Rilancio concordato delle attività edilizie di Giulio Mazzocchi
Rilancio concordato delle attività edilizie Riunione presieduta da Colombo Rilancio concordato delle attività edilizie Esaminato l'andamento delle opere pubbliche e i problemi relativi alle modalità d'appalto - Intervento di Ferrari-Aggradi alla Commissione Bilancio del Senato - Dichiarazioni di Piccoli a trecento dirigenti dell'In - Incontro di Giolitti con il presidente della Bei (Nostro servizio particolare) Roma, 16 novembre. Il presidente del Consiglio Colombo ha presieduto oggi una riunione a Palazzo Chigi dedicata al rilancio delle attività edilizie. Hanno partecipato il ministro dei Lavori pubblici, Lauricella, e il presidente dei costruttori, Perri. E' stato chiarito che la facoltà, offerta sia dalla legge di riforma per la casa sia dalla nuova legge per il Mezzogiorno, di redigere convenzioni con enti a partecipazione statale per la realizzazione di importanti opere edilizie, anche residenziali, non esclude le imprese edilizie private, cui le opere stesse saranno poi date in appalto. Nel corso della riunione si è esaminato l'andamento delle opere pubbliche, i problemi relativi alle modalità di appalto, alla regolamentazione delle gare, alla proroga della legge per la revisione dei prezzi, alla sollecita esecuzione delle opere, al pronto pagamento dei crediti delle imprese nei confronti delia pubblica amministrazione in base agli stati d'avanzamento e alla revisione dei prezzi in corso d'opera. Di spesa pubblica s'è occupato, oggi, anche il ministro del Tesoro Ferrari-Aggradi, chiudendo la discussione in commissione al Senato sul bilancio dello Stato per il 1972. Al termine del suo inter vento il ministro ha consegnato ai senatori una «previsione di cassa per il 1972», il primo documento del genere. Mentre il bilancio in discussione fornisce il quadro delle «competenze», cioè degli stanziamenti autorizzati per legge, il nuovo documento indica le cifre che effettivamente lo Stato ritiene sarà possibile spendere: si tratta d'un docu mento molto atteso, anche perché offrirà agli investitori privati la conoscenza del reale effetto d'espansione che l'attività pubblica riuscirà ad esercitare l'anno venturo. Si ritiene che domani il documento sarà reso pubblico. L'on. Ferrari-Aggradi ha anche detto che le previsioni sulla spesa pubblica formulate in gennaio dal «libro bianco» non sono state smentite. Esse offrivano il quadro delle compatibilità tra investimenti pubblici e privati e, di conseguenza, sul ricorso al credito d'entrambi i settori, precisando che il governo riteneva necessario che nell'anno non si scendesse sotto i 13.500 miliardi (di fronte ai 14 mila previsti nel precedente settembre): nel caso il settore privato non fosse riuscito a soddisfare le previsioni, lo Stato avrebbe dovuto compensare la differenza. «La pubblica finanza — ha detto il ministro — nel corso dell'anno si è adeguata alle condizioni obiettive del sistevia economico. L'andamento dell'economia, da un lato, ha reso disponibili mezzi finanziari non utilizzati dal settore privato e, dall'altro, ha reso indispensabili interventi pubblici aggiuntivi per un rilancio delle attività produttive». Proprio per secondare l'espansione degli investimenti pubblici occorre però «una doverosa severità per quanto riguarda le cosiddette spese correnti». Di spesa pubblica s'è oggi occupato anche il ministro delle Partecipazioni statali, Piccoli, che ha aperto all'Iri, di fronte asaeprcnqldggndcdanzatrdltdmgbnc ai suoi trecento dirigenti, la serie di incontri che intende avere con i responsabili degli enti di Stato sul tema «Le partecipazioni statali per la ripresa economica». Ha detto che tra i principali fenomeni negativi da correggere c'è quello della crisi generale del la piccola e media industria, della stasi produttiva delle grandi imprese e della conseguente diffusa sottoccupazione. L'occasione ha fornito modo al ministro per affermare che va rilanciata la figura dell'imprenditore, mentre si attendono «precise indicazioni sindacali sulla ristrutturazione aziendale ritenuta utile alla partecipazione dei lavoratori sul piano decisionale e remunerativo». Sui problemi della politica di riequilibrio regionale, che l'Italia ha posto al Parlamento europeo, alla commissione della Cee e al Consiglio dei ministri del Mec, e sui programmi d'investimento, pubblici e privati, nel Mezzogiorno e del loro finanziamento, c'è stato oggi un lungo e «soddisfacente» colloquio tra il ministro del Bilancio Giolitti e il presidente della Banca Europea degli Investimenti, Yves Le Portz, Giulio Mazzocchi -»
Persone citate: Consiglio Colombo, Giolitti, Lauricella, Perri
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