La campagna dei francesi per la televisione a colori

La campagna dei francesi per la televisione a colori «tubo a griglia» e continuare ad utilizzare il tubo americano, come ha fatto finora. Il «Secam», d'altra parte, corre il rischio di non potersi più chiamare «Secam», ma il problema è minore e va riferito soprattutto come una curiosità aneddotica. Infatti, quando tale nome fu scelto nel 1961 dalla Compagnie Fracaise de Télóvision nessuno si accorse che era stato adottato nel 1924 dalla «Société d'études et constructions mécaniques» la quale fabbrica articoli di ottica che hanno avuto un certo successo. La società ha quindi citato la Compagnie Frangaise de Télévision cui è stato intimato di non utilizzare più il nome «Secam». Ora si attende la sentenza d'appello. Loris Mannucci La campagna dei francesi per la televisione a colori Parigi spera che l'Italia adotti il sistema «Secam» invece del tedesco « Pai », che fino a questo momento ha ottenuto maggiori consensi (Dal nostro corrispondente) Parigi, 6 dicembre. Dalle decisioni del governo italiano, che per la televisione a colori deve scegliere tra il sistema jrancese «Secam» ed il sistema tedesco «Pai», dipende l'avvenire del primo di essi, secondo opinioni di cui si sono fatti eco l'agenzia France-Presse ed il Journal du Dimanche. Attualmente, il sistema «Secam» è stato adottato soltanto da sei Paesi (oltre che in Francia naturalmente): Unione Sovietica, Ungheria, Repubblica democratica tedesca, Polonia, Libano e Repubblica araba unita. Altri due Paesi — Cecoslovacchia e Bulgaria — hanno optato per il sistema francese, ma la decisione non è ancora definitiva. Non si può dunque dire che il «Secam» abbia avuto molto successo, e si ammette a Parigi che il «Pai» è per ora in miglior posizione. Perciò l'att azione è rivolta a Roma. Si pensa che se l'Italia sceglierà il «Secam» la Spagna farà altrettanto, e nella sua scia verrebbero poi tutti i Paesi dell'America Latina. «Certi osservatori — ha scritto l'agenzia France-Presse — arrivano a dire che dalla decisione italiana dipenderà il sopravvivere o la morte del sistema francese a scadenza più o meno lunga». E molti, in ambienti autorevoli, pensano che il governo francese sia disposto a dimostrare la sua gratitudine per la scelta italiana del «Secam». Nel campo della televisione la Francia sta perdendo inoltre la battaglia del tubo televisivo, e ciò potrebbe avere ripercussioni sul «Secam». Il governo decise a suo tempo (il generale De Gaulle era ancora all'Eliseo) di costruire in Francia anche il tubo televisivo e l'inventore del «Secam» propose il «tubo a griglia». La certezza di poterlo realizzare rapidamente era tale che il governo di Parigi concluse un accordo con quello di Mosca per la cessione del brevetto in modo che la fabbricazione del «tubo a griglia» potesse iniziarsi nell'U¬ nione Sovietica al più tardi entro la fine del 1970. Il termine è scaduto ormai da un anno, il laboratorio sovietico è pronto nei dintorni di Mosca, ma il «tubo a griglia» francese, ancora allo stato di prototipo, non può essere fabbricato in serie: alcune difficoltà tecniche non sono state superate per ora. Ma gl'industriali non possono aspettare, e coloro che, come Thomson-Brandt e Philips, avevano deciso di fabbricare il tubo francese si sono rivolti agli americani per poter produrre, su licenza, il loro modello. Per la tecnologia francese è una sconfitta che — scrive L'Aurore — «può di rimbalzo scuotere il prestigio del "Secam"», anche se tale sistema di televisione a colori può fare a meno del

Persone citate: Brandt, De Gaulle, Loris Mannucci, Thomson