Segovia «difende» la nobile chitarra di Sandro Casazza

Segovia «difende» la nobile chitarra Incontro col musicista Segovia «difende» la nobile chitarra Oggi dà un secondo concerto a Torino Andrés Segovia ha 77 anni: suona la chitarra da quando era bambino, a Linares nella Andalusia dove nacque; Quattordicenne debuttò a Granada: ora per ascoltare un suo concerto gli spettatori danno la caccia ai biglietti nei teatri di tutto il mondo. Oggi pomeriggio il celebre chitarrista suonerà al Conservatorio, per l'Unione Musicale. E' tornato a Torino per accontentare tutto quel pubblico che dieci giorni fa non trovò posto al suo primo concerto. Lo abbiamo incontrato in un albergo cittadino. Poderoso, ancora pieno di vigore nel corpo e nello sguardo, l'arti-, sta ha un abito nero con gilet e fiocco, un grande bastone col pomo d'argento intarsiato ed un anello cardinalizio; all'occhiello porta il distintivo di una decorazione. « Ho dedicato la mia vita a quattro opere — dice Segovia. — Primo, riscattare la chitarra classica dal folklore. Secondo, crearle un repertorio nobile composto per essa da grandi musicisti. Terzo, far. sì .che i grandi Conserva^ tori si dedichino anche all'insegnamento della chitarra. Ed ultimo rendere popolare questo strumento nel mondo ». « In quale paese lei ha trovato il pubblico più appassionato alla chitarra? ». « La buona musica piace in ugual misura in ogni parte del mondo. Dagli Stati Uniti all'Australia, dall'Inghilterra al Giappone. La gente a volte è stanca della sonorità delle grandi orchestre e preferisce un suono molto musicale e delicato come quello della chitarra. Oggi conforta vedere la grande affluenza dei giovani a questi concerti. Io penso che l'avvenire della chitarra sia completamente assicurato per il repertorio che si è venuto creando e per il favore che incontra nel pubblico ». « Quanti concerti fa in un anno e quante ore dedica, ancora, all'esercizio? ». « Ormai ho cercato di rinunciare agli impegni in paesi troppo lontani: Giappone, Australia, Sudafrica. Dò circa sessanta concerti ogni anno, dedicando quattro o cinque mesi alle tournée in America e 2 mesi a quelle in Europa. Mi esercito molte ore il giorno, specialmente per mantenere l'agilità delle mie dita: anche se il mio sistema nervoso non mi ha mai creato problemi » dice il maestro. Stende la mano e la tiene immobile per quasi un minuto. « L'esercizio è necessario perché la tecnica della chitarra è difficile. Dicono che l'artista è sempre il prodotto del 10 per cento di ispirazione e del 90 per cento di traspirazione ». La settimana scorsa il pubblico italiano attendeva una esibizione di Segovia alla tv in Canzonissima, ma il chitarrista non è apparso sui teleschermi. « Preferisco fare dieci concerti piuttosto che un disco, e dieci dischi piuttosto che una "seduta" in televisione », spiega il maestro. Sandro Casazza

Persone citate: Andrés Segovia, Linares, Segovia