Uccide a fucilate un tredicenne "Ero certo che fosse una lepre"

Uccide a fucilate un tredicenne "Ero certo che fosse una lepre" Tre morti in Piemonte per gli incidenti di caccia Uccide a fucilate un tredicenne "Ero certo che fosse una lepre" A Pollein, in Valle d'Aosta - Il ragazzo era appostato con il padre tra i cespugli - Il d.t. dell'Unione sportiva albese muore per un colpo partito dalla sua doppietta - Netturbino, forse scambiato per un fagiano, fulminato a Cumiana - Altre disgrazie dal corrispondente Aosta, lunedi matt. (g. g.) La prima giornata di caccia in Valle d'Aosta è stata funestata da un incidente mortale: un ragazzo di 13 anni è stato ucciso, mentre era a caccia con il padre, da un colpo di fucile sparato da un altro cacciatore, che aveva scambiato la testa del giovane tra i cespugli per una lepre. La vittima, Paolo De Palo, studente della seconda media è morta tra le braccia del genitore, Antonio, 49 anni, abitante ad Aosta in via Liconi 14, impiegato presso l'amministrazione regionale, mentre veniva trasportato all'ospedale. L'uccisore, Rosario Arfuso, 63 anni, pensionato, anch'egli di Aosta, abitante in via Carrel 37, è stato denunciato a piede libero per omicidio colposo. Colto poco dopo l'incidente da un forte stato di choc, ha dovuto essere sottoposto alle cure di un medico. L'episodio è accaduto ieri mattina poco dopo le 8 in un boschetto, sulla riva destra della Dora, nei pressi di Poi- lein, a pochi chilometri dal capoluogo regionale, in una zona molto battuta dai cacciatori. Il De Palo si era recato sul posto già sabato pomeriggio con il figlio; dopo avere perlustrato il bosco alla ricerca di un buon appostamento, aveva costruito un rudimentale capanno tra i massi dell'argine della Dora. Ieri mattina, come gli altri 2400 cacciatori della valle, padre e figlio sono usciti di buon'ora (era ancora buio) entusiasti per la prima giornata di caccia. « Paolo era entusiasta — racconta l'impiegato, trattenendo a stento le lacrime — Vedrai, mi aveva detto, che prenderemo una bella lepre, e la mamma sarà contenta». Lasciata l'auto nei pressi dell'aeroporto, il ragazzo e il padre si sono addentrati nel bosco verso la « postazione » che avevano sistemato il giorno prima. « Ci siamo seduti su alcune pietre — ha raccontato il De Palo —. Paolo era alle mie spalle, abbiamo tirato su di noi le frasche, che avevamo tagliato e preparato il giorno precedente, e abbiamo atteso ». L'impiegato e il figlio tra scorrono oltre due ore, quasi immobili, in silenzio, nella speranza di vedere spuntare la preda. A poche centinaia di metri da loro un altro cacciatore, l'Arfuso, si aggira silenzioso tra gli alberi imbracciando una doppietta a canne sovrapposte. L'uomo si avvicina ai cespugli dove il De Palo e il figlio sono nascosti e a meno di venti metri, quando vede tra le foglie dei pioppi una macchia castana muoversi, alza il fucile, lo punta verso la « preda », mira sicuro e spara. « Ero convinto — dirà più tardi piangendo al commissario capo della Mobile, dott. D'Agostino — che fosse la schiena di una lepre ». Alba, lunedì mattina. tg.f.) Il direttore tecnico dell'Unione sportiva albese, Vladimiro Gandini, di 39 anni, abitante ad Alba in via Silvio Pellico 6, è stato ucciso ieri da un colpo partito dal suo fucile al termine di una battuta di caccia. Il Gandini, di buon mattino, si era recato in compagnia del padre Francesco, di 63 anni, in località San Rocco Cerasca, lungo la statale Alba-Cortemiglia. Lasciata l'auto in una strada di campagna, i due avevano cacciato fin verso le '10,30 sulla collina di Rodello e Benevello. Poi decidevano di rincasare. Raggiunta l'auto, il padre scaricava la doppietta e la posava nell'abitacolo della vettura. Il figlio Vladimiro, che teneva al guinzaglio i due cani, posava il suo fucile sul tetto della Fiat « 500 giardinetta », quindi apriva la portiera posteriore della vettura e faceva salire gli animali. Mentre chiudeva