E' morto nell' Urss Rudolf Abel la più celebre spia dei sovietici

E' morto nell' Urss Rudolf Abel la più celebre spia dei sovietici Da sei mesi soffriva di un cancro ai polmoni E' morto nell' Urss Rudolf Abel la più celebre spia dei sovietici Aveva 68 anni - Dal '48 al '57 diresse la rete di spionaggio sovietico in Usa - Anche i coniugi Rosenberg lavorarono ai suoi ordini - Catturato e condannato a 30 anni, nel '62 venne scambiato dagli americani con Powers, il pilota delFU-2 abbattuto sulPUrss Mosca, 16 novembre. Rudolf Abel, ex « numero uno » della rete spionistica sovietica negli Stati Uniti, è morto nell'Urss. Aveva 68 anni. Da sei mesi aveva un cancro ai polmoni. 1 funerali si svolgeranno giovedì. Abel venne arrestato nel 1957 a New York e condannato a trent'annl di reclusione. Nel 1962 venne scambiato con Francis Gary Powers, il pilota dell'» L-2 » americano abbattuto sull'Unione Sovietica. Abel era la figura chiave di una vasta rete di spionaggio, il cui fulcro era negli Stati Uniti ma che aveva ramificazioni in Gran Bretagna, in Canada ed in altri Paesi occidentali. Uno dei colpi più sensazionali dell'organizzazione fu il « passaggio » dei segreti atomici dell'Occidente al Cremlino. Le due spie atomiche più note che « lavorarono » per Abel furono Ethel e Julius Rosenberg, arrestate, processate e condannate a morte nel 1953. Il «numero uno» dell'organizzazione spionistica sovietica fu arrestato, a Brooklyn, quattro anni più tardi. Era entrato negli Stati Uniti illegalmente, nel 1948, e si «copriva» facendo il fotografo. Usava lo pseudonimo di «Eusil R. Goldfus». Processato e condannato, dopo cinque anni di carcere venne scambiato dagli americani con Powers. Lo scambio avvenne a Berlino, e fu uno degli episodi più drammatici del periodo della «guerra fredda». Gli americani non riuscirono a nascondere il loro malcontento per l'«operazione». Infatti Abel, che venne insignito dell'«ordine di Lenin» dopo il rilascio, era considerato una figura molto più importante di Powers. Rientrato Abel nell'Urss su lui cadde un silenzio rotto solo sporadicamente. Apparve in un film sovietico di spionaggio e nel 1966 scrisse un articolo sulla sua attività negli Stati Uniti, affermando fra l'altro che dopo il suo arresto riuscì a distruggere il suo codice ed altri incartamenti importanti. L'Pbi definì l'articolo un'altra «menzogna in una vita di menzogne». Abel affermò di essere stato arrestato in 'una stanza d'albergo a Brooklyn da agenti dellTbi e dell'ufficio d'immigrazione. La sera prima, disse, era stato in comunicazione con Mosca e il suo codice e una copia del messaggio erano nella stanza. «Fu facile disfarmene — scrisse Abel. — Nascosi il codice nel mimo della mano e chiesi di andare in bagno. Il messaggio era sotto una pila di scartoffie sulla mia scrivania. Mentre impacchettavo il materiale che usavo per di¬ pingere, pulii i pennelli sulla IIIIIIItlItllllllllllllllMIIIIIIIIIIllllIflIlllltllllllltl carta, la accartocciai, e tirai lo sciacquone. Gli agenti mi videro fare tutto questo. Il successo servì molto per il mio morale». Abel aveva anche uno spezzone di film. Durante il tragitto fino al quartier generale dell'Fbi «feci il gesto di aggiustarmi la cravatta. Nel fermaglio c'era la pellicola. L'agente lo vide. Ma invece di guardarci dentro, cominciò a smontarlo. Il pezzetto di pellicola uscì dal fermaglio e nessuno lo notò. L'agente non vi trovò nulla e mi ridiede il fermaglio. "Siete troppo sospettosi", gli dissi». Il «numero uno» dell'organizzazione spionistica sovietica negli Stati Uniti scrisse di essere stato portato in Texas per l'interrogatorio. Ci stette sei settimane. Ritornò a New York per il processo dopo aver rifiutato di cooperare. «In prigione ero assolutamente certo del mio rilascio. Questo mi diede forza». Nell'articolo raccontò anche la sua vita. Nacque a Leningrado da famiglia operaia. Quando suo padre si trasferì a Mosca, andò a scuola con gli emigrati stranieri. Così imparò perfettamente inglese, francese e tedesco. Lavorò in diverse industrie, finché nel 1927 la «Lega dei giovani comunisti» lo racco¬ mandò ai servizi di sicurezza. Un generale sovietico, anni fa, parlò in un articolo della vita di Abel. Disse che da principio egli non si dimostrò molto entusiasta, ma, essendo «un giovane comunista disciplinato», lo accettò. L'alto ufficiale aggiunse che «era conosciuto all'estero come Rudolf Abel, ma anche se questo non è il suo vero nome, noi lo chiameremo così». Abel avvisò in anticipo Stalin sull'«operazione Barbarossa», l'invasione da parte tedesca dell'Urss nel 1941. Continuò a fornire indicazioni sullo sforzo bellico tedesco. Alla fine del conflitto andò in Occidente per dar la caccia ai criminali di guerra nazisti. Aveva anche il compito di «rendere inoffensive eventuali attività sovversive contro l'Unione Sovietica». Secondo la versione di Mosca dell'arresto di Abel negli Stati Uniti, un agente sovietico passato agli americani, Reino Hayhanen, ebbe grande peso nella sua cattura. I russi definirono il comportamento di Hayhanen uno «sporco tradimento». Dopo il rilascio, la moglie e la figlia di Abel scrissero alle Izvestija per ringraziare il governo sovietico per essersi adoperato per il suo ritorno in patria. ( Ansa-Reuter ) llllllllf Mllllllllltlllllllllllllllllllllllllllllf llllllllll

Persone citate: Barbarossa, Francis Gary Powers, Julius Rosenberg, Lenin, Rientrato Abel, Rosenberg, Rudolf Abel, Stalin