Verso un accordo monetario? di Arrigo Levi

Verso un accordo monetario? MARTEDÌ E MERCOLEDÌ IL "GRUPPO DEI DIECI,, A ROMA Verso un accordo monetario? (Nostro servizio particolare) Roma, 27 novembre. Il negoziato sulla crisi monetaria sta per ricominciare a Roma; le prossime giornate saranno importanti, forse risolutive. Il segretario al Tesoro americano, Connally, arriva poco prima della mezza notte con un aereo speciale a Ciampino; alle 17.30 di doma ni è atteso il Cancelliere dello Scacchiere Barber. L'uno e l'altro saranno ricevuti dal ministro del Tesoro FerrariAggradi, e avranno con lui incontri di lavoro, domani stesso e lunedì mattina. Intanto affluiranno a Roma i ministri finanziari delle «grandi potenze» economiche, in vista delle due giornate di negoziato multilaterale, martedi e mercoledì. Si incomincerà martedì mattina con la riunione dei ministri della Cee: forse, per la prima volta, questo consiglio della Cee anziché a «sei» si terrà a «set U», presenti cioè anche gli inglesi com". se fossero già entrati nella Comunità. Martedì pomeriggio avrà iniziò la conferenza del «Gruppo dei dieci»; i sette già nominati. meno il Lussemburgo, più gli Stati Uniti, il Canada, la Svezia e il Giappone. I «dieci» diventano in realtà «undici», perché alle riunioni di questo «club» di superpotenze finanziarie anche la Svizzera è sempre presente come «osservatore». Gli «Undici» continueranno i loro lavori fino a mercoledì sera. Ci saranno anche molti incontri bilaterali: Ferrari-Aggradi farà da tramite fra gli europei e Con nally. Che speranze ci sono che il nuovo «round» di negoziati produca un accordo, ossia un'intesa per il riallineamento generale delle parità, che consenta l'abolizione della soprattassa americana sulle importazioni? Cito l'opinione di uno dei personaggi che saranno al centro del prossimo negoziato: «Abbiamo fatto dei passi in avanti notevolissimi, e le condizioni per conquista re un accordo ci sono; io vedo cioè davanti a noi un lavoio ancora molto difficile, ma non impossibile, a meno che qualcuno non voglia rimandare tutto ai prossimi incontri al vertice; tuttavia, rinviare 1 un'intesa già vicina j comporta dei rischi». Gli incontri al vertice in programma sono tre: Pompidou-Brandt a Parigi il 3-4 dicembre; Nixon-Pompidou alle Azzorre il 13-14; NixonHeath alle Bermude il 2021 dicembre. L'imminenza di questi colloqui alla sommità toglie ai negoziati romani dei prossimi giorni un poco della loro urgenza: i ministri del Tesoro più direttamente interessati potrebbero rimettere le decisioni finali, e più delicate, ai loro capi di Stato o di governo. Vi sono poi taluni aspetti importanti del negoziato (come le intese di carattere commerciale) che non potranno comunque essere definiti compiutamente nei prossimi giorni. Al momento attuale sembra dunque più ragionevole supporre che la riunione risolutiva del «Club dei dieci» non sarà questa, ma una successiva, che si terrà forse prima della fine \ dell'anno, dopo i «vertici». Le grandi linee di un accordo potrebbero e dovrebbero però già emergere dal negoziato romano. Sappiamo che s cosa propongono gli europei: \ svalutazione del dollaro rispetto all'oro di circa il 5 per cento, e rivalutazione differenziata, o mantenimento delle parità con l'oro, delle altre principali monete. Yen e marco rivaluterebbero in modo sostanzioso, mentre la lira, sterlina e franco manterrebbero inalterata la parità aurea: queste monete risulterebbero alla fine «apprezzate» rispetto al dollaro, «deprezza te» rispetto a marco e yen. Nei giorni scorsi qualche fonte autorevole ha detto di ritenere che Connally accetterà a Roma la svalutazione del dollaro verso l'oro: ma questo non è in realtà acquisito. Le resistenze di Washington a un tale passo (che richiederebbe comunque un voto del Congresso) sono infatti forti, perché gli americani puntano, a lunga scadenza, a una «demonetizzazione» dell'oro. Essi suggeriscono quindi altre soluzioni, tecnicamente molto complesse, che chiamano in gioco i « diritti di prelievo » sul Fondo monetario internazionale. Nonostante i «passi avanti» che sono stati fatti anche attraverso la missione compiuta a Washington nei giorni scorsi dal dottor Rinaldo Ossola, vicedirettore della Banca d'Italia e portavoce dei «supplenti» (ossia del Comitato tecnico del «Club dei dieci »), la stretta finale del negoziato si annuncia quindi ancora difficile. L'essenziale è c.\. tutti i partecipanti ricordino — per usare una frase detta da Ferrari-Aggradi in una precedente riunione — che «nessuno ha il coltello dalla parte del manico, perché questo è un coltello che non ha manico e tutti stringono la lama». Un mancato accordo potrebbe provocare una guerra commerciale, e una crisi economica mondiale. E' vero che, se fallisse il tentativo di un'intesa con l'America, i «sei», anzi i «sette», adotteranno comunque soluzioni provvisorie comuni, prima della fine dell'anno: bene per la Comunità. Ma si andrebbe sempre alla creazione di due grandi aree valutarie e commerciali rivali: questo sarebbe molto pericoloso per tutti- Arrigo Levi

Persone citate: Barber, Connally, Nixon, Pompidou, Pompidou-brandt, Rinaldo Ossola