Un'appassionata Milly

Un'appassionata Milly L'attrice-cantante fedele a se stessa Un'appassionata Milly Lo spettacolo in scèna al teatro Gobetti: canzoni sulla libertà, l'amore, la violenza - Da Brecht ai cantautori (a.bl.) Milly è tornata al Gobetti, dall'aprile del '66 non cantava, da sola, per i torinesi che tuttavia, in questi cinque anni, hanno avuto ugualmente modo di applaudirla in una commedia di Arpino e, accanto ad Achille Millo, in uno spettacolo di canti e poesie. E' tornata senza microfono, come sempre, e senza diavolerie elettroniche per il pianoforte (Raf Cristiano), la chitarra (Pino Ruga) e la fisarmonica (Nando Francia) che l'accompagnano; si faccia avanti chi in Italia sa cantare cosi, per due ore filate, una sera dopo l'altra. E' tornata con un nuovissimo recital in sei « capitoli » o momenti. Eccoli. Milly oggi — E' anche il titolo del recital; Milly non è una cantante del passato che commemora se stessa, ma un'artista continuamente sulla breccia, attenta ai mutamenti e alle nuove tendenze della canzone. I motivi di questa sezione e della successiva sono tutti di questi anni: Lauzi, Brel, Modugno, Perrotin, Negri, Gaber... Milly e l'amore — Appas-1 sionate o amare, queste can- j zoni lei le canta come se all'amore ci credesse. Infatti ci crede (e non importa che « All'amore io ci credo » sia la più ironica); anche chi l'ascolta finisce col crederci. Tanto più che ogni canzone sembra una storia vera, forse talvolta lo è. Sciarpetta e abito neri, come di consueto, spalle al muro su un lato del proscenio, Milly recita Brel, rievoca antichi splendori milanesi (« Quando ero giovane»), narra di malinconici abbandoni nella nebbia di Natale («C/te bella idea»), Milly e la Piai, Milly e Cocteau — Due omaggi. Il primo per la grande cantante francese con alcune sue ciniche e dolenti uanzoni (anche se ha qualcosa in comune con la Piaf, Milly ha l'intelligenza di non imitarla e riesce a fare di « Je m'en fous» un piccolo personale capolavoro), il secondo per Jean Cocteau di cui Milly recita in italiano una lunga ballata iu Montecarlo ») cantando in francese il ritornello. Milly e Brecht — Per la prima ha cantato in Italia, e ne è ancora grata a Strehler, i songs dell'Opera da tre soldi musicati da Weill. Ne ripresenta quattro: inevitabile pie tra di paragone, « Jenny dei pirati » non fa rimpiangere nessun'altra illustre cantante straniera o italiana. Milly, la violenza e la libertà — Dai «Papaveri rossi» di Fabrizio d'André a due commosse composizioni di Theodorakis. Milly e Filippo Crivelli, sapiente regista del dtipCgmteTato(szlemnphrLnnigI LCilo spettacolo, non amano gri- dare all'impegno, ma non si tirano indietro quando d'impegnarsi è il momento. Milly... dice tre parole — Cavalcata finale tra i refrains gentilmente melensi, timidamente scollacciati e vagamente assurdi degli Anni Venti, Trenta, Quaranta, e anche più antichi. Humour e sentimento, l'uno non esclude l'altro (come con fulmineo trapasso in « Vipera »). Alcune canzoni le ha lanciate proprio lei. Quanti anni fa? Che do-1 manda; quando canta, Milly non ha età, o ha quella del personaggio della sua canzohe. Anche se si tratta di una ragazzina di sedici anni.

Luoghi citati: Arpino, Italia, Montecarlo