Aria pulita e sicurezza
Aria pulita e sicurezza Due problemi di fondo Aria pulita e sicurezza Da ieri, del Salone è padrone il pubblico. E ne ha ben diritto, dal momento che questa, come qualsiasi altra manifestazione espositiva, è dedicata a lui, al cliente potenziale, dalle cui scelte e decisioni possono dipendere molte cose, cominciando dal successo di questo o quel prodotto. E' una constatazione tanto più vera nel caso dell'automobile, questo oggetto oggi così discusso (quanto meno nei suoi aspetti di protagonista del traffico affannoso, scatenatore di nevrosi, in parte colpevole dell'inquinamento, degli incidenti stradali, dei rumori, del deturpamento del paesaggio), eppure suscitatore di incontrollate spinte emotive, amato fino alla mitizzazione. Una prima panoramica sul 53" Salone suggerisce intanto qualche considerazione di carattere generale circa gli orientamenti costruttivi e anche sulle prospettive a breve tempo. Senza entrare per ora nei dettagli, possiamo ad esempio osservare una palese tendenza delle Case costruttrici a continuare nello sviluppo di modelli-base bene affermati, e che in questo momento di instabilità economica sarebbe forse azzardato sostituire. La politica industriale, specie nel settore dell'autoveicolo, non consente avventure, tanto più che il livello dei prodotti, sul piano dell'economicità, del rendimento e dell'affidabilità delle vetture è già del tutto soddisfacente. In questo sensp non sorprende che, a parte i miglioramenti estetici, talvolta suggeriti dalla moda o più spesso da considerazioni commerciali e promozionali, le migliorie riguardino in genere l'incremento delle prestazioni, attraverso maggiori potenze installate, e dei coefficienti di sicurezza. Le prime sono richieste dalla clientela, oggi più che mai sensibile alle doti dinamiche delle aut omobili .Olà moltiplicazione dei modelli di tipo e fisionomia sportiva è l'aspetto più appariscente di questa tendenzaì; le altre rispondono alle attuali e, in qualche caso, ad alcune delle prossime richieste legislative, o semplicemente vengono proposte dai costruttori come contributo (inevitabilmente oneroso, ma provvidenziale) alla lotta contro le conseguenze degli incidenti stradali. Il pubblico si limita a prenderne atto senza sollecitarle (è tipico il caso delle cinture di sicurezza, che sono predisposte e in molti casi montate sulle vetture, ma che gli automobilisti non vogliono sapere di indossare); ma è chiaro che a macchine sempre più veloci e briose, ancorché continuamente mìgliorate nei fattori di sicurezza « attiva » (stabilità, freni, precisione di guida, ecc.) deve corrispondere un parallelo passo avanti nella protezione « passiva » degli occupanti. Un altro aspetto largamente presente nella produzione mondiale, ma soprattutto negli studi, proposte e discus¬ slnsmptcgsbcrgpgtsrsldrp sioni dei tecnici, è quello relativo ai problemi dell'inquinamento atmosferico, cioè dei sistemi già applicati in prima fase, oppure allo studio per le leggi che verranno, intesi a un sempre più stretto controllo delle emissioni di gas nocivi, in particolare l'ossido di carbonio e gli idrocarburi incombusti. Bisogna riconoscere che, in un tempo relativamente breve, molto è già stato fatto, ma sarà compito arduo arrivare al traguardo ideale previsto (a parte i maggiori costi che i sistemi antinquinanti richiederanno, e che inevitabilmente si riverseranno sui prezzi delle automobili). Il problema è di grosse dimensioni, converrà riprendere il discorso nei prossimi giorni. Ferruccio Bernabò
Persone citate: Ferruccio Bernabò
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