la portiera con una forte spinta, dal fucile, che aveva la canna rivolta verso la parte posteriore della vettura, dove si trovava il Gandini, partiva un colpo che 10 raggiungeva alla regione ascellare destra. Soccorso dal padre, il Gandini, in preda a una forte emorragia, veniva adagiato su una vettura di passaggio e trasportato all'ospedale San Lazzaro di Alba. Nonostante le cure dei medici, moriva dopo un'agonia di mezz'ora. 11 padre della vittima, che ha assistito alla tragica fine del figlio, versa in grave stato di choc. Sull'incidente i carabinieri hanno aperto un'inchiesta. Pinerolo, lunedi mattina. (m. g. ) Un cacciatore è stato ucciso ieri da un collega, cnpodup non ancora identificato, che lo ha colpito in pieno volto con una fucilata. La morte è stata istantanea; l'omicida, forse colto dal panico, è fuggito: se non si presenterà entro 24 ore, rischia di essere arrestato. Vittima del mortale incidente è il netturbino Giacomo Gaidone, 39 anni, abitante a Cumiana in borgata Guardia 2. Il Gaidone, sposato e padre di due figli, ieri mattina, approfittando della giornata festiva, si era recato a caccia in compagnia dell'amico Francesco Maletto, 45 anni, abitante aneli'egli a Cumiana, in via Montegrappa 3. I due avevano raggiunto la località Rondoletta, che forma una piccola scarpata ai margini di un boschetto. Ad un certo momento, ha udito rumore di rami smossi provenire dal basso. Il Gaidone si è affacciato sul margine della scarpata per vedere se si trattava di un animale. Aveva un cappello multicolore, che, al suo sbucare dal bosco, può aver dato al cacciatore l'impressione di essere un fagiano. E' stata questione di un attimo. Un colpo, sparato da breve distanza, lo ha raggiunto in pieno volto, uccidendolo. Erano circa le 10. Invano il compagno ha cercato di prestargli soccorso; non gli è rimasto perciò che dare l'allarme. I carabinieri avrebbero alcuni indizi per identificare l'involontario omicida. dcChivasso, lunedi mattina, (e. c.) Un muratore di Lauriano Po, Aurelio Scarfiotti, di 55 anni, è stato ferito da un cacciatore, suo lontano parente, Stefano Scarfiotti, di 70 anni, che lo ha scambiato per un fagiano. E' accaduto ieri mattina verso le 8 in frazione Piazzo, di Lauriano Po, una zona collinare. Aurelio Scarfiotti si era recato nel suo frutteto poco lontano dalla sua abitazione in località Bena. Salito su un pero, stava raccogliendo i frutti quando è stato colpito in pieno viso e al torace da una scarica di pallini sparati dal fucile di un cacciatore. Asti, lunedi mattina. ■ iv.m.) Un incidente di caccia è avvenuto ieri mattina nei pressi di Tonco d'Asti. L'operaio Oceanio Vighetti, di 51 anni, residente ad Asti, mentre stava partecipando ad una battuta nella zona, è stato raggiunto da una scarica di pallini sparata da un cacciatore ìunasto ancora sconosciuto. Il Vighetti ha riportato lesioni in varie parti del corpo per cui è stato ricoverato all'ospedale civile di Asti con una prognosi di 15 giorni. Acqui Terme, lunedi matt. Ip.i Un agricoltore di Alice Bel Colle, Dario Vercellino, 62 anni, vittima di un incidente di caccia, è stato ricoverato con prognosi riservata all'ospedale di Acqui Terme. Il Vercellino stava partecipando, ieri mattina, a una battuta di caccia quando è stato raggiunto al volto e al torace da una rosa di'pallini. La fucilata, diretta a una lepre, sparata da un compagno di battuta, ha raggiunto il Vercellino seminascosto da un cespuglio. La Spezia, lunedì mattina. (f. c.) Un cacciatore, che si stava riparando dalla pioggia sotto un castagno, si è ferito accidentalmente con una fucilata ad un piede. E' ricoverato all'ospedale della Spezia. Protagonista dell'episodio è stato il motorista Egidio Maggi, di 31 anni, abitante a Ricco del Golfo in via Aurelia 8, in provincia di La Spezia. Il padre della giovane vittima nel capanno durante la ricostruzione della sciagura avvenuta ieri nella Valle d'Aosta e nlcs Paolo De Palo