Armi, preghiere, marxismo

Armi, preghiere, marxismo Profondi contrasti dividono i guerriglieri irlandesi Armi, preghiere, marxismo Quando suona l'Angelus, nella sede dei «provisionai» (gli estremisti dell'Ira) tutti piegano il ginocchio e si segnano - Sono uomini duri e puritani, chiusi in un rigido nazionalismo - Si sono staccati dal movimento nell'agosto del 1969 ed erano in minoranza di fronte agli «officiai», più moderni e con simpatie per il socialismo Ora, nel Paese sconvolto dalla lotta civile, sono i più fanatici a prendere il sopravvento con paurosa rapidità (Dal nostro inviato speciale) Dublino, novembre. Nella sede dell'Ira scissionista, a Kevin Street, c'è un'aria di parrocchia che, fa capire molte cose stilla guerriglia irlandese. Sto aspettando )oe Canili, il comandante dei provisionai del Nord, quando entrano tre uomini e prendono a parlare a bassa voce coi due impiegati. Intanto si e fatta l'ora dell'Angelus, e dal televisore acceso (secondo l'uso di questo paese ultraconfessionale) viene un gran suono di campane. Subito i cinque uomini smettono di parlare, piegano il ginocchio e si segnano. Poi arriva Cahill, quattordici anni tra carcere e campo di conccntramento per la sua attività nell'Ira, otto dei quattordici per l'omicidio a freddo d'un poliziotto dell'Ulster. Con lui c'è una specie di gigante che non apre mai bocca, probabilmente un guardaspalle. All'occhiello della giacca troppo stretta, già sdrucita, il gigante porta un piccolo distintivo. Sulle prime non riesco a capire di cosa si tratta: poi ci sediamo, c allora vedo che è un bel cuore di Gesù. Angela Davis L'atmosfera cambia a Gardiner Place, sede degli officiai, l'altra branca dell'/ra. Appesi ai muri ci sono i manifesti della resistenza palestinese, Angela Davis e Panagulis, il repertorio internazionalista d'ogni sede di partito di sinistra. Lo squallore delle due stanze, poi, il disordine polveroso, la dicono lunga sulla situazione economica delle due « ali » del movimento repubblicano. I provisional sono floridi, i marxisti dell'ala officiai non riescono a nascondere le difficoltà. Un'altra differenza emerge al contatto con gli impiegati. I due di Kevin Street che si segnano all'Angelus-sono-stri-cinquanta, massicci, -mani -e modi da ex operai. Somigliano alle comparse del Traditore di Ford, quasi certamente sono « combattenti » delle ultime campagne dell'/ra (la «campagna delle bombe» '51-'53, la border campaign '56-'62), vigilia di quel declino che pareva definitivo ('62'69) e invece non lo era affatto. I due impiegati di Gardiner Place sono al contrario giovani, barbuti, intellettuali. Alcune pubblicazioni della sinistra europea, sparse qua e là, testimoniano che nella sede degli officiai si bazzicano le lingue straniere. Una novità, per l'Ira, il cui reclutamento era sempre avvenuto, come avviene ancor oggi per i provisionai, tra la classe operaia e i piccoli agricoltori. Negli ultimi due anni è cambiato anche questo. Gli officiai conoscono infatti un certo afflusso di giovani dall'università, la prima partecipazione borghese all'» esercito repubblicano ». I cuori di Gesù e i manifesti di Angela Davis sono i segni esteriori dei motivi che condussero, all'inizio del '70, alla spaccatura dell'/ra. Si sa come questa avvenne. Conseguenza del trauma dell'agosto '69 (quando l'Ira si fa cogliere inerme dallo scoppio della violenza protestante al Nord), un profondo contrasto si determina nella vecchia army. Da una parte gli uomini che sostengono la tradizione repubblicana (così strettamente connessa alle vicende della Chiesa cattolica), la continuità rispetto al passato, l'attivismo. Dall'altra coloro che'tentano di trasformare il vecchio movimento terroristico in uno strumento più cosciente e avanzato. La Devlin I primi escono dall'organizzazione, e diventano i provisional. I secondi si definiscono officiai, cioè « ufficiali », autentici. Ma a guardar bene la vera Ira è oggi quella dei provisional. Quando )oe Cahill mi assicura che « non ci sono due Ira, /'Ira è una e siamo noi », dice qualcosa di assai vicino alla verità e insieme indica il limite politico dei provisionai: quello d'essere, nel 1971, la stessa accolita di nazionalisti con poche idee e nessun vero programma che 17ra fu negli Anni Trenta. Al contrario, gli officiai hanno capito un certo numero di cose. Che il problema del border, il confine tra le due I dande, è tutto sommato secondario; che una lotta settaria, fondata sulla differenza di religione, non risolverà le angustie delle masse povere del Nord e del Sud; che l'operaio protestante non è un nemico, ma un alleato di classe, che prima di parlare di riunificazione ai protestanti del Nord (usi a meccanismi politi ci e civili di stampo inglese. tTd dunque democratici) bisogna fare dcll'Eirc, la repubblica, un paese meno arretrato e confessionale di quel che è. Ma questa lucidità non giova, anzi, agli officiai. La scissione sembra lì per lì di ridotte dimensioni; poi, man mano, i provisional guadagnano terreno. Prima nei ghetti di Belfast e Londonderry (perché sono più pcqgarmati e meglio organizzati),'! poi a Dublino (perché sono cattolici e non marxisti come quegli altri), infine tra gli emigrati in America e in Inghilterra — importantissimi per i finanziamenti — perché sparano sui vecchi nemici, gli inglesi. Gli