Mancini conferma l'accusa contro il magistrato Plotino di Guido Guidi

Mancini conferma l'accusa contro il magistrato Plotino Ha riferito ieri al Consiglio superiore Mancini conferma l'accusa contro il magistrato Plotino Il segretario del psi ha detto di aver reagito a quella che egli ritiene una congiura organizzata nei suoi confronti da avversari politici - Il dottor Aliliniiuli di nuovo invitato a presentarsi davanti al Consiglio (Nostro servizio particolare) Roma, 29 ottobre. Giacomo Mancini ha illustrato alla prima commissione del Consiglio superiore della magistratura le ragioni per cui ha assunto un atteggiamento così polemico nei confronti della Procura deUa Repubblica di Roma. Il segretario del psi ha avuto bisogno di circa tre ore per esaurire le proprie argomentazioni, con le quali, in pratica, ha confermato tutte le accuse contenute nel suo espasto contro il sostituto procuratore della Repubblica, dott. Franco Plotino; questi, due settimane or sono, aveva trasmesso al Parlamento gli atti di un procedimento, avendo ritenuto che si potesse ipotizzare l'esistenza di un reato attribuibile a due ex ministri dei Lavori pubblici. Mancini ha spiegato ai componenti del Consiglio superiore di avere reagito a quella che egli ritiene essere una congiura organizzata nei suoi confronti da avversari politici, congiura alla quale potrebbe non essere estraneo anche chi sarebbe stato così abile da strumentalizzare taluni magistrati. Oltre ad accusare la Procura della Repubblica di aver superato i limiti delle sue competenze svolgendo una indagine sull'attività di un ex ministro, anziché fermarsi come avrebbe dovuto e trasmettere subito gli atti al Parlamento, l'on. Giacomo Mancini ha insistito nella sua protesta per « la indebita fuga di notizie » che attribuisce alla magistratura. Secondo il segretario del psi, sarebbe stato un magistrato o un funzionario della Procura a informare un giornalista che esisteva un procedimento nel quale era coinvolta la responsabilità di un ex ministro dei Lavori Pubblici: ma non è stato in grado di fornire indicazioni più precise, limitandosi a fare delle illazioni. Mancini ha concluso il suo lungo intervento sostenendo che da un paio di anni, ed in coincidenza con avvenimenti' politici di grande rilievo, è oggetto di « una vera persecuzione », esprimendo il sospetto che a questa congiura potrebbe non essere estraneo qualche magistrato. L'inchiesta della commissione proseguirà domani. Il programma non prevede convocazioni di eventuali testimoni, perché il sen. Jannuzzi ha fatto sapere al Consiglio superiore che presumibilmente risponderà all'invito soltanto fra quindici giorni, nella speranza che frattanto sarà discussa in Senato la sua interrogazione dalla quale ha preso origire tutta la polemica. Si attende invece che il giudice istruttore di Roma dott. Antonio Alibrandi si decida a presentarsi e che il Parlamento faccia sapere quali atti della inchiesta intenda mettere a disposizione Al mattino, la prima commissione aveva riferito al Consiglio riunito in assemblea plenaria i primi risultati dell'indagine ed in particolare aveva messo in discussione il problema sollevato dal dott. Alibrandi il quale, l'altro giorno, aveva annunciato che non intendeva rispondere alla convocazione perché la legge gli impediva di parlare su argomenti relativi ad atti comI piuti nella sua funzione di j giudice istruttore. Qualche ] componente del consiglio ha I ritenuto di ravvisare in que¬ sto atteggiamento un gesto di ribellione ed ha proposto il deferimento del dott. Alibrandi al -procuratore generale della Cassazione e al ministro della Giustizia per l'inizio eventuale di un procedimento disciplinare. Al termine è stato deciso di invitare nuovamente il dott. Alibrandi, attraverso il primo presidente del tribunale, a presentarsi a Palazzo dei Marescialli assicurandolo che non gli saranno rivolte domande sulla sua attività giurisdizionale. . Nel corso dell'inchiesta è sorto un altro problema: se sia vero che il sostituto procuratore della Repubblica dott. Claudio Vitalone, interrogato l'altro giorno dalla commissione, abbia un fratello che esercita a Roma la professione forense. Il magistrato è stato invitato a fornire spiegazioni perché altrimenti la sua presenza alla Procura della Repubblica di Roma* potrebbe essere incompatibile con l'attività del fratello e dovrebbe quindi essere trasferito d'ufficio Guido Guidi

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