I dirigenti d'ospedale sotto accusa perché crearono due nuovi istituti di Remo Lugli

I dirigenti d'ospedale sotto accusa perché crearono due nuovi istituti Il procedimento penale per il "San Matteo,, di Pavia I dirigenti d'ospedale sotto accusa perché crearono due nuovi istituti Furono scorporati dalla clinica medica: il direttore fece ricorso e il Consiglio di Stato gli diede ragione - Il nosocomio aggirò l'ostacolo, ma vi fu un altro esposto - Ora la magistratura è intervenuta - Sembra difficile che nella vicenda si configuri il reato di interesse privato in atti d'ufficio (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 28 ottobre. Gli avvisi di procedimento penale stanno arrivando a tutti i membri del Consiglio di amministrazione dell'ospedale « San Matteo ». a Pavia. Il sostituto procuratore della Repubblica, dott. Gualtiero Majani, li informa che c'è una denuncia a loro carico per interesse privato in atti d'ufficio. Gli « indiziati » sono: il prof. Attilio Ciacci, presidente dell'ospedale (de), e i consiglieri: avv. Tino Cristiani, Virginio Trespi e Giancarlo Abelli, (pure de); dott. Alberto Semeraro (psiup), Ignazio Disca e Giuseppe Gatti (psi), Lino Lugano (psdi) e Mariuccia Carnevale (pei); tutti personaggi molto in vista. Si sta trasferendo sul piano penale una vicenda che è eminentemente amministrativa. Ha le sue origini nel maggio 1968 quando il consiglio dell'ospedale era formato da una compagine diversa da quella attuale. La clinica medica, diretta dal prof. Giuseppe Pellegrini, aveva un affollamento di degenti che quegli amministratori giudicarono eccessivo: oltre 500 letti anziché 120, numero che è considerato, anche dalla riforma ospedaliera, l'optimum per il buon funzionamento di una clinica. Gli amministratori decisero di creare due istituti autonomi dalla clinica, uno di cardiologia e uno di ematologia, e li affidarono alla direzione dei professori Carlo Bernasconi e Pietro Bobba, che erano aiuti della clinica medica. A queste nuove istituzioni si giunse con due delibere, una universitaria e una ospedaliera, che ebbero l'approvazione di tutti i clinici ad eccezione del prof. Pellegrini, il quale non soltanto votò contro, ma, assistito dall'avvocato Ugo De Fanis, presentò due esposti al Consiglio di Stato. Frattanto, i due nuovi istituti diventarono nel giro di pochi mesi funzionanti, con circa un centinaio di letti ciascuno e con una serie modernissima di attrezzature, come l'unità coronarica e le sonde televisive per ispezioni interne delle vene senza intervento chirurgico. Da oltre tre anni questi due istituti funzionano con piena soddisfazione degli ammalati e dell'ospedale. Il professor Pellegrini, invece, non era e non è soddisfatto. Oggi ci ha dichiarato: « La mia clinica è stata menomata con lo scorporamento di questi due settori, non è più in gra- | le e a i i n a i do di funzionare come dovrebbe ». In base al ricorso del prof. Pellegrini, nel marzo 1971 il Consiglio di Stato ha affermato che le delibere con le quali si sono creati i due istituti dovevano essere annullate. Il consiglio di amministrazione dell'ospedale, che è in carica dal febbraio di quest'anno, si è trovato di fronte a questa alternativa: da una parte ringiunzione di annullare le delibere relative ai due istituti, dall'altra due organismi sanitari funzionanti in modo egregio. Gli amministratori, nel maggio 1971, hanno deciso di considerare prevalenti le necessità assistenziali rispetto all'interesse universitario ed hanno deliberato l'istituzione di due divisioni ospedaliere, una cardiologica e una ematologica; deliberazione che deve essere sottoposta all'approvazione della commissione di controllo regionale. In attesa di poter bandire il concorso per la nomina dei due primari, che dovranno reggere queste divisioni, il Consiglio dell'ospedale ha temporaneamente affidato l'incarico ai professori Bernasconi e Bobba, Di qui una nuova presa di posizione da parte del professor Pellegrini il quale, nel settembre scorso, ha presentato al procuratore della Repubblica un esposto affermando che il consiglio di amministrazione dell'ospedale ha violato l'ordine del Consiglio di Stato con il sotterfugio di modificare il nome dei due organismi ospedalieri, da istituti a divisioni, e confermando l'incarico ai due professori Bernasconi e Bobba. Ed è appunto in riferimento a questa denuncia del prof. Pellegrini che il sostituto procuratore della Repubblica ora informa i membri del consiglio di amministrazione dell'ospedale che si è aperto un procedimento penale a loro carico. I consiglieri, nella loro posizione di indiziati di un reato, preferiscono non rilasciare dichiarazioni. Tuttavia, alcuni spiegano i motivi che li hanno indotti ad adottare la delibera del maggio scorso (tra l'altro presa dopo una approfondita consultazione con un legale specializzato nella materia). I motivi sono questi: la situazione all'interno della clinica medica era illegale e insostenibile per l'eccessivo numero dei posti i letto; non si poteva attendere che il Consiglio superiore sgstdalèo a o e i i l della Pubblica Istruzione con-cedesse all'Università di Pa via le cattedre di cardiologia e di ematologia che consentirebbero poi l'istituzione di due nuove cliniche; la riforma ospedaliera ha approvato tutte le precedenti norme in materia di ospedale, avendo in vista soprattutto la parte assistenziale, al di là del semplice insegnamento; manca una convenzione giuridicamente valida con l'Università, essendo scaduta nel '58 quella che esisteva e da ciò deriva all'ospedale una certa autonomia nella organizzazione dell'assistenza; in- fine, l'ospedale, in base alla nuova legge, per essere consi-derato provinciale deve ospi-tare anche le divisioni car-diologica ed ematologica. Il sostituto procuratore del- la Repubblica ora può acqui- sire gli atti e trasmetterli al giudice istruttore con richiesta di archiviazione, se non trova gli elementi per procedere; oppure può richiedere al giudice di formalizzare l'istruttoria. Qualche esperto è del parere che difficilmente in questa vicenda potrà essere dimostrato che esiste il reato di interesse privato in atti di ufficio. Remo Lugli -»

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