Interrogato dal giudice un indiziato per il crollo di Adriaco Luise

Interrogato dal giudice un indiziato per il crollo La strage a Napoli per riscuotere l'assicurazione Interrogato dal giudice un indiziato per il crollo I due sopravvissuti si dichiarano innocenti - Pare implicato anche il proprietario dello stabile - Il palazzo valeva quaranta milioni ma era assicurato per 183 - La sciagura provocata da uno sbagliato dosaggio del carburante per provocare l'incendio (Dal nostro corrispondente) Napoli, 6 dicembre. Le indagini sulla sciagura di Frattaminore seguono ogni possibile indizio e di ora in ora aumentano gli elementi che rendono più mostruoso il piano, attuato per un pugno di milioni e trasformatosi in una strage con quindici morti e nove feriti. Gli inquirenti ritengono di saperne ancora molto poco sul disastro: chi portò a compimento l'incendio? Chi fu la mente della truffa a danno della società assicuratrice? Quali gli organizzatori? Per il momento gli indiziati sono cinque: i fratelli Giosuè e Antonio Parolise, di 35 e 24 anni, e Gennaro Martinelli di 26, che hanno pagato con la vita il loro losco piano; il commerciante settantenne Raffaele Donelli e il socio Francesco Mozzillo, di 60 anni. Entrambi arrestati — l'uno è in carcere, l'altro è piantonato in ospedale travolto dalle macerie — si sono dichiarati innocenti. L'accusa nei loro confronti è di «incen dio doloso, distruzione fraudolenta delle loro cose, pluri mo omicidio aggravato». Stamane il sostituto procuratore dottor Massimo Krogh ha interrogato in ospedale Francesco Mozzillo, le. cui condizioni sono lievemente migliorate. Poiché egli alterna momenti di riprese a preoccupanti ricadute, il magistrato si è affrettato ad ascoltarlo, ma sull'esito del colloquio, coperto dal segreto istruttorio, nulla è trapelato. Restano quindi ancora da chiarire i ruoli sostenuti dagli incendiari e fare una ricostruzione più dettagliata della dinamica della sciagura. Alla luce di altri elementi emersi durante l'inchiesta sembra che all'organizzazione della tentata truffa a danno della società assicuratrice «La Cattolica» non fosse estraneo lo stesso proprietario dello stabile, Salvatore Martinelli, di 57 anni, rimasto vittima del disastro insieme con la moglie e col figlio. E' stato accertato che egli aveva stipulato con la «Fondiaria» due polizze, una di 65 I milioni per danni alla palazzi- na e l'altra di 22 per l'appartamento da lui occupato in caso d'incendio. In effetti sull'edificio di via Giovanni XXIII gravavano ben tre assicurazioni per complessivi 183 milioni di lire. «Tre assicurazioni — dicono gli investigatori — per un palazzo il cui costo, quando era stato realizzato cinque anni fa, non aveva superato i 40 milioni». Altri elementi sono emersi sulla polizza di 96 milioni del Donelli che è così ripartita: 60 milioni per la merce, 25 milioni per l'immobile e 11 per eventuali danni a terzi. Essa all'origine era intestata allo stesso proprietario dello stabile che nel maggio scorso aveva ceduto il commercio di mobili a Raffaele Donelli, passandogli anche la polizza assicuratrice. Quando venne stipulato il contratto i due si recarono insieme negli uffici della filiale di Caserta, firma¬ rono il passaggio ed in quel l'occasione il Donelli pagò la rata annua di 197 mila 500 lire. Alla base della sciagura di Frattaminore vi sarebbe stato il proposito di frodare due compagnie assicuratrici ed è per questo che l'ipotesi della partecipazione del Martinelli va prendendo sempre più consistenza. Si ricorda che Salvatore Martinelli è stato estratto dalle macerie al pari del figlio Gennaro e dei fratelli Parolise ancora vestito. Gli mancavano soltanto, le scarpe. «Forse aveva sorvegliato — sostengono gli inquirenti — che tutto il piano ideato si attuasse senza errori ed era rientrato nel suo alloggio per infilarsi a letto e simulare sorpresa al momento dell'allarme. Si era tolto appena le scarpe quando l'imprevisto scoppio lo ha fatto saltare in aria con tutto lo stabile». Ma quali erano le intenzioni degli ideatori della tentata truffa? Si voleva danneggiare anche il fabbricato in modo da fare scattare tutte le polizze assicurative oppure limitarsi soltanto all'incendio del negozio e dello scantinato? L'opinione che prevale questa sera è che il Martinelli, il Donelli e gli altri volessero provocare danni abbastanza consistenti e racimolare un bel mucchio di quattrini. Soltanto l'inesperienza nel dosaggio del carburante, che hanno profuso a piene mani con l'irroratore adoperato per spruzzare le piante, li ha traditi. Gli inquilini della palazzina scampati alla sciagura hanno ricordato un particolare che potrebbe confermare la tesi che si voleva provocare un sinistro e non un focherello da niente. Tra l'agosto ed il settembre scorso Salvatore Martinelli in pieno accordo col commerciante Donelli aveva privato gli inquilini del¬ le piccole cantine. Per impedirne l'accesso avevano innalzato dietro la porta che dava sull'atrio del palazzo anche un muro divisorio. Il pretesto fu che i vani servivano al Donelli per il deposito dei mobili, ma oggi alla luce di quanto è accaduto viene giudicato come una precauzione presa dagli ideatori del colpo per agire indisturbati. Adriaco Luise

Luoghi citati: Caserta, Frattaminore, Napoli, Parolise