I monaci del weekend di Gigi Ghirotti
I monaci del weekend SOCIETÀ MODERNA E CRISI DEGLI ANTICHI ORDINI I monaci del weekend Soprattutto sull'Appennino fra Umbria e Toscana va diffondendosi un nuovo eremitismo, spesso a durata temporanea e senza perennità di voti, legato al «secolo» che è visto come l'habitat naturale dell'uomo e di Dio - Il movimento fa capo ai «piccoli fratelli », un Ordine che unisce la vita attiva a quella contemplativa - Ne è animatrice la singolare figura di Carlo Carretto (Dal nostro inviato speciale) Spello (Perugia), dicembre. Noti vestono il saio, non calzano i sandali. I « piccoli fratelli di Gesù », maglioni e giubbe a vento, li trovi nei lebbrosari e negli slums, nel fondo delle miniere e negli accampamenti degli hippies, nelle periferie urbane, nell'atrio delle grandi stazioni ferroviarie. Nelle carceri femminili (anche in Italia) le « piccole sorelle », debitamente autorizzate, condividono la condizione delle recluse. In forme discrete, senza dar nell'occhio, questi nomadi della ricerca religiosa del nostro tempo si cimentano in un'aspra pendolarità tra « il secolo » e il deserto, l'eremo, la minuscola comunità orante. Non c'è più separazione di compiti tra Marta operosa e Maria meditativa. « Oggi si contempla Dio per la strada », dicono i giovani teologi della « Pro civitate Christiana » di Assisi. A Spello, nel cuore sacro dell'Umbria, incontriamo uno dì questi corpuscoli del moderno monachesimo senza cappuccio, senza abati, senza nemmeno perennità di voti e suddivisioni nette tra lo stato sacerdotale e lo stato non sacerdotale. Ha preso dimora nel vecchio convento attiguo al cimitero. Li guardi, e ti sembrano studenti: una brigatella di studenti miti e festosi. Pregano e sfaccendano nel secchiaio. Pregano e, alla mattina, escono per i campi, a lavorare nelle fattorie rimaste semideserte per l'esodo contadino. Il refettorio è uno stanzone annerito per secolari fumigazioni. Tutte le superfici, di pietra o di legno, sono ruvide al tatto. Vicino al fuoco Il caminetto è un immenso focolare, che occupa un'intera parete: quando vien la sera, s'accostano gli sgabelli: intorno al fuoco, i « piccoli fratelli » e i loro ospiti di passaggio si raccontano le loro storie. Confessione in pubblico, procedimento psicoanalitico, autocritica di gruppo? Nessuna di queste definizioni è accettata. « Non c'è obbligo, si capisce, ma chiunque arriva per stare un po' insieme con noi sente il bisogno di dire 'e ragioni della sua scelta, i particolari della sua esperienza. Perché non rimane anche lei? Una settimana, due, tre giorni: quel che le sembrerà necessario... ». «Quanto ci si sta, di solito?». « Non c'è un " di solito ": si sta il tempq che è necessario. Un giorno, una stagione, anche tutta la vita ». Alcuni son giovani sacerdoti, altri impiegati, professionisti, studenti. Quasi tutti del Nord. « Come mai? ». La risposta non me la voglion dare i « piccoli fratelli», ma i nuovi teologi non hanno dubbi sulla diagnosi: è il danaro che provoca la fuga dal danaro, il disgusto per il benessere, il rifiuto delle vanità. « Quando si ha il superfluo », mi ha detto padre Vittorino Joannes, « è logico che si va a cercare l'essenziale ». Il convento di Spello, con la sua piccola comunità, è l'epicentro d'una costellazione di eremi, dodici in tutto, che si aprono a persone singole, a gruppetti di religiosi e di laici, anche a coppie di sposi, assetati d'acqua sorgiva. E' un'evasione, spesso di breve durata. Il teatro di questo nuovo anacoretismo sono le aspre vallette che conobbero le penitenze degli antichi eremiti: quattro mura screpolate, un tetto cadente, uno sperone di roccia grigia, silenzio e solitudine, e il mormorio del vento che trascorre sui faggi. Gli eremiti riaccendono il fuoco sui poveri caminetti, riaggiustano le case rustiche in abbandono, i chiostri cadenti le cui pietre sono consumate dal passo di lontani