Marzollo resterà ancora in DanimarcaNon si parla (per ora) di estradizione

Marzollo resterà ancora in DanimarcaNon si parla (per ora) di estradizione Terzo processo all'ex agente di cambio a Copenaghen Marzollo resterà ancora in DanimarcaNon si parla (per ora) di estradizione Rimarrà in carcere (con ogni comforts) sino al 5 gennaio, quando si svolgerà il quarto procedimento - E' una nuova vittoria della difesa - Molti sono convinti che non tornerà in Italia - Le dichiarazioni del ministero danese della Giustizia sulla «insufficiente documentazione» giunta dall'Italia smentite dal magistrato a Venezia (Nostro servizio particolare) Copenaghen, 10 dicembre. Tutto si è svolto come previsto, oggi, al tribunale di Copenaghen. Il giudice ha deciso che Attilio Marzollo (accusato in Italia per un crack di 27 miliardi) rimanga in stato di fermo fino al 5 gennàio prossimo. Si tratta, in pratica, di una vittoria della difesa dell'ex agente di cambio veneziano, che ha tutto l'interesse a rimandare una soluzione sulla vicenda. Marzoilo ha superato oggi il suo terzo scontro con la giustizia italiana, l'Interpol e il procuratore del re presso la polizia danese. In Danimarca, molti .sono ormai convinti che estradare Marzollo sia ormai molto difficile, se non impossibile. 'Attilio Marzollo ha lasciato stamane la cella n. 922 del carcere, dove si trova rinchiuso da oltre un mese, e, accompagnato da un agente in borghese, s'è trasferito con un'auto civile della polizia al tribunale centrale. L'ex agente di cambio appariva tranquillo. Infatti sapeva già che il suo legale, l'avvocatessa Jette Hecht-Johansen, era sicura che il tribunale avrebbe rinviato ogni decisione. Marzoilo è apparso molto più rinfrancato di quindici giorni or sono. Ha fatto un mezzo sorriso ai fotografi ed ha alzato la mano destra in un timido gesto di saluto. L'udienza si è iniziata pochi minuti dopo l'arrivo dell'ex agente di cambio in aula. Il giudice ha guardato Marzollo, gli ha chiesto il nome, poi ha dato la parola all'accusa, impersonata dal procuratore del re presso la polizia, Leo Lemwigh. Questi ha detto: «Devo informare la Corte che il ministro della Giustizia, che segue questa causa di estradizione, non ha ancora avuto il tempo di esaminare l'intero fascicolo. Inoltre, il ministro della Giustizia non può valutare esattamente la situazione su non ha il modo di conoscere le deduzioni della difesa. A causa della avvocatessa Joliunsen. queste deduzioni non sono ancora pronte. Chiedo pertanto che la Corte rimandi ogni decisione sulla estradiliane, ordinando il prolungamento dello stato di fermo». Il giudice ha chiesto al signor Lemwigh: «Per quanto lampo?» Risposta: «Dato che Ira poco iniziano le feste di Ni tale, penso sia difficile per le parti in causa poier avere le loro deduzioni pronte prima della fine dell'unno. Mi rimetto alla decisione del giudice». Il magistrato si è rivolto alla signora Johansen e le ha dato la parola. L'avvocatessa ha detto: «Mi associo alla richiesta dell'accusa». Il giudice ha domandato a Marzollo se acconsentiva al prolungamento del l'ermo. Risposta chiara ed immediata. «Si». Il giudice allora ha detto: «Questa Corte stabilisce che il signor Attilio Murzollo rimanga in stato di fermo sino al 5 gennaio 1972. Le parli sono invitate a presentare, per allora le proprie deduzioni. Dato che le parli sono d'accordo, non ritengo necessario fissare un termine di ricorso avverso la decisione di prolungamento di fermo L'udienza e lolla». Subito dopo, il giudice è uscito e Marzollo è tornato in carcere, non senza aver prima salutato la signora Johansen e sorriso nuovamente a fotografi e giornalisti. L'ex agente di cambio trascorrerà quindi il Natale e il Capodanno in Danimarca. La mossa latta dal suo legale martedì scorso, quando ha chiesto al ministro della Giustizia di poter esaminare a l'ondo ogni dettaglio della pratica, si è dimostrata op portuna e abile. L'accusa sta perdendo terreno e la difesa ne sta guadagnando pareo chio. La signora Johansen è in ogni caso favorita dal fatto che la giustizia italiana, se concio quanto si sostiene in Danimarca, è lenta a muoversi e «non sa produrre la documentazione necessaria in una lingua comprensibile per i danesi»; quindi le possibilità di estradizione si stanno tacendo sempre più remote. Marzollo non ha'altro da fare che aspettare e sperare. E' probabile che, a forza di riti vii, i danesi si «stancheranno» di tenerlo in carcere in stato di sola accusa e lo lasceranno libero. E' ciò che vuole la signora Johansen, un principe del foro di Copenaghen che difficilmente perde le cause clie accetta di sostenere. Un portavoce del ministero della Giustizia danese aveva rdMT rilasciato giorni or sono una dichiarazione che in pratica fa il punto sulla situazione di Marzollo: «La documentazione giuntaci dall'Italia non è sufficientemente chiara ed esauriente —, aveva detto — attendiamo altre informazioni». E' una dichiarazione che sorprende un po' tutti in quanto, dopo il viaggio del capo della mobile e del magistrato che si occupano del «caso» a Venezia, si pensava che la richiesta di estradizione non presentasse il fianco alle manovre della difesa. Walter Rosboch

Persone citate: Attilio Marzollo, Hecht, Johansen, Leo Lemwigh, Walter Rosboch