Milleduecento detenuti sono in rivolta Catturati sette ostaggi, forse un assalto

Milleduecento detenuti sono in rivolta Catturati sette ostaggi, forse un assalto Milleduecento detenuti sono in rivolta Catturati sette ostaggi, forse un assalto La ribellione scoppiata nella notte a Rahaway, New Jersey - Feriti undici secondini - Una guardia liberata ha portato le richieste dei carcerati - «Non si deve ripetere l'errore di due mesi fa» - I rivoltosi denunciano le condizioni «impossibili» del penitenziario, circondato dai poliziotti e dai soldati (Dal nostro corrispondente) New York, 25 novembre. Due mesi e mezzo dopo la tragedia di Attica, il penitenziario dello Stato di New York dove morirono quaranta tra detenuti e guardie, un'altra sanguinosa rivolta carceraria turba gli Stati Uniti. A Rahaway, nel New Jersey, non lontano da Manhattan, i mille e duecento prigionieri si sono ribellati, ferendo undici secondini, catturandone sei, e impadronendosi anche del vicedirettore, Samuel Vulkevich. Al momento in cui scriviamo, uno dei secondini è stato rimesso in libertà con una serie di richieste. Il governatore del New Jersey, William Cahill, ha emesso un breve comunicato in cui si dice che «trattative sono in corso tra i carcerati e la direzione della prigione, e in caso di necessità sarà chiesto l'intervento di cittadini responsabili ». La rivolta è incominciata ieri sera alle 22, le 4 di stamane in Italia, al termine di una proiezione cinematografica a cui assistevano circa 600 detenuti. Uno di essi, sembra un negro « musulmano ». è balzato sul proscenio, pronunciando un infiammato discorso contro « l'ingiustizia nella società americana ». Le guardie sono accolse con il vicedirettore alla testa per sedare il tumulto, e sono state aggredite, disarmate e picchiate. Tre di esse hanno subito gravi ferite da armi da taglio. Per un paio d'ore è regnata una terrìbile confusione. Quando sono giunti i rinforzi della polizia, e un contingente della Guardia nazionale, 50 uomini in assetto di guerra, i detenuti si erano ormai impadroniti di due ali dell'edificio, avevano appiccato il fuoco a un'altra, e avevano fatto sette ostaggi. La situazione appariva tragica. Per tutta la notte è stato ì7iipossibile accertare che cosa succedeva. La polizia e la Guardia federale hanno tenuto a centinaia di metri di distanza i 300 giornalisti arrivati, col passare del tempo, da tutto il paese. A uno di essi, il tenente Hector ha dichiarato che la truppa si preparava a prendere d'assalto il penitenziario, e avrebbe ucci- so se necessario: tale dichiarazione è stala smentila più tardi. All'altoparlante si sono sentiti gli ufficiali ripetere per cinque volte degli ultimatum ai rivoltosi: « Non discuteremo con voi finché non avrete rilasciato gli ostaggi. Arrendetevi e parte delle richieste verranno accolte ». Non si sapeva nemmeno di che richieste si trattasse. L'episodio decisivo, che ha momentaneamente evitato un massacro, è stato il rilascio di un secondino, Eddiè Mullins, di 39 anni. Mullins ha detto che tra i carcerati l'atmosfera era inolio tesa. «Non vogliono assassinare nessuno, non vogliono morire, talune delle loro lamentele sono fondate. Ma hanno paura che avvenga una seconda Attica ». Mullins ha insistito che si chiamasse il governatore Cahill, che venisse messo a disposizione dei carcerati l'avvocato di sinistra William Kunstler, già presente ad Attica, che i giornalisti fossero ammessi nel penitenziario. Ha aggiunto che il vicedirettore era contuso o ferito, e aveva bisogno di un medico. « Non si deve ripetere l'errore di due mesi e mezzo fa » ha ripetuto. Nella vicenda di Attica, il governatore dello Stato di New York, Rockefeller, aveva rifiutato di intervenire. Durante l'attacco, la Guardia nazionale aveva colpito a morte anche gli ostaggi. La decisione di negoziare è stata presa nella tarda mattinata, dopo consultazioni tra la direzione del penitenziario e il governatore Cahill. Il leader dei ribelli, pare il negro Ali Ra Hassan, sostiene che il penitenziario è sovrappopolato, che le guardie bianche discriminano a danno dei prigionieri di colore, che le condizioni sanitarie e il vitto sono «impossibili» e così via. Un deputato negro del Parlamento del New Jersey. George Richardson, ha avallato queste affermazioni, descrivendo lo stato di Rahaway come « simile a quello di Attica ». Egli ha aggiunto che il vicedirettore Vulkovich, al suo arrivo, sei sole settimane fa, aveva preannunciato una serie di riforme, ma che non è ancora riuscito a attuarle a causa degli intoppi burocratici e della mancanza di fondi. e. c.

Persone citate: Cahill, George Richardson, Mullins, Rockefeller, Samuel Vulkevich, William Cahill, William Kunstler