Barre: Stati Uniti disposti a concessioni sul dollaro

Barre: Stati Uniti disposti a concessioni sul dollaro Dichiarazione a un gruppo di giornalisti Usa Barre: Stati Uniti disposti a concessioni sul dollaro La richiesta di rinvio del « Club dei Dieci » dovrebbe realmente nascondere l'intenzione di preparare una svalutazione della moneta americana - Accordo « segreto » tra i Sei, Londra e Berna per ristabilire parità fisse in Europa (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 11 novembre. Il rinvio della riunione del «Club dei Dieci», chiesto e ottenuto ieri dagli americani, dovrebbe realmentee nascondere il desiderio di Washington di prepararsi a concedere una svalutazione del dollaro: in ogni caso, i «sei» hanno già segretamente messo a punto il piano per ristabilire un regime di cambi fissi all'interno della Cee, se l'incontro a dieci non darà i risultati sperati. Non si tratta di indiscrezioni o congetture, ma di dichiarazioni precise rilasciate da Raymond Barre, vicepresidente della commissione esecutiva e responsabile delle questioni monetarie. Queste affermazioni sono state fatte da Barre a un gruppo di giornalisti americani in visita a Bruxelles e saranno pubblicate sulla stampa di oltreoceano. L'intesa europea, secondo Barre (che era presente all'incontro di Parigi), è allargata anche alla Gran Bretagna e alla Svizzera e si fonda su tre punti: ristabilimento dei cam bi « fissi » tra i Paesi europei (margine massimo d'oscillazione dello 0,75 per cento) con un allargamento imprecisato del margine di fluttuazione verso l'esterno (conces- i e o i sione francese); provvedimenti per il controllo sull'afflusso dei capitali a breve termine (cioè speculativi), misura che finora era sempre stata respinta dai tedeschi che la accusavano di «dirigismo economico»; interventi comuni attraverso il comitato dei governatori delle Banche centrali (anche questo accettato a fatica da Bonn) per mantenere il margine di fluttuazione interno immutato. Nessuna indicazione è invece offerta sui possibili tassi di rivalutazione delle monete europee, ma evidentemente la Comunità non vuol offrire agli americani il vantaggio di conoscere in anticipo le proprie intenzioni. Il sistema comune di controllo dei cambi, ha detto Barre, previsto nel progetto di unione economica e monetaria, è «indispensabile» a una soluzione europea della crisi monetaria, per la sua utilità intrinseca e per il fatto che «Francia, Italia e Inghilterra non accetterebbero mai un sistema di parità fisse senza questo controllo ». A proposito del rinvio del « Club dei Dieci », che avrebbe dovuto tenersi u Roma il 22 prossimo e non avrà invece luogo prima della metà di dicembre. Barre ha detto che «gli americani potrebbero impiegare questo spazio di tempo per adattare le loro posizioni politiche e soprattutto psicologiche». Il desiderio americano del rinvio, sempre secondo Barre, nasconde l'intenzione di rivedere il punto di vista della Casa Bianca sulla questione della svalutazione del dollaro. Purtroppo, il tempo stringe: «Se non si raggiungerà un accordo tra Cee ed Usa entro un paio di mesi al massimo — ha detto Barre — tutta la questione cadrà nel periodo elettorale americano, e allora motivi propagandistici renderanno impossibile ogni intesa ragionevole». Sempre dinanzi alla stampa americana, Dahrendorf, commissario responsabile delle relazioni esterne della Cee, ha sostenuto che «dopo il vertice europeo sarà indispensabile un incontro al massimo livello tra i responsabili della politica americana ed europea». Nelle intenzioni di Dahrendorf, tale vertice dovreb be essere veramente la «nuova Bretton Woods ». In questo quadro, e per rendere più propizio il clima della prossima riunione del «Club dei Dieci», la Comunità lia annunciato oggi l'intenzione di rispettare la data del 1" gennaio 1972 per l'inizio dell'ultima fase del «Kennedy Round». Secondo questo accordo, il 1" gennaio dovrebbe cadere o diminuire un nuovo, grosso contingente di tariffe daziarie, soprattutto sui prodotti industriali, tra Europa ed America. Un gesto di pace da parte europea, dopo tanti scambi di accuse. Vittorio Zucconi ifdpghpiLmnxgpdlDpcddtgvsl Schumann a Londra in un clima « cordiale » (Dal nostro corrispondente) Londra, 11 novembre. Il ministro degli Esteri francese Schumann è a Londra fino a domani per importanti consultazioni con il governo britannico. La visita ha un valore politico e uno psicologico, poiché conferma i nuovi cordiali rapporti fra Londra e Parigi. Schumann ha parlato prima con Geoffrey Rippon, il negoziatore britannico a Bruxelles, poi con Sir Alee Douglas-Home. Domani vedrà il premier Heath, con il quale discuterà « le prospettive per l'Europa nei prossimi anni ». Dopo questo colloquio, sarà pubblicato il comunicato conclusivo che — secondo le indiscrezioni di questa sera — dovrebbe indicare chiaramente i comuni obiettivi dei due governi. L'argomento europeo ha ovviamente dominato le conversazioni di oggi. Si è cercato di stabilire in qual modo l'Europa potrà meglio affrontare sia il negoziato con l'America sia quello con la Russia. I problemi sono molti e complessi. Dalla crisi monetaria al futuro — politico, economico e militare — della « grande Europa », dalla situazione nel Levante ed in Asia, ai sempre più difficili rapporti fra le nazioni « ricche » e i paesi in via di sviluppo, m. ci. Raymond Barre (Telefoto)