nel 1968, a nome di Bontadini era stata affittata, qui a Milano, in via Sarca, una villetta dove si erano costituiti i primi Cub, comitati unitari di base, che avevano il compito di organizzare gli scioperi « selvaggi » nelle fabbriche. Nel pomeriggio di oggi, a 50 metri dall'alloggio del Bontadini, parcheggiata davanti al n. 10 di via Galileo Galilei, è stata trovata una Citroen Diane, che era lì da sabato e che era carica di 5 scatoloni contenenti 111 bottiglie molotov, già confezionate, pronte per essere lanciate. E' targata VE 219400 ed è intestata a Lucella Albano, studentessa, nativa di Portogruaro. Bombe, anche queste, fa notare il questore, che erano destinate ad esplodere domenica, durante o dopo le manifestazioni. Se sabato notte non si fossero messe le mani sul covo, la cronaca della giornata sarebbe forse stata tragica. Remo Lugli