Processo alla banda che uccise il rivale a rivoltellate davanti al night a Genova

Processo alla banda che uccise il rivale a rivoltellate davanti al night a Genova tt * 1 1 ^.j. *i ce 1 a 1 « 1 t» a a » in assise la lotta per il "racket,, dei locali notturni *- " Processo alla banda che uccise il rivale a rivoltellate davanti al night a Genova Gli imputati sono sette italo-tunisini - Cinque sono accusati del delitto; gli altri due di estorsione La vittima, quarantanove anni, era il «buttafuori» del «Las Vegas» - La notte del 15 ottobre 1969 fu invitato ad uscire dal locale e freddato a colpi di rivoltella - I colpevoli furono arrestati l(Dal nostro corrispondente) Genova, 23 novembre. L'uccisione di Giuseppe Giamporcaro, di 49 anni, «duro» della malavita genovese, sarà rievocata domattina in corte d'assise. Sul banco degli imputati sette italo-tunisini: Giuseppe Russo,' di 39 anni, Alfredo Basile, di 25, Francesco Basile, di 32, Bartolomeo Maltese, di 50, Diego Maltese, di 39, Pascal Marchéllo, di 29 e Jacques Berenguer, di 35. I primi cinque sono accusati del delitto; devono inoltre rispondere, col Marchéllo e il Berenguer di estorsione. Giamporcaro, detto «Pino il calabrese», viveva di «protezioni»; bische clandestine e locali notturni. Al «Las Vegas» di Sampierdarena faceva il «buttafuori», allontanava gli «indesiderabili» e i piantagrane. Proprio sulla porta del «Las Vegas», alle quattro del mattino del 15 ottobre 1969, fu ucciso a colpi di pistola. «Permetti Pino, devo dirti una parola», gli aveva detto qualche istante prima, nel locale, Francesco Basite. Giamporcaro abboccò. Fuori lo aspettavano gli altri «tunisini». Quando fu arrestato, Francesco Basile si prese tutta la colpa: «E' stata legittima difesa», ma una donna, che aveva visto la scena dalla finestra parlò di agguato. I «tunisini» continuarono a sparare ancora mentre fuggivano, a bordo di una «500» bianca. Una scena da Chicago Anni Trenta. I presunti «killer» furono arrestati nel giro di poche ore dalla squadra mobile. Il dirigente, Angelo Costa, e il suo «vice», Arrigo Molinari, già I da tempo seguivano le mosse j dei «tunisini» e il loro tentati- vo di soppiantare napoletani, e calabresi nei posti chiave |della «mala». Approdati in Francia con l'indipendenza della Tunisia, molti figli di nostri connazio- !nali emigrati in Nord Africa trovarono un redditizio «lavo-ro» nella delinquenza marsi-gliese. Ma l'ambiente era osti-te; un po' per le lotte fra bande, un po' per 1 decreti di espulsione distribuiti dalle autorità francesi. A poche ore STO^f^TOZSSSS una buona preda. Presentavacaratteristiche analoghe a | Marsiglia: un ricco angiporto, j un fiorente commercio di j droga, un promettente esercì- ! to di prostitute, una «cintura» | di locali notturni frequentati ; dai marittimi. I «tunisini» 1 cominciarono a portare te | di auto, Genova apparve come immminmin i loro donne (ce ne sono ancora parecchie, nonostante i «fogli di via» elargiti dalla questura), poi puntarono ai locali. Il gruppo dei Basile puntò prima sul «Moulin Rouge», un locale di corso Italia gestito da un loro compagno di giochi: Luigi Anastasi, nato a Tunisi. Cominciano le prepotenze, le intimidazioni, i pestàggi (di qui l'accusa per i sette giudicati domani di estorsione). Nel frattempo l'obiettivo si sposta anche sul «Las Vegas». Qui però c'è un osso duro: «Pino il calabrese» non accetta intrusi. C'è una rissa, la sera del 14 ottobre, tra un giovane contrabbandiere, Giuseppe Scioteri, e i tunisini. L'episodio sembra finire lì: invece, nelle prime ore del mattino dopo, il regolamento di conti. Giamporcaro viene lasciato in fin di vita sull'asfalto. Ha solo il tempo di mormorare, ad un amico: «Mi hanno sparato, avverti mia moglie». La donna, un mese dopo, darà alla luce un bambino, che porterà il nome del padre. Il giovane della rissa, Giuseppe Scioteri, verrà ucciso un anno dopo, al volante della sua auto, da un rivale. m. b. Genova. I cinque imputati dell'omicidio di Giuseppe Giamporcaro. Da sinistra: Giuseppe Russo, Alfredo c Francesco Basile, Bartolomeo e Diego Maltese. In fondo a destra, un'immagine di Giamporcaro, che era « buttafuori » del night « Las Vegas »