officiai hanno l'appoggio dei cattolici di sinistra del Nord, da Bernadette Devlin a tutto il movimento dei C/i'// rigltts, ma ben presto si trovano minorita¬ ri. Quando un loro inviato, Sean Kenny, va in America a cercare fondi, il suo linguaggio analitico, i discorsi sulla « repubblica dei lavoratori », vengono accolti con grande freddezza. Le parrocchie, la cui importanza per la raccolta dei fondi è decisiva, sono tutte per i provisionai. E' vero, la scissione non è del tulio senza precedenti: la sto- ria dell'Ira è densa di rivalità fra leaders, lunghe tensioni, minacce di rottura. Basta pensare a quel che accadde durante la guerra civile spagnola, quando ottocento membri dell'/ra andarono nelle Brigate internazionali e millequattrocento, invece, coi franchisti. Certo è che a ogni fine di « campagna », dal '21 in poi, a Dublino era la Babele: pessima organizzazione, dispute interminabili, accuse reciproche e troppa birra. Quel che serviva al gioco dei delatori e di Scotland Yard (dove esiste da decenni un « Ufficio Ira »), mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa del movimento. A farne le spese, una volta, fu il servizio segreto tedesco. L'episodio vale la pena d'essere raccontato. Il "caso Goertz" Una notte del maggio 1940, il capitano Hermann Goertz, del servizio segreto tedesco, venne paracadutato in Irlanda. Erano già molti mesi che a Berlino si progettava di stringere i contatti con l'Ira, che negli Anni Trenta era stata molto attiva in Irlanda e in Inghilterra. Tra il servizio segreto nazista e l'« esercito repubblicano irlandese » c'erano già stati abboccamenti, scambi di messaggi, promesse di collaborazione, e ora il capitano Goertz era venuto a tirare le fila del piano: impiantare una rete spionistica e di sabotaggio che, data la posizione geografica dell'Irlanda, i tedeschi si ripromettevano utilissima. Ma l'incontro tra la spia nazista e i terroristi di Dublino doveva risultare disastroso. Una settimana dopo il suo arrivo, Goertz scriveva a Berlino una lettera in cui si mischiavano stupore, disappunto e qualche preoccupazione per la sua vita. « L'impressione », scrisse l'agente segreto, « è che nell'Ira, nessuno sappia cosa fare, quando c~c6hìe~'1t loro sistema di comunicazioni interne fa pensare ai bambini che giocano a guardie e ladri. Non mi pare che vadano oltre il messaggio nella calza d'una ragazza, e nei messaggi... non hanno codice, non vogliono impararne uno, preferiscono rischiare la vita. La disciplina è del tutto assente, le polemiche continue...». Non erano trascorsi dieci giorni dall'invio di questa lettera che il rifugio dublinese di Goertz venne scoperto dalla polizia. Il tedesco riuscì a fuggire, ma lasciando nelle mani del controspionaggio irlandese gli strumenti dell'operazione: una radio trasmittente e 20.000 dollari d'allora. La scissione di oggi, tuttavia, è un fatto assai più profondo delle polemiche d'allora. Quando chiedo alle due parti, officiai e provisionai, se esista una qualche possibilità di riunifìcazione, le risposte sono nettamente negative. « Un accordo », dice il capo del Sinn Fein provisionai Ruairi O' Bradaigh, « è impossibile. No, nemmeno una convergenza temporanea tipo fronte di liberazione ». O' Bradaigh è un maestro elementare, abbastanza furbo, e quando gli chiedo il perché si fa vago. Ma la ragione l'ha data Sean McStiofain, il comandante in capo dei provs, un cattolico cupo e puritano che crede fermamente nella logica del fucile. « Il punto », dice McStiofain, « è semplice: loro sono marxisti e noi antimarxisti ». Altrettanto recisi sono a Gardiner Place. «Quei ragazzi l'i», mi dice parlando dei provs Thomas McGiolla, il capo politico dcrs degli officiai. « sono le pedine coscienti o no d'una manovra reazionaria. A febbraio di quest'anno, i nostri rapporti coi protestanti s'erano messi sulla \ strada giusta: a Londonderry erano pronti a collaborare con noi per la questione delle case, dopo che li avevamo convinti che la loro Fountain Street non è meno insalubre e miserabile di Bogside. Lo stesso a Belfast, dove c'erano continui contatti. Ed ecco che i provs salgono sui tetti e si mettono a sparare, mamhmdo all'aria tutte le possibilità di dialogo con la massa protestante ». La spaccatura della vecchia Ira non ha tolto forza all'organizzazione, e più esattamente alla parte « militante » ed estremista di essa, vale a dire i provisional. Senza la cooperazione della massa cattolica l'esercito inglese non può venire a capo dell'offensiva terroristica, e cattolici sono ben lungi dal pensare di mettersi con gli inglesi. Il vero dramma della scissione è ch'essa ha privato l'Ira (cioè i provs, quelli che sparano e ammazzano) dei suoi elementi pensanti, ricacciandola sul terreno pericoloso del fanatismo e della retorica (« Tu, Inghilterra, mostro dal cuore crudele », dice una canzone dei provs). Sandro Viola li un mi in nummi imnmninniininini Belfast. Soldati inglesi durante la perquisizione dell'abbazia cistercense di Portglenon. Il provvedimento è stato preso dalle autorità britanniche dopo l'evasione di nove prigionieri, due dei quali sono stati ripresi in compagnia di alcuni monaci (Telefoto Upi) tlllllllllllllll .llllllllllItllllllllllllMIIItllllItllllllllllllllllllllllllllllllllIlllllllIItllllllllllllllllllllMlltllll Miti llllllllll 1MIIIIII1IIIIII