Salgono gli iscritti in attesa di lavoro di Giulio Mazzocchi

Salgono gli iscritti in attesa di lavoro Liste di collocamento a fine giugno Salgono gli iscritti in attesa di lavoro Con 790.441 presenze l'aumento, in un anno, è stato del 9,95 per cento - Per dirigenti e impiegati l'incremento è del 14,5 per cento: un sintomo grave dell'attuale « malessere » nelle aziende (Nostro servizio particolare) Roma, 30 novembre. Sono stati oggi pubblicati i dati sugli iscritti alle liste di collocamento (ministero del Lavoro) relativi alla fine di giugno: aggravano la situazione già descritta dall'indagine campionaria sull'occupazione svolta dall'Istat nella prima settimana di luglio. L'Istat dava un aumento di 55 mila posti occupati in agricoltura, di 12 mila nell'industria e una perdita di 181 mila posti negli altri settori, con il risultato di una diminuzione di 114 mila posti occupati. Si sarebbe dovuto pensare ad un aumento dei disoccupati; invece, sempre secondo l'Istat, questi erano diminuiti, passando da un totale di 623 mila a 539 mila. La novità di oggi è che alla fine di giugno le liste di collocamento registravano 790.441 presenze, al netto degli addetti agricoli, con un aumento di 71.541 iscrizioni, pari a più 9,95 per cento. Non tutti gli iscritti sono disoccupati, molti infatti s'iscrivono anche per trovare un lavoro più consono alla loro qualifica o per uscire da una situazione di sottoccupazione (l'Istat indicava i sottoccupati in 233 mila contro 220 mila un anno prima). Come mai tante differenze tra le due rivelazioni? L'indagine dell'Istituto di statistica è fatta per campione e i campioni locali hanno pesi predeterminati, ma l'attuale situazione congiunturale non collima con i precedenti parametri. Essa investe infatti specificamente alcuni settori (per esempio l'edilizia e il tessile) nient'affatto omogenei rispetto al territorio nazionale, bensì concentrati in certe zone. In più, i dati recenti degli iscritti alla Cassa integrazione guadagni mostrano che nel Sud non ci sono state variazioni, i forti incrementi riguardano quasi esclusivamente il CentroNord. In questa situazione, quindi, l'indagine campione è solo indicativa. La rilevazione degli iscritti alle liste di collocamento è assai più aderente alla realtà. La realtà è che tra il giugno 1970 e lo stesso mese di quest'anno i dirigenti ed impiegati iscrittisi alle liste sono passati da 95.276 a 108.842, con un incremento percentuale del 14,5. E' il sintomo più grave del malessere attuale, perché le aziende licenziano i propri quadri direttivi solo quando sono convinte di dover attraversare un periodo di crisi di notevole durata. Per gli edili le iscrizioni registrano 147.687 presenze, con un incremento percentuale del 14,73. L'andamento della Cassa integrazione, già noto, pone in evidenza che altra disoccupazione è stata prodotta dal settore tra luglio e. settembre (si è poi fermata in ottobre). A fine giugno un altro settore fortemente presente nelle liste di cm7pCcuradiisnm collocamento era quello della metallurgia e meccanica: 72.117 iscritti, pari a 4-10,05 per cento. Sempre i dati della Cassa integrazione mostrano che successivamente v'è stato un peggioramento, non interrotto, in questo caso, neppure a ottobre. Altrettanto si può dire per le fibre tessili (14.691 iscritti). Numerosi sono anche gli iscritti al collocamento nei settori alimentare, confezione, arredamento, legno, chimica, elettrico. Per quasi tutti questi, però, gli ultimi indicatori mostrano ripresa delle attività. Non così per il commercio, che già in giugno dava aumenti degli iscritti al collocamento dal 6 all'I 1 per cento, secondo i rami. Stesso discorso vale per gli addetti ai settori carta, cartotecnico poligrafico e fotografico: in giugno i loro iscritti erano numericamente pochi (si tratta di settori di alta specializzazione, con pochi addetti), ma avevano incrementi percentuali che andavano dal 3,45 al 9,37.1 dati della produzione industriale registrano per questi settori sino a tutto agosto (ultimo dato noto) diminuzioni di prodotto che vanno dal 6 al 20 per cento. Un discorso a parte va fatto per il settore agricolo (in pratica riguarda solo i braccianti). Nelle liste di collocamento il loro numero passa da 139.800 nel giugno dell'anno scorso a 257.250 nel giugno di quest'anno, con un incremento assoluto di 117.450 persone e dell'84,03 in percentuale. Se il loro numero si comprende nel totale degli iscritti al collocamento, questi, in un anno, salgono da 858.700 à 1 milione 47.691, con un incremento del 22 per cento, catastrofico, quanto errato. Ma fare la somma è del tutto sbagliato. Nel frattempo, infatti, a seguito di un'incisiva azione dei braccianti e d'un provvedimento di legge, la richiesta di manodopera agricola deve passare tutta per gli uffici di collocamento e non più per i «caporali», che assoldavano braccianti sulle piazze. Quanti trovano lavoro tramite gli uffici, inoltre, hanno certezza di avere il regolare pagamento dei contributi, che dà poi diritto alle varie forme d'assistenza, tutte in varia misura migliorate. Giulio Mazzocchi

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