"La crisi tocca la Cee non solo l'Euratom,,

"La crisi tocca la Cee non solo l'Euratom,, Conferenza stampa di Spinelli "La crisi tocca la Cee non solo l'Euratom,, (Dal nos'.ro corrispondente) Bruxelles, 7 dicembre. Non solo l'Euratom, ma la Comunità intera si avvia alla «decomposizione» se non interverranno radicali riforme nei meccanismi istituzionali della Cee. E' il commento del commissario italiano Spinelli, all'indomani del fallimentare consiglio dei ministri che avrebbe dovuto rilanciare la ricerca comune ed ha fatto invece segnare un nuovo passo verso la fine dell'Euratom. Spinelli, che è il responsabile del piano proposto dalla Cee per il rilancio della ricerca comune respinto dai «Sei» per l'opposizione francese, ha colto l'occasione di questo «fiasco» per attaccare l'immobilismo della Comunità. «Quanto è accaduto ieri notte, ha detto, non è che la ripetizione di una commedia che si recita regolarmente sul palcoscenico c'.i Bruxelles. Il rilancio dell'Euratom, da cui dipende il lavoro di migliaia di persone e le speranze di una politica comunitaria di ricerca, non è avvenuto cosi come, nei giorni scorsi, non sono partite la politica regionale, la jolitica dei trasporti, la politica sociale, l'unione economica e monetaria, le direttive di attuazione per la riforma dell'agricoltura». Tutto questo, ha sottolineato Spinelli, perché la politica europea resta un semplice e spesso scomodo accessorio delle politiche nazionali: «I ministri giungono a Bruxelles avendo già alle spalle le scelte compiute nei rispettivi Paesi». L'incapacità di prendere serie decisioni a «sei» rende addirittura «angoscioso» il pensiero di quanto accadrà se e quando sederanno al tavolo 1 Consiglio dieci ministri del «La sola speranza, ha aggiunto il commissario italiano, sta nel vertice del prossimo anno. Più che generiche affermazioni di buona volontà che non servirebbero a nulla, esso dovrà produrre serie riforme nelle istituzioni, trasformando il consiglio dall'organo onnipotente e in realtà impotente che è, in uno dei tanti anelli della catena decisionale. Essa dovrà vedere il Parlamento democraticamente eletto e una nuova commissione esecutiva assumere diverse e maggiori responsabilità».

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