Gli ospedali veneti sono bloccati da debiti per duecento miliardi di Giuliano Marchesini
Gli ospedali veneti sono bloccati da debiti per duecento miliardi La crisi sembra giunta al punto di rottura Gli ospedali veneti sono bloccati da debiti per duecento miliardi Il presidente dell'Asspciazione dei nosocomi delle Tre Venezie ha esposto, in una conferenza-stampa, una situazione allarmante - La causa: i crediti, per ora inesigibili, nei confronti delle mutue - In pericolo lo stipendio dei dipendenti e la tredicesima (Nostro servizio particolare) Venezia. 23 novembre Allarme per la crisi ospedaliera nelle Tre Venezie. Lo Ita lanciato il presidente dell'Associazione degli ospedali triveneti, Giambattista Rossi, durante una conferenza stampa, oggi pomeriggio. Rossi ha definito la situazione « piuttosto drammatica ». Gli ospedali dislocati nel territorio delle Tre Venezie registrano un cumulo di debiti che si aggira sui 200 miliardi; vi è pericolo che la assistenza agli ammalati non possa continuare nei modi in cui e stata lino ad ora attuata; gran parte dei 45 mila dipendenti rischia di non avere lo stipendio né la tredicesima mensilità, il prossimo mese. «Siamo veramente arrivati al fondo», ha commentato il presidente dell'associazione. Rs/ICostaunsegaspmapaMalittil ragto,re deSniocuprHiBfgvlheuadzdhafst5lStstpfdctOgI rrbj gddteI debiti sono con le banche , nella misura di 90 miliardi 11111per il resto con i fornitori che in genere, sono ditte di modeste dimensioni, ma indi- spensabili per il quotidiano funzionamento dell'organizza- ar^nreT-coJìS!: Ppre maggiori per gli ospeda- ssHSS a— gli ospedali non sono più clienti ambiti, le ditte non vanno più a gara per assicurarsi gli approvvigionamenti. Se ne trovano ancora, ma la ricerca è faticosa e non si ottengono gli sconti che. un tempo, venivano praticati abbastanza facilmente ». Diventa, pertanto, arduo rifornire i complessi ospedalieri: i prodotti cominciano a scarseggiare e le apparecchiature arrivano con notevole ritardo. «In questo momento — dicevano oggi i dirigenti degli Ospedali Riuniti di Venezia — qualcuno non è disposto a venderci nemmeno i termometri, le provette, i cerotti ». E il loro presidente, Carlo Ottolenghi, aggiungeva: « Se domani uno dei fornitori dei generi di prima necessità decide di sospendere le prestazioni, devo correre in banca e chiedere dieci milioni per tirare avanti ancora un po'. Ma non si può continuare in questa maniera, non è pensabile. Se qualcuno non ci toglie, in qualche modo, da una situazione tanto precaria, noi purtroppo saremo costretti ad attuare un piano per la riduzione dell'assistenza ai malati, limitandola ai casi gravi ». Giambattista Rossi ha confermato che, se non si riuscirà a trovare 30 miliardi, gran parte delle amministrazioni ospedaliere trivenete non saranno in grado di corrispondere ai dipendenti il prossimo stipendio e la tredicesima mensilità. Quali sono le cause di questa crisi? « Bisogna chiarire. ha risposto il presidente dell'Associazione, che la condizione in cui ci troviamo non è imputabile alle nostre amministrazioni. E' la situazione degli enti mutualistici che si riflette sugli ospedali ». In sostanza, precisa Rossi, i debiti dei complessi ospedalieri delle Venezie corrispondono all'incirca ad altrettanti ere- I diti che te loro amministra- j zioni vantano nei confronti delle mutue. « Tra l'altro, ha soggiunto, i i costi delle prestazioni negli ospedali italiani sotto tra i \ più bassi fra quelli praticati \ nei Paesi del Mercato Comune. Gli altri, inoltre, hanno bilanci largamente integrati dallo Stato. Il fatto è che gli enti mutualistici sono fondati sul princìpio contributivo, e quando il gettito non è più sufficiente, come avviene in molti casi qui da noi, non sono più in grado di far fronte ai loro impegni. Anche in Italia interviene la finanza pubblica a ripianare i bilanci, ma interviene tardi, quando ormai la crisi è in atto. Insomma, si è sempre con l'acqua alla gola. E le difficoltà sono aggravate dalla mancanza di un'adeguata riforma sanitaria ». L'odierna conferenza stampa non era soltanto una denuncia dei problemi che affliggono queste amministrazioni ospedaliere, ma anche un appello. « Abbiamo notizia, ha detto Rossi, di iniziative da parte del governo. Esiste un fondo di 300 miliardi accantonalo per la riforma sanitaria: potrebbe essere sbloccato subito. In ogni caso, occorre fare qualcosa e presto, perché siamo giunti ad un punto di rottura ». Giuliano Marchesini
Persone citate: Carlo Ottolenghi, Giambattista Rossi, Rossi
A causa delle condizioni e della qualità di conservazione delle pagine originali, il testo di questo articolo processato con OCR automatico può contenere degli errori.
© La Stampa - Tutti i diritti riservati
- Ucciso insegnante di ginnastica
- Sui cantieri navali un giro di vite Cee
- Classe e Nazione
- Furono in tre a uccidere Pasolini?
- Il sigillo dell'incredibile nonno Cerezo
- Davide e Golia all'italiana
- La vendetta egiziana
- I FILM DI OGGI IN TV Le miserie di un caruso
- Loris,Silvestri vittima di tre uomini che lo avevano derubato?
- Arrestati i giovani che hanno sparato
- Furono in tre a uccidere Pasolini?
- L'on. Amendola nuovamente ferito in un'aggressione tra Montecatini e Pistoia
- STAMPA SERA
- 21 aerei nemici abbattuti nei periodo di otto giorni
- Rubano un'auto per rincasare 4 arrestati
- E' ancora prematuro parlare di conflitto
- Spillavano denaro a suon di minacce presi agl'ultima ratta (150 milioni)
- Applausi alle Voci nell'ombra
- Le sorli del patrimonio artistico italiano dopo le perdite dell'alluvione di Firenze
- SUL PRIMO CANALE
- Giovani missini sparano 3 colpi in testa a un padre di otto figli
- S'uccide con l'auto contro un rimorchio l'industriale del tessile Zegna Baruffa
- "Varsavia deve arrendersi"
- Annientato da Monzon abbandona la boxe
- Il giovane uxoricida e nascosto nei boschi che circondano Druent?
- L'orrenda visione nella sala della Banca
- Grace Kelly ha pagalo
- Furono in tre a uccidere Pasolini?
- Ad un favoloso Pulici risponde una volta sola Chinaglia
- Stroncato a 44 anni da overdose a Bra
In collaborazione con Accessibilità | Note legali e privacy | Cookie policy