Beethoven da riascoltare

Beethoven da riascoltare LE NOVITÀ DISCOGRAFICHE Beethoven da riascoltare Registrazioni «storiche», con i più Il pianista Ashkenazy e Liszt - Jazz grandi esecutori degli Anni Venti Se, nel corso dell'anno, le case discografiche dedicassero tanto impegno alle collane di musica classica, quanto ne dedicano ogni Natale, forse non ci sarebbe la crisi di vendite in quel settore; e forse anche si farebbe un buon lavoro per la diffusione della cultura musicale. Fatto è, comunque, che durante l'ultimo periodo sono apparsi numerosi dischi di pregio, alcune rarità, alcune realizzazioni costose per i discografici e preziose per i collezionisti. Diverse sono state già segnalate in questa rubrica. Eccone un'altra ancora. La EMI (3C 153-50026/30 X) propone cinque dischi che costituiscono una cassetta, unita sotto il comune titolo dei « Grandi interpreti di Beethoven ». Gran parte sono dischi « ricostruiti » su registrazioni vecchie di decenni, alcune, storiche. Quale definizione, potrebbe essere data al Concerto n. 5, suonato da Edwin Fischer, mentre l'orchestra era diretta da Wilhelm Furtwaengler? Registrazione storica, o registrazione modello, o anche e soltanto una commovente e bellissima pagina del passato, non importa. Accanto a questo Concerto dell'Imperatore, ecco ancora il Concerto per violino e orchestra, suonato da Yehudi Menuhin, sempre con la direzione di Furtwaengler; un Menuhin giovane, assai poetico, ma spesso, in modo particolare nel movimento finale, vigoroso, robusto, concertista con tutte maiuscole. E che dire di Furtwaengler? Le sue interpretazioni beethoveniane sono fondamentali sicché non ci si stanca mai di ascoltare e riascoltare la Sinfonia n. 5 da lui diretta, e inclusa nella cassetta dell'EMI. Dopo Fischer e Menuhin, vi è anche Walter Gieseking, con tre sonate, la Patetica, l'Appassionata e Al chiaro di luna; inutile aggiungere altro su questo grande nome della musica tedesca. Ed infine, il quinto disco con l'Eroica, diretta da Herbert von Karajan. * * Da Furtwaengler, Fischer, Gieseking, attraverso von Karajan, a Vladimir Ashkenazy, pianista russo che fa parte della generazione dei trentenni. Ashkenazy incide parecchio, e allarga via via il proprio repertorio. Que¬ sto Liszt (Decca SXL 6508) da poco apparso comprende i Sette studi trascendentali, il Gortschakoff impromptu e il Mephisto valzer. Il pianismo lisztiano di Ashkenazy costituisce una certa sorpresa, perché questo Liszt, si ascolta raramente. C'è un chiaro ponte ideale tra gli studi trascendentali e il pianismo odierno, e Ashkenazy tende a dimostrarlo senza mezzi termini, nel Paysage, nei Feux follets e soprattutto nella Wilde Jagd. Il Mephisto valzer continua sulla stessa linea, ma Ashkenazy, abile tecnico, mantiene un rigido controllo di se stesso ed è meno « trascendentale » che negli studi. * * Per i cultori del jazz, ecco un'altra rarità del passato. Riversati su un longplaying (BYG 18, distribuzione Ricordi), ascoltiamo i rulli incisi da Fats Waller negli Anni Venti. Waller fu uno dei grandi pianisti del jazz, suonò con Louis Armstrong, ebbe una propria e famosa orchestra, la « Fats Waller and his Rhythm », e oggi lo si colloca tra i grandi delle origini del jazz. Ascoltate questi Laughìn' Cryin' Blues o quel delizioso Squeeze me, o il famoso Nobody but my baby, e vi renderete conto che Fats Waller era davvero un grande pianista. Tecnicamente il disco presenta naturalmente difetti causati dal genere di realizzazione, ma ciò non ne diminuisce il valore antologico. r. la.