L'on. Reale: ascolteremo la dc ma senza cedere sul divorzio di Fausto De Luca

L'on. Reale: ascolteremo la dc ma senza cedere sul divorzio Il congresso del partito repubblicano L'on. Reale: ascolteremo la dc ma senza cedere sul divorzio «Noi diremo se le tesi democristiane sono accettabili o no; ma diremo soprattutto che ormai il problema riguarda l'autonomia dello Stato » - « Non temiamo il referendum, ma una frattura tra Stato e Chiesa » - Gli altri discorsi (Dal nostro inviato speciale) Firenze, 13 novembre. Con il pieno appoggio dell'on. Oronzo Reale alla linea indicata da La Malfa nella sua relazione, si è concluso questa sera a Firenze il dibattito del 31u congresso repubblicano. Il segretario politico replicherà domani, poi saranno votate le mozioni e verrà eletto il nuovo Consiglio nazionale. Reale ha negato che ci sia contraddizione tra le premesse di La Malfa e le sue conclusioni. « Non guardiamo con leggerezza al dilemma tra la salvezza della credibilità del partito e la salvezza del sistema. La linea è chiara: noi non abbandoniamo la barca della democrazia, neppure quando affonda. Ma dobbiamo evitare che si arrivi a situazioni così drammatiche. Sono da respingere le tesi rinunciatarie di Visentini. La logica della politica del partito forse ci porterà all'opposizione, ma abbiamo il dovere di dare fino in fondo il nostro contributo alla salvezza del sistema democratico ». Circa la possibilità di modificare la legge sul divorzio per evitare il referendum, Reale ha detto: « C'è lo strumento giurìdico, dobbiamo vedere se è una possibilità politica ». Il pri si ispira a tre criteri: nessuna iniziativa di modifica da parte divorzista; la de deve dire quali sono le condizioni necessarie e sufficienti (nella modifica della legge Fortuna) per evitare il referendum; nessuna modifica essenziale e nessuna discriminazione tra i diversi tipi di matrimonio. «Ci sono stati incontri — ha aggiunto Reale — ed ab biamo fatto notare che i colloqui a due erano insufficienti, che poteva formarsi il sospetto di scambi con altri temi, ad esempio fra de e pei. Perciò: vediamoci e vediamo tutti e venga anche la de a dirci il suo pensiero. Noi diremo se le tesi della de sono accettabili, oppure no. Ma diremo soprattutto che ormai non si tratta solo del divorzio, bensì dell'autonomia dello Stato». In ogni caso, ha detto Rea le, il problema divorzio-referendum dev'essere tenuto distinto dalla revisione del Concordato. Mentre l'on. Mammì aveva sostenuto, in mattinata, l'esigenza di sospendere le trattative sul Concordato per vedere come si comporterà la Chiesa durante il referendum, Reale ha detto che, come ministro della Giustizia, ha impedito che la revisione avesse sviluppi, dopo le conclusioni della commissione di studio Go- nella, proprio per evitare una commistione con il tema del divorzio. « Se c'è un clima di spaccatura nel Paese, allora non è aria di trattative. E del resto è la Chiesa la maggiore interessata alla revisione del Concordato, mentre la de dovrebbe preoccuparsi di rotture al suo interno a causa del referendum. Noi non temiamo il referendum, ma una frattura tra Stato e Chiesa». Anche l'on. Terrena, vicesegretario del partito, ha sviluppato le tesi di La Malfa, avvertendo che l'errore più grave sarebbe credere che la crisi possa essere superata su posizioni moderate. L'on. Mammì ha dichiarato che alcuni suoi atteggiamenti di critica sono superati da una completa adesione alla linea di La Malfa. I repubblicani possono conferire la loro credibilità ad un nuovo governo di Centro Sinistra a gennaio: bisogna evitare sia un rifiuto pregiudiziale, sia un accordo fondato solo sul timore del peggio. Anche gli altri interventi (Bucalossi, Galasso, Dalla Volta) si sono conclusi con il pieno mandato a La Malfa di trattare i problemi del governo a gennaio nei termini prudenti della sua relazione, anche se altri discorsi, come quelli di Giorgio Bosi e Giovanni Ferrara, hanno più esplicitamente puntato sul passaggio all'opposizione. La piccolissima minoranza di u Riscossa », per la quale ha parlato Scattolin e la Federazione giovanile, che pure manifesta qualche dissenso, non hanno contestato seriamente la linea di La Malfa. Vanni, segretario della Uil, ha annunciato che con gli altri dirigenti sindacalisti non riproporrà la candidatura al Consiglio nazionale, per le incompatibilità decise dai sindacati. Il pri, ha detto, deve battersi per un Centro Sinistra forte nei contenuti politici, non per la formula. Fausto De Luca

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