A New Delhi voci di guerra certa Indira visita il fronte occidentale di Sandro Viola

A New Delhi voci di guerra certa Indira visita il fronte occidentale Gli uomini del Bangla Desh all'offensiva A New Delhi voci di guerra certa Indira visita il fronte occidentale Il discorso del premier alle truppe: «Noi non minacciamo, ma non abbiamo paura delle minacce; tutto il Paese è con le sue forze armate » - Catturati cento prigionieri pakistani, 97 sono stati subito uccisi - La flotta indiana in azione (Dal nostro inviato speciale) New Delhi, 27 novembre. Yahya Khan è in trappola? A New Delhi ne sono convinti, si incontrano funzionari del governo che lo dicono apertamente, e il serissimo « Times of India » ha intitolato così, oggi, il suo editoriale: « Yahya preso in trappola ». I più convinti di tutti sono i membri della missione del « Bangla Desh » nella capitale indiana (specie di ambasciata del governo in esilio), ormai addirittura euforici. « La nostra guerra — dicono — ha suscitato gli stessi entusiasmi, la stessa solidarietà di quella del Vietnam. Solo che la nostra non durerà tanto a lungo, la vinceremo assai prima ». A parte l'enfasi dei gior¬ nali indiani (persino dei più anglomani tra essi) e le necessità propagandistiche degli uomini del « Bangla Desh », la situazione descritta qui, la trappola, non è molto lontana dal vero. Le seicento tonnellate di rifornimenti che servono ogni giorno al corpo di spedizione pakistano nel Bengala, giungono ormai con gravi ritardi e con molte difficoltà. La Marina indiana ha posto una specie di blocco all'entrata dei due maggiori porti del Bengala orientale, Khulna e Chittagong, mentre le formazioni partigiane attaccano durante la notte i battelli che dovrebbero inoltrare i rifornimenti verso l'Interno, lungo gli innumerevoli canali della regione. Gli scontri coi Mukti Bahi- ni aumentano di dimensione, e di ferocia. Una compagnia del ventiduesimo reggimento delle Frontier Forces Pakistan, si è arresa l'altra sera a una formazione guerrigliera non lontano dal confine indiano di Petrapole. Erano cento uomini, e i partigiani ne hanno ammazzati novantasette. Se un inseguimento dei guerriglieri in ritirata porta le truppe pakistane troppo a ridosso della frontiera dell'India, ecco intervenire le unità indiane. E' accaduto ancora ieri. I pakistani ci hanno rimesso un carro armato e ottanta uomini. Pur prendendo con la dovuta prudenza i bollettini di guerra delle forze del Bangla Desh (che segnalano una serie troppo clamorosa di vittorie in tutto l'Est, Nord-Est del Bengala Orientale), è certo che i guerriglieri sono all'offensiva. Benché la loro presenza non si sia ancora segnalata sul mercato internazionale delle armi, essi dispongono (come affermano con bella disinvoltura i portavoce indiani) di alcuni elicotteri. Le loro munizioni non si esauriscono mai. Così sostenuti dall'esterno, la loro offensiva potrà essere difficilmente arrestata dai comandi militari pakistani. Nella capitale pakistana, dove appena un mese fa si tendeva a minimizzare le dimensioni della guerriglia, oggi incombe un realismo di tinte pessimiste. Stamane la radio di Karachi invitava la popolazione a pregare per i oropri soldati che si battono intorno a Jessore. poco più di cento chilometri da Calcutta, uno dei vertici (con Hacca e Khulnn) del disnositivo militare nakistpno. Nes- j sun dubbio, insomma, che i | "artigiani conoscono il loro momento oiù favorevole. Possibilità di soluzioni no- I litiche non se ne vedono. Sta- j sera, al Press Club di De'h' j si parb di guerra. Non d^ila possibilità ma rte"p cortPz- j za dePa Riterrà. La « ve*» » dice addirittura, l'uni""' o do- j Dndomaii. e indica il luni»o- ! l'Ovest, le frontiere del Jammu e del Kashemir. La signora Indirà Gandhi ha ispezionato oggi le truppe nel deserto del Raja- scdmnrpttvl sthan, al confine dell'India con ii Pakistan occidentale. « Non vengo per parlare di guerra », ha detto il primo ministro. « Noi non minacciamo né abbiamo paura delle minacce. Il paese è pronto in qualsiasi momento. Voi non difendete soltanto un pezzo di territorio, voi difendete gli ideali della libertà e della democrazia. Tutto il paese è con le sue Forze Armate ». Sandro Viola (A pag. 20: Messaggi di Nixon a Mosca, New Delhi e Rawalpindi per sollecitare la fine delle ostilità fra India e Pakistan). Dacca. L'addestramento di reclute del Bangla Desh a trenta chilometri dal confine con l'India (Telefoto Upi)

Persone citate: Bengala, Indirà Gandhi, Nixon, Yahya Khan