monaci della prima fioritura francescana. Tremila persone, in media, si alternano nel corso dell'anno in questi eremi. Spesso/soltanto per un weekend: poche boccate d'aria, e poi tornano a tuffarsi « nel secolo ». a bordo della « Mercedes » sulla quale sono arrivati. Difficile dir qualcosa dì questo neo-eremitismo che fa capo, per la preghiera in comune, alla comunità dei « piccoli fratelli di Gesù ». L'animatore dell'iniziativa è Carlo Carretto, antico dirigente dell'Azione Cattolica, entrato in religione quasi vent'anni fa, passando per la porta dei « piccoli fratelli ». Dopo il Sahara Protei Carlo trascorre sci mesi nel deserto, in un romitaggio del Sahara, e sei a Spello, nella comunità di cui abbiamo parlato. Egli rappresenta un « caso » letterario unico nell'Italia dei nostri giorni. In queste settimane, passa da una città all'altra p".r presentare il suo ultimo libro. Il Dio che viene (quarantamila copie vendute in prenotazione; dei suoi precedenti volumi. Lettere dal deserto e Al di là delle cose, sono state vendute settantamila e duecentomila copie, e sono apparse traduzioni in molte lingue, anche in giapponese). Dap¬ pertutto, platee fervidissime. La letteratura gremite e spirituale non ha mai avuto grande foriuna in Italia, eppure successi come quelli di Carlo Carretto, o di punte avanzate della nuova teologia come Diario dell'Esodo di Ernesto Balducci, Preghiera nuda di Juan Arias e Vangelo senza miti di Louis Evely farebbero felice qualsiasi editore di « generi » considerati di maggior presa sul pubblico. Non è che stiamo diventando un popolo di teologi, ma qualcosa sta cambiando, qualche germoglio nuovo sta spuntando sul tronco secolare che fino a ieri dava ristampe di vecchie agiografie e trattatelli di preparazione alla vita matrimoniale, e anche questo è indice di crescente interesse per la ricerca religiosa. Lunga parabola « Pensi », mi dice Vincenzo D'Agostino, vicepresidente della « Pro civitate Christiana » di Assisi, « che il libro di Evely propone ipotesi di studio che in altri tempi e per molti secoli furono respinte con sdegno dalla teologia cattolica». L'ipotesi che Cristo non sia stato fisicamente assunto in Cielo, che non abbia fisicamente camminato a piedi asciutti sull'acqua, che non abbia fisicamente moltiplicato i pani e i pesci ma soltanto insegnato agli uomini a scuotersi dal fatalismo e a meglio utilizzare le proprie risorse: che le Scritture, e il Vangelo in particolare, sian da leggersi come un'ininterrotta parabola, di cui i significati van colti con più. attenta meditazione personale ed anche con uno sforzo interpretativo compiuto in équipe. Dice Carlo Carretto: « Via via che l'uomo conosce il visibile cresce in lui il desiderio di scoprire anche l'invisibile, tutto ciò che si cela e si agita al di là della ragione e del sentimento, oltre l'opaco spessore della realtà ». Egli è il più tradizionalista tra i mistici nuovi. Il suo incontro con l'Invisibile conserva la «verticalità» del colloquio diretto ottenuto per vie di fede. « Il mondo moderno ci obbliga a purificare la nostra fede. Per questo ci distacchiamo, almeno a tratti, dal secolo: lo facciamo per prendere le distanze dalle cose, dal benessere, dalla civiltà dello strepito, dei consumi, dei computers. Non tutti possono ritirarsi nel deserto, e del resto il deserto per noi ha lui fascino e un significato perché rappresenta un simbolo. L'importante è dedicare qualche ora della nostra giornata a interrogare noi stessi, e per questo può bastare anche un weekend nell" eremo. Può bastare, perché insegna a prendere gusto alla meditazione e anche al contatto con gli altri confratelli, impegnati nella stessa ricerca». I a piccoli fratelli di Ge¬ sù » associano i due momenti della vita religiosa, quello attivo e quello contemplati uo, in una sintesi che rompe con tutte le tradizioni del monachesimo storico e sono l'unico Ordine della