L'Egitto chiede sanzioni contro Israele Un piano di 4 Stati africani per la pace
L'Egitto chiede sanzioni contro Israele Un piano di 4 Stati africani per la pace La crisi del Medio Oriente all'Assemblea dell'Onu L'Egitto chiede sanzioni contro Israele Un piano di 4 Stati africani per la pace Più cauto del previsto il discorso alle Nazioni Unite del ministro Riad; domani la replica di Abba Eban - Camerun, Nigeria, Senegal e Zaire propongono una nuova missione di farring (Dal nostro corrispondente) New York, 4 dicembre. Dopo il discorso del ministro degli Esteri egiziano, Riad, all'assemblea generale delle Nazioni Unite, e la conferenza stampa del premier israeliano, Golda Meir, a Washington, il pericolo di una ripresa del conflitto nel Medio Oriente appare minore di quanto si temesse. Le prospettive di una soluzione deUa crisi non sono però buone. Si attende lunedì il discorso del ministro degli Esteri israeliano, Abba Eban, nella speranza, peraltro tenue, che contribuisca ad una schiarita. Quattro Stati africani, Camerun, Nigeria, Se¬ negal e Zaire, hanno intanto presentato un piano di pace al segretario Thant. Riad è stato più cauto del previsto, nel suo intervento di ieri sera durato circa un'ora. Ma, mentre non ha minacciato il ricorso alle armi, si è mostrato inflessibile sui termini di un eventuale accordo con Tel Aviv. Ha inoltre chiesto rigide sanzioni contro Israele (sospensione dell'assistenza tecnica e degli aiuti economici), nel caso che rifiuti di impegnarsi con Jarring al ritiro delle truppe dai territori occupati. La posizione dell'Egitto è che Jarring deve riprendere la sua missione, interrotta lo scorso marzo, ma con l'intesa che alla fine gli israeliani abbandoneranno le regioni conquistate. Riad ha anche attaccato gli Stati Uniti, per l'appoggio dato a Tel Aviv. Israele, ha detto, non solo non ha ricambiato collaborando con « gli onesti tentativi di mediazione americani », ma, forte di quest'appoggio, è venuto meno ai suoi obblighi. E' tempo, ha detto Riad, che gli Stati Uniti adottino sanzioni contro questo Paese. La reazione israeliana è stata immediata e dura. Un portavoce della rappresentanza all'Onu ha precisato: « Se l'assemblea generale accoglierà le richieste egiziane, sarà ìm- possibile la ripresa della missione Jarring. Noi non vogliamo precondizioni ». Nella sua conferenza stampa, la signora Golda Meir ha ammesso che « rimangono alcune divergenze con Washington », ma che « alcuni equivoci sono stati superati ». Il premier ha dato l'impressione che Nixon, col quale ha avuto un colloquio di due ore l'altro ieri, abbia rifiutato di fornirgli gli aerei supersonici «Phantom», ma gli abbia promesso tutto l'aiuto necessario per mantenere l'equilibrio delle forze nel Medio Oriente, in caso di necessità. « Il Presidente ha un'idea molto chiara dei problemi » ha dichiarato « e capisce il nostro modo di esaminarli. L'America ci è amica ». Il punto focale è il ritorno di Jarring sulla scena dell'Onu. Il piano di pace presentato a Thant dai quattro Stati africani si accentra su j di esso. I quattro Stati cercai no di evitare l'ostacolo dell'impegno preventivo di Israele al ritiro delle truppe dai territori occupati, in un modo originale: dicendo cioè che la missione dovrebbe basarsi sul principio, sancito dallo statuto dell'Onu, che proibisce « l'acquisizione di territori tramite guerra ». In pratica, la questione sarebbe rinviata alle trattative di pace vere e proprie, cosa a cui l'Egitto è contrario. Thant sta esaminando il piano con cura, per ora non si è pronunciato. e. c.
Persone citate: Abba Eban, Golda Meir, Nixon, Phantom, Thant
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