Rinviato il voto al Sinodo
Rinviato il voto al Sinodo Sul sacerdozio Rinviato il voto al Sinodo Contrasti sul celibato dei preti e sull'ordinazione di uomini sposati f Nostro servizio particolare) Città del Vaticano, 28 ottobre. Un annuncio diffuso stamane tra i vescovi del SU nodo ha provocato sorpresa c contrastanti interpretazioni. L'annuncio dice che Paolo VI ha deciso di far votare il documento finale sul sacerdozio martedì 2 novembre anziché dopodomani, sabato, data confermata sino a ieri da fonti ufficiali. Non si esclude che, di conseguenza, la chiusura del Sinodo, prevista per venerdì 5 novembre, sia rinviata di qualche giorno, forse al 10 novembre. La spiegazione del rinvio del voto fornita dai portavoce e questa: alcuni gruppi linguistici, tra cui quello italiano, hanno chiesto tempo per meditare il testo e predisporre con cura i possibili emendamenti, anche nella previsione di unificarli. Il documento sul sacerdozio, comunque, sarà letto domani mattina in assemblea con le relazioni dei 12 gruppi linguistici sul tema « La giustizia nel mondo ». Sabato i vescovi eleggeranno, come stabilito, 12 dei 15 membri del nuovo Consiglio di segreteria del Sinodo (3 sono nominati dal Pontefice). Ai chiarimenti ufficiali si aggiungono voci raccolte in ambienti episcopali: si sostiene che il breve rinvio del voto sul sacerdozio tenda a superare, o riassorbire, le divergenze manifestate da alcuni cardinali (Marty, Suenens, Alfrink, Plahiff, Meouchi, Slypji ed altri),da rappresentanti di Conferenze episcopali e da superiori religiosi. E' anche probabile che non siano mancati passi per far presente il dissenso di una notevole minoranza del Sinodo, insoddisfatta della « chiusura assoluta » opposta all'ordinazione sacerdotale di uomini sposati e alla parziale reintegrazione degli ex preti nel ministero della Chiesa. L'altro ieri, monsignor John Gran, delegato scandinavo, prospettò, per iscritto, alla segreteria del Sinodo l'esigenza di « proteggere la minoranza », le cui posizioni, spiegò, corrispondono ad obiettive necessità pastorali di alcune regioni del mondo. Monsignor Gran chiedeva che le posizioni minoritarie fossero rispecchiate nella formulazione dei testi da votare. Contemporaneamente i teologi Schillebeeckx ed Haering criticavano a fondo gli orientamenti sinodali contrari a qualsiasi apertura in materia di celibato e sacerdozio, e si diffondevano voci sulla propensione di parecchi vescovi a rinviare il voto' di qualche mese. Si parla con insistenza di lin « controdocumento » elaborato, o almeno progettato, da alcuni episcopati. Si aggiunge che il rinvio dello scrutinio è imposto dalle necessità di molti vescovi di consultare le rispettive Conferenze episcopali, dalle quali hanno ricevuto il mandato di sostenere la tesi del sacerdozio ad uomini coniugati. Ma, in questo caso, l'esito del voto potrebbe sancire una « spaccatura » in seno al Sinodo. Si dice, ad esempio, che gruppi episcopali, tra cui il canadese, sarebbero decisi ad astenersi, qualora il documento fosse totalmente «chiuso». Con il rinvio del voto si cercherebbe di evitare questo rischio, attraverso contatti in corso, come lascia supporre l'accenno dei portavoce a «possibili emendamenti» da introdurre nel testo definitivo. Tuttavia, il primate nigeriano, monsignor Arinze, ha esaltato, oggi, il celibato in un incontro ufficiale con i giornalisti nella sala stampa della Santa Sede. Ha detto che le pressioni a favore dell'ordinazione di uomini sposati « tendono soltanto ad ottenere che il celibato stesso sia abolito ». « San Pietro, ha spiegato, era sposato e pescatore, ma questa non è una ragione perché tutti i sacerdoti debbano essere sposati e pescatori ». Nel gruppo tedesco sono emerse perplessità sul voto segreto, proposto dal cardinale di Monaco, Doepfner: in sé è un metodo buono, ma lo scrutinio, si è osservato, non può aver solo peso numerico, ma anche geografico, perché un conto è il voto di vescovi di zone limitate, un conto è il voto di episcopati di grandi regioni, ad esempio l'America Latina. Doepfner ha anche domandato che cosa il Papa si attenda dal Sinodo (consiglio, decisioni, orientamenti), e il cardinale Hoefner avrebbe risposto: « Non liquet », cioè « Non si sa ». Altra proposta dei tedeschi è che il « panorama dei problemi della Chiesa », presentato in apertura di questo Sinodo da monsignor Bartoletti, sia una specie di « discorso sullo stato della Chiesa », in cui vengano esposti i punti di vista del Papa e della Curia romana sulle principali questioni. Lamberto Fumo I
Persone citate: Arinze, Bartoletti, Doepfner, Haering, John Gran, Paolo Vi, Schillebeeckx
Luoghi citati: America Latina, Città Del Vaticano
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