cattolicità che non conosca crisi dì vocazioni, e invece un crescere insistente di richieste d'ammissione. Non tutti approvano fratel Carlo nel suo impetuoso approccio con le platee. « E' una scelta che ha fatto lui, noi ne abbiamo fatto un'altra, diversa », dicono i « piccoli fratelli » di Spello; diffidano di chi ha troppa fretta, e peggio di chi tira fuori carta e penna con il dichiarato proposito di rendere pubbliche alcune delle loro storie. L'Ammirabile In tutti gli Appennini tra l'Umbria e la Toscana, e anche sulla montagna di Noto, in Sicilia, e in Sardegna, nel Canavese e persino ai margini di Milano, si segnalano riapparizioni dell'eremitismo, in forme sommesse e pudibonde; difendono la loro privacy ritraendosi, come certi fiori di prato che contraggono i petali se una mano accenni a toccarli. Ciò che si può dire di queste nuove forme di esperienza religiosa è ch'esse prescindono dalla perennità dei voli, dal culto dei simboli sacri, persino da certe norme di comportamento monastico che sembravano intangibili e consacrate nei millenni alla storia della cattolicità. E' mutato, soprattutto, il rapporto con « il secolo », considerato non più ricettacolo del demonio, da esorcizzarsi dall'alto e da lontano. « Il mondo è l'habitat naturale del nostro prossimo, e anche il nostro prossimo è un'immagine di Dio che va contemplata », dicono ì nuovi teologi. Nella sede della « Pro civitate Christiana » di Assisi mi traducono questo impegno con un'immagine tolta dalle pagine di Jan van Ruysbroeck, un mistico fiammingo dell'età medievale (1293-1381) che fu detto « l'Ammirabile ». « Se sei in chiesa a pregare tutto solo e un fratello ti chiede un decotto, lascia di pregare e vai a preparare il decotto; perché il Dio che troverai è meno insicuro di quello che stavi pregando ». Gigi Ghirotti o La Verna. Lettura e meditazione per i novizi, sul monte dove San Francesco ebbe le stigmate (Foto Team)
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Il campione di pallone elastico all'altezza della sua fama
- Nuti:«Racconto la donna, una gioia che fa male»
- 31 MAGGIO 1995 SCATTA L'OPERAZIONE DENUNCIA (DEI REDDITI)
- Domani si inizia il campionato di pallone
- Nuti tra le sue comparse trova il paradiso in Valle
- Pacciardi chiede un'indagine sulle accuse del monarchico Caramia
- I 7 ~ : â? 1 Ira vinto ii «Premio Gr bttd i ii bi
- E9 salito su un treno sbagliato
- Biagi e il ragazzo Gesù
- Rugby, pallacanestro e pallone elastico
- Ancora nessuna notizia certa sul numero dei morti e dei contaminati in Ucraina. Scatta nella notte l'allarme in Cannila: radioattività aumentata di Ire volle. Invilo a tenere i bambini in luoghi chiusi
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- Grazie Juve, grazie Brady
- Non bastano pelliccia e permanente per fare d'un ex uomo una donna vera
- A colloquio col più famoso detective di Francia e con l'italiano che egli salvò dalla ghigliottina
- FRA MAGIA E STREGONERIA
- Internet, istruzioni per l'uso
- Tre domande a Capanna
- Nascita di Marconi
- un po'di fantascienza
- 4 TERRORISTI MORTI UNO FUGGE TUTTI GLI OSTAGGI SONO VIVI ?
- Ci sono 130 mila siciliani, 100 mila calabresi, 80 mila campani e abruzzesi
- Ancora nessuna notizia certa sul numero dei morti e dei contaminati in Ucraina. Scatta nella notte l'allarme in Cannila: radioattività aumentata di Ire volle. Invilo a tenere i bambini in luoghi chiusi
- La tragedia della transessuale Richards
- Forse altri quattro ufficiali coinvolti nella "trama nera,,
- Morto a 75 anni Amerigo Dumini uno dogli uccisori di Matteotti
- I rigori sono fatali alla Juve decimata
- Vacanze di Pasqua sotto la pioggia e con due lievi scosse di terremoto
- Due gocce di sangue possono fare piena luce sull'omicidio
- Polonghera, Sommariva, Montafia e Cuneo piangono quattro giovani coppie di sposi morti nell'incendio
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy