Roma: siglato l'accordo sugli scambi Italia-Cina di Michele Tito

Roma: siglato l'accordo sugli scambi Italia-Cina Dai ministri Zagari e Pai Hsiang-kuo Roma: siglato l'accordo sugli scambi Italia-Cina E' la terza intesa stipulata dalla Repubblica di Mao con un Paese occidentale (dopo Svezia e Norvegia) - Decise visite frequenti di tecnici e scienziati - Il ministro cinese, ricevuto da Moro, ha ringraziato per il voto italiano sulla Cina all'Orni - Una conversazione con Colombo (Nostro servizio particolare) Roma, 29 ottobre. L'accordo commerciale italo-cinese è stato Armato stamane dal ministro del Commercio estero cinese Pai Hsiang-kuo e dal ministro del Commercio estero italiano Zagari. Breve è stata la cerimonia, un applauso ha salutato lo scambio dei documenti, redatti in cinese e in italiano. L'on. Zagari ha commentato l'avvenimento parlando dell'importanza di questo « inizio »: l'accordo permetterà di sviluppare l'amicìzia fra i due popoli « che si sono conosciuti e si conosceranno ancora meglio ». Pai Hsiangkuo ha detto anch'egld che, insieme allo sviluppo del commercio, l'accordo promuoverà rapporti amichevoli fra i due-Paesi. Prima della firma i due ministri avevano avuto un breve colloquio e s'erano scambiati valutazioni sulla possibilità di dare all'accordo una « funzione propulsiva » negli scambi e nei rapporti tra Italia e Cina, ed è stato convenuto che si rendono necessarie visite frequenti di delegazioni di tecnici, studiosi e scienziati: insomma, una maggiore « apertura » reciproca. Si è parlato della necessità della « specializzazione » dei contatti, il ministro cinese ha tenuto a chiarire che, se si lavora per il commercio estero, occorre anche avere «ben presente l'opinione degli utenti» e, perché gli operatori italiani ne tengano conto, ha detto che, come in Italia, in Cina esistono squilibri tra zona e zona: « Come l'Italia ha il suo Mezzogiorno, la Cina ha il suo interno: è un grosso problema ». E' necessario perciò, secondo il ministro cinese, che sia fatto uno sforzo per ben individuare i settori « erte ci interessano ». Un garbato invito, forse, a non perder tempo in proposte di scambi e di vendite che non interessano i cinesi. L'accordo firmato è-triennale, ed è il terzo che la Cina stipula con un Paese occidentale (gli altri sono stati firmati con la Svezia e la Norvegia). Le due parti si riconoscono a vicenda il trattamento della nazione più favorita in materia di diritti doganali e tasse addizionali; c'è un impegno affinché i prezzi delle merci scambiate siano fìssati sulla base di quelli praticati sui principali mercati internazionali. Una commissione mista prowederà all'attuazione dell'accordo. Il ministro Zagari ha rilasciato una dichiarazione per ricordare che l'accordo fu impostato nel maggio scorso in occasione della visita della missione commerciale italiana a Pechino ed è il risultato di complesse ma amichevoli trattative. Il ministro cinese è stato poi ricevuto dall'on. Moro alla Farnesina: in quella sede è stato più nettamente sottolineato il valore politico dell'accordo, « premessa per sviluppi ulteriori in altri campi ». Moro ha ricordato i principi su cui si basa la politica estera italiana, la pace, l'indipendenza, la sovranità nazionale, la non interferenza, «.premesse per noi essenziali », base di un rapporto di amicizia che può svilupparsi attraverso contatti sempre più frequenti. Moro ha parlato del grande avvenimento dell'ammissione della Cina all'Onu, delle nuove prospettive che si aprono e della maggiore partecipazione cinese alla vita internazionale. Si possono fare molte cose insieme — ha detto in sostanza Moro nella sua lunga esposizione — e la sede naturale di un'azione pacifica, specialmente per il Terzo Mondo, è l'Onu. Il ministro cinese assentiva manifestando il proprio accordo e ha tenuto a ringraziare « l'Italia e tutti i paesi che hanno votato a favore dell'ammissione della Cina all'Onu ». Sempre discreto, attento a non impegnarsi nel terreno più strettamente politico, il ministro cinese ha avuto poi una conversazione col presidente del Consiglio Colombo, prima di una colazione a Villa Madama cui ha partecipato l'intera nutrita delegazione venuta da Pechino. Nel pome¬ riggio incontro con gli operatori economici, personalità politiche, giornalisti nella sede dell'Istituto del commercio estero: incontro formale, privo, praticamente, di scambi e di conversazioni. Domani Pai Hsiang-kuo lascia Roma, con una parte della delegazione, per una visita in alcune città italiane: prima il Sud, con Taranto, Brindisi e Napoli, poi il Nord, con Genova, Milano, Torino e Ivrea. Michele Tito i i a nad Roma. Pai Hsiang-kuo e Colombo durante l'incontro di Villa Madama (lei. Ansa)

Persone citate: Consiglio Colombo, Mao, Moro, Pai Hsiang-kuo, Zagari