Un incendio doloso e (forse] la dinamite hanno distrutto la casa; sono 15 i morti

Un incendio doloso e (forse] la dinamite hanno distrutto la casa; sono 15 i morti La difficile inchiesta sull'esplosione a Frattaminore presso Napoli Un incendio doloso e (forse] la dinamite hanno distrutto la casa; sono 15 i morti I tecnici parlano di una « carica eccezionale » : il palazzo era di cemento armato e si è sbriciolato - Non ancora spiegata la presenza di tre persone nello stabile (due morte, una ferita) al momento dello scoppio - Sequestrata l'auto d'una vittima: trasportò l'esplosivo? (Dal nostro corrispondente) Napoli, 3 dicembre. Prosegue senza soste l'inchiesta sulla tragedia di Frattaminore, dove oggi dalle macerie del palazzo sventrato dall'esplosione sono stati estratti i corpi di sei dispersi. Dapprima la famigliola del sarto Gaudino, padre, madre e due figli. Orribilmente sfigurati l'uomo e la donna; intatti e sereni, come se dormissero, i due piccini, Salvatore, di 3 anni, e Ur-.berto, di pochi mesi. Poi, nel tardo pomeriggio, i cadaveri dei coniugi Martinelli, proprietario dello stabile. Anch'essi straziati dallo scoppio. Le vittime accertate della strage sono salite a 15. Il paese è apparso sgomento davanti a questo bilancio. Sempre chiusi i negozi e le scuole in segno di lutto, quasi paralizzate le altre attività, la popolazione sta vivendo giorni di angoscia. Ha seguito l'opera di soccorso, è rimasta muta davanti ai detriti frammisti alle povere suppellettili che costituiscono i resti del palazzo Martinelli, dove hanno trovato orribile fine padri, madri, bambini. Soprattutto due domande si pongono gli abitanti di Fratta: chi e che cosa hanno provocato tanta distruzione, hanno seminato la morte? Interrogativi inquietanti che per il momento non trovano risposta. Polizia, carabinieri e magistratura sono impegnati nelle indagini, ma i loro sforzi non sono stati coronati dal successo. Tutti gli accertamenti effettuati finora non sembrano avere, imboccato la direzione giusta, né è stata raggiunta la prova determinante per quanto riguarda la natura dell'esplosivo che ha provocato l'esplosione di così grandi proporzioni. L'inchiesta non ha subito battute d'arresto; giorno' e nòtte nella casèrma "dèi carabinieri, presso il cumulo delle macerie, nell'obitorio dell'ospedale dove sono state allineate le straziate salme, gli inquirenti continuano a controllare, a vagliare tutti gli elementi per far luce sulla sciagura. Non vi sono dubbi: lo stabile a due piani dove alloggiavano cinque famiglie (25 persone) è saltato in aria per lo scoppio di un ingente quantitativo di esplosivo. « Palazzo Martinelli — dice un ingegnere de: vigili del fuoco — non era un comune edificio per abitazione, ma una vera e propria casamatta. Stracarico di ferro e cemento, è stata necessaria un'eccezionale carica per disintegrarlo ». Resta da stabilire, però, quale forza dirompente abbia determinato la tremenda esplosione che ha scardinato le robuste strutture. Oggi, scavando nel sottosuolo, sono stati trovati inclinati anche i pilastri delle fondamenta. L'inchiesta è rigorosa e gli inquirenti non vogliono arrischiare opinioni azzardate. Da un momento all'altro si potrebbero raggiungere, attraverso gli esami dei reperti sequestrati, prove decisive. Negli ambienti vicini agli inquirenti è prevalsa questa sera una ipotesi forse più attendibile delle altre. E' quella di un incendio doloso. « Qualcuno — dicono — ha appiccato il fuoco al deposito di mobili senza essere a conoscenza che nello scantinato dello stabile vi erano potenti esplosivi ». Chi potrebbero essere i responsabili non si sa. A sostegno di questa tesi vi sarebbe qualche prova. « E' stata trovata oggi nelle macerie — dicono gli inquirenti — una latta e alcuni stracci bruciacchiati con l'odore caratteristico del carburante. Siamo all'inizio e non alla fine dell'indagine, non abbiamo concluso gran che,' ma siamo al punto più interessante ». Nella ridda di voci che sono circolate oggi, vi è anche quella di quattro persone fermate e poi rilasciate. Gli inquirenti si sono affrettati a smentire la notizia. « E' un momento delicato — hanno detto — non possiamo infierire su persone già duramente colpite dalla sventura. Del resto se non si arriva al lo- coiaio dello scoppio non possiamo dire nulla di preciso in proposito. Dobbiamo vederci chiaro fino in fondo ». I sospetti sono sempre puntati su quattro, cinque persone, ma soprattutto su quelle travolte dallo scoppio la cui presenza nello stabile non ha trovato una valida spiegazione. Sono i fratelli Giosuè e Antonio Parolise, di 35 e 24 anni estratti cadaveri (completamente vestiti) dalle macerie, e Francesco Mozzillo, di 60 anni, ricoverato in gravi condizioni in ospedale. La natura delle ferite e altri elementi emersi dalla perizia necroscopica hanno fatto scartare l'ipotesi che essi si trovassero a passare per via Giovanni XXIII al momento del disastro. Resta dunque da approfondire per quali motivi si trovavano alle due di notte nell'edificio e con chi. Molto interessante la dichiarazione di Maria Perrotta. la moglie di Giosuè Parolise. La donna, in attesa del quinto figlio, non sa darsi pace e tra le lacrime dice: « Avevo consigliato a Giosuè di non mettersi nei pasticci; ma luì mi aveva rimproverata aspramente. "Sono cose che non ti riguardano, aveva detto, non ti faccio mancare nulla, di che ti lagni?". E adèsso ;soft o-"sóftt 'cori' quattro figli e uno che deve venire, se mi avesse ascoltato... ». Questa sera è stata sequestrata l'utilitaria di Gennaro Martinelli, di 26 anni, figlio del proprietario del palazzo e anch'egli estratto cadavere con gli abiti ancora indosso, a pochi metri dai fratelli Parolise e da Francesco Mozzino, nell'atrio dello stabile. La « 500 », semidistrutta, è priva del sedile posteriore e su questo particolare si è accentrata l'attenzione degli inquirenti. Verrà sottoposta ad un attento controllo degli esperti per stabilire se di recente è stata adibita al trasporto di esplosivo. Adriaco Luise Salvatore Martinelli, proprietario della casa morto sepolto sotto le macerie

Luoghi citati: Frattaminore, Napoli, Parolise