Guardaparco ancora in sciopero I bracconieri stanno in agguato

Guardaparco ancora in sciopero I bracconieri stanno in agguato In pericolo gli animali del Gran Paradiso Guardaparco ancora in sciopero I bracconieri stanno in agguato Le guardie chiedono miglioramenti economici e normativi - Il servizio di vigilanza effettuato da carabinieri e finanzieri - Cacciatori appostati per sorprendere camosci e stambecchi dal corrispondente Aosta, lunedì mattina. Prosegue lo sciopero di tre giorni delle 60 guardie del Parco nazionale del Gran Paradiso, scese in agitazione da sabato mattina alle 6 in seguito al mancato riconoscimento, da anni in esame presso il ministero dell'Agricoltura e del Tesoro, di una indennità di pubblica sicurezza e di altri miglioramenti economici e normativi già corrisposti ad altri gruppi forestali dello Stato. Il servizio di vigilanza su tutto il territorio del parco, oltre cinquantamila ettari, viene effettuato da pattuglie di carabinieri, di guardie di Finanza, della Forestale e venatorie, coordinato da un elicottero dell'Arma. Nel Parco vivono circa tremila stambecchi, seimila camosci, aquile reali, marmotte, galli di montagna ed altri animali la cui specie è in via di estinzione; prede molto ambite da cacciatori privi di scrupoli. .Nonostan-, te le sanzioni pecuniarie previste contro chi abbatte uno di questi animali (la caccia allo stambecco è vietata, mentre quella al camoscio è permessa fuori dal parco I, che in alcuni casi superano il milione per ciascun capo, i bracconieri non desistono dal praticarla. Uno stambecco ha un valore commerciale di trecentomila lire. Posti di blocco sono stati istituiti sui nodi viari di Cogne, Rhémes, Valsavaranche e quelli canavesani: i militi controllano i documenti di quanti in questi giorni si recano nella zona, mentre vengono ispezionati i bagagliai delle auto in transito. Sabato è giunto da Torino un gruppo di iscritti al comitato nazionale anti-caccia, capeggiati dal presidente, Elio Ferrerò, con macchine fotografiche e cineprese. Trascorrono le notti all'addiaccio, nei sacchi a pelo, appiattati tra i cespugli, in attèsa di cogliere sul fatto qualche bracconiere. « Non vogliamo. con il nostro intevento, ostacolare le rivendicazioni sindacali in atto dei guardaparco, ma solo aiutare nel loro compito le forze dell'ordine ». Purtroppo, molte volte, la confidenza che gli animali hanno preso con l'uomo li rende facili prede. Abbiamo visto ieri due cacciatori, appostati a pochi metri dalla strada della Valsavaranche, scrutare la montagna con cannocchiali: erano là da due giorni. A duecento metri da loro, una fila di abeti segnata con una striscia di vernice bianca delimita il confine del Parco; pochi passi più in alto, un camoscio bruca tranquillamente V erba ignaro che la morte è in ag guato a pochi metri da lui « Aspettiamo che superi le "paline" del confine — dicono infatti i due cacciatori — per farlo secco ». Solo fra qualche giorno sarà possibile fare un bilancio degli stambecchi e dei camo sci abbattuti durante questi tre giorni dì sciopero. Per ora non sono stati segnalati atti di bracconaggio, ma durante l'ultima agitazione dei guardaparco, nello scorso luglio, in solo 48 ore. in un periodo in cui la cuccia era vietata, erano stati abbattuti oltre cento animali. La scoperta era stata fatta solo alcuni giorni dopo dalle guardie del parco, che avevano trovato le interiora degli stambecchi e dei camosci o addirittura le loro carogne, celate fra le rocce e le frasche. I bracconieri agiscono, difatti, durante la notte, con armi munite di silenziatore e di cannocchiale; la preda, dopo essere stata abbattuta, viene nascosta e recuperata poi, a situazione tranquilla. g. g.

Persone citate: Elio Ferrerò

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Torino