Presi i banditi della banca nel Novarese Il "cervello,, è una ragazza di vent'anni

Presi i banditi della banca nel Novarese Il "cervello,, è una ragazza di vent'anni Avevano rubato in un'agenzia di Fontaneto d'Agogna Presi i banditi della banca nel Novarese Il "cervello,, è una ragazza di vent'anni I complici hanno 23 e 19 anni - Poco dopo il « colpo » i tre sono stati bloccati da una « Giulia » della polizia - Avevano abbandonato la vettura usata per la rapina e nascosto il bottino - Messi alle strette hanno confessato - La giovane ha detto: « La prossima volta farò tutto da sola; gli uomini sono degli incapaci» (Dal nostro corrispondente) Borgomancro, 19 novem. I rapinatori dell'agenzia di Fontaneto d'Agogna della Banca Popolare di Intra sono stati arrestati. Sono due giovani e una ragazza, tutti residenti in provincia. La donna si chiama Margherita Talamona, abitante a Novara in via Venezia 31, ha vent'anni e qualche precedente penale, ma era alla sua prima rapina. Era lei, a quanto pare, il « cervello» della banda. I suoi complici sono: Teresio Gràmoni di 23 anni residente a Momo in piazza Libertà 9 e Leonardo Leone nato diciannove anni fa a Canosa di Puglia e domiciliato a Novara in via Monte Grappa 9. li ragioniere Edgardo Nicolini, l'agente bancario derubato, aveva visto bene: a compiere il colpo in banca erano in due un giovane e una ragazza. Altre persone avevano sostenuto che si trattava di due - uomini, ma anche costoro non avevano visto male. I tre erano giunti verso le 12,20 di ieri a Fontaneto a bordo di una Giulia color verde targata Novara 189774: al volante c'era il Gramoni, mentre la ragazza se ne stava accucciata nell'interno della vettura per non farsi vedere. Anche il commerciante Eliseo Angelini che aveva inseguito con la sua « 1750 » la vettura dei rapinatori, aveva visto solo due uomini. In lllllllllllllllllllllllllllllUlllllllllllllllllllllllllll circa due milioni in bancoibanca invece sono entrati il Leone e la Talamona. Il rag. Nicolini che era solo in ufficio se li è trovati di fronte vestiti entrambi con una tuta marrone da falegname il volto coperto con una calza. Il Leone impugnava una piccola pistola nera. Nell'interno della banca i due si sono impadroniti di note di vario taglio che hanno infilato in una borsa di plastica. Poi sono fuggiti. Fuori li attendeva il Gramoni con la Giulia pronto per partire verso Cavaglio d'Agogna, ma l'arrivo della « 1750 » dell'Angelini, ha scombussolato i piani dei rapinatori. Il commerciante che aveva notato qualcosa di insolito sulla piazza, si è fermato ostruendo la via verso Cavaglio: il Gramoni ha cambiato allora direzione ed è partito verso Borgomanero. L'Angelini ha inseguito la macchina dei rapinatori fino al bivio di Vaprio desistendo solo quando ha visto spuntare una pistola da un finestrino. Il giorno prima i tre avevano rubato la « Giulia » a Luigi Baroli residente a Tornaco in via Marconi 8 e l'avevano portata nei pressi di Proh. Ieri mattina si sono recati a Proh con l'Appia del Gramoni e hanno scambiato le vetture. Intendevano evidentemente fare altrettanto dopo la rapina ma l'intervento dell'Angelini li ha portati fuori strada. Costretti a dirigersi verso il Ticino i tre hanno nascosto la Giulia in località Motto dei Pini di Suno e quindi si sono incamminati a piedi verso Vaprio dopo aver gettato le tute in un pozzo e sotterrato la busta di plastica con i soldi. A Vaprio abita una zia di uno di loro ed essi intendevano crearsi un alibi. Pochi minuti dopo la rapina il ten. Pasquale Regna di Arona si trovava già nella zona e qualche ora più tardi il terzetto si imbatteva così nella Giulia del tenente: « Sia- co di Novara, siamo arri- rati sin qui facendo l'auto- stop, ora stiamo andando a prendere il pullman », dice¬ vano. Ma l'alibi della zia (anche se controllato corrispondeva al vero) non ha convinto tuttavia i carabinieri. I tre venivano accompagnati alla caserma di Borgomanero. Ci sono poi volute ventiquattro ore per venire a capo di tutto. Di contraddizione in contraddizione si giungeva alla verità. I carabinieri hanno trovato prima la pistola (all'alba di questa mattina), la Giulia, le tute da falegname, l'Appia del da¬ moni e infine il malloppo nascosto sottoterra. Di fronte all'evidenza di tante prove, Margherita Talamona, Teresio Gramoni e Leonardo Leone, hanno reso piena confessione al pretore Venanzi che ha ordinato il loro arresto. « La prossima volta — ha detto Margherita — farò tutto da sola: gli uomini sono degli incapaci. Avevo preparato un piano perfetto, ci avevo pensato su un giorno e mezzo.^ Ma per il prossimo colpo ci penserò anche un mese ». g. a. i Novara. Teresio Gramoni, Margherita Talamona e Leonardo Leone (Telefoto)