"Rischio,, dei dirottamenti aerei

"Rischio,, dei dirottamenti aerei LETTERE D'AFFARI "Rischio,, dei dirottamenti aerei Un lettore ci scrive: , Esiste una forma di assicurazione per i dirottamenti aerei, oppure le compagnie e i passeggeri non hanno alcuna possibilità di « difendersi » da questo tipo di rischio? Leonardo Fano, Trieste Il governo degli Stati Uniti ha voluto contribuire ad una spesa insolita: quella delle assicurazioni per le linee aeree nazionali, o comunque battenti bandiera americana. Da molto tempo era facile per il viaggiatore che aveva acquistato il biglietto a Boston con destinazione Miami, trovarsi improvvisamente dirottato verso Cuba. I danni cagionati da atti di pirateria aerea sono quasi sempre stati ingenti. Le compagnie di assicurazioni, che in America godono di una vasta popolarità, dopo i primi dirottamenti sono state anche interessate al rischio insolito derivante dall'attività dei pirati dell'aria. Purtroppo si trattava di un pericolo reale e molto consistente, con frequenza notevole in certi periodi: il danno che una compagnia aerea subisce per un dirottamento è altissimo, anche senza considerare gli episodi degli aerei fatti esplodere nel deserto dai guerriglieri arabi. Basti pensare al carburante, migliaia di litri, allo stipendio dell'equipaggio, alla perdita di coincidenze, . allo scompiglio nei servizi, ai biglietti da rimborsare. Anche se il « jet » viene recuperato intatto, il dirottamento ha un costo altissimo e quindi altissimo era il prezzo chiesto per le polizze. Si profilava perciò un motivo di crisi per il trasporto aereo che non poteva non interessare il governo Usa, che è intervenuto contribuendo, con sensibili percentuali, a pagare i premi di assicurazione per i rischi dei « dirottamenti ». Grazie a questo aiuto governativo le compagnie hanno potuto ricominciare a fare dei bilanci di previsione senza l'incognita dei voli non previsti a Cuba o altrove. Nel frattempo, però, sorgeva un altro problema per le compagnie aeree: con l'entrata in servizio dei « jumbo » il numero dei passeggeri trasportati sugli aerei di linea saltava improvvisamente da una media di 120150 a 350, persino 500 (nelle eventuali versioni tutte a classe unica). L'onere degli indennizzi in caso di catastrofe diventava troppo pesante per le compagnie specializzate nel « ramo danni » del tipo aeronautico, che negli Stati Uniti è in genere tenuto separato dal « ramo vita ». Anche in questo caso le autorità governative hanno autorizzato ad intervenire quelle Società che gestiscono esclusivamente il ramo delle assicurazioni sulla vita e che hanno riserve cospicue, limitatamente, però, ai « giganti dell'aria ».

Persone citate: Leonardo Fano

Luoghi citati: America, Boston, Cuba, Miami, Stati Uniti, Trieste