La "meteorologia attiva,, nella Jotta alla grandine

La "meteorologia attiva,, nella Jotta alla grandine Recenti studi contro il maltempo La "meteorologia attiva,, nella Jotta alla grandine Le teorie più avanzate sulla formazione nelle masse nuvolose Gli sforzi dell'uomo per influire in qualche modo sui fenomeni meteorologici naturali, risalgono a tempi remotissimi; ma soltanto in questi ultimi trenta anni lo sviluppo delle conoscenze scientifiche e dei mezzi tecnici ha consentito l'ottenimento di risultati utili ed oggettivamente valutabili. Oggi, la « meteorologia attiva » — ossia la scienza che studia ed attua la modificazione del tempo — può vantare successi lusinghieri e contare xjer il futuro su un programma di grande impegno (si consideri che il Governo Federale degli Stati Uniti ha stanziato — per l'anno fiscale in corso — venti milioni di dollari per le ricerche in questo settore). Come a molti e noto, la principale attività della « meteorologia attiva » è stata, sinora, rivolta ad ottenere un incremento delle precipitazioni atmosferiche naturali, per contribuire alla diminuzione dei disagi dovuti alla crescente richiesta d'acqua. Non ci soffermiamo sui risultati di tale attività, ritenendoli ormai positivamente acquisiti (anche in Italia si opera in tal senso, su alcuni territori, da oltre un decennio); ci preme, invece, rilevare come, dalle tecniche usate per l'incremento delle precipitazioni, siano derivati utili insegnamenti per l'interpretazione dei fenomeni fisici che portano alla formazione della grandine, e per la messa a punto di sistemi razionali ed efficaci per la lotta al grave flagello che la grandine - l ò D e a è i , , » o o o stessa rappresenta per le colture agricole. Occorre premettere che una delle condizioni in base alle quali una formazione di nubi può dare pioggia (o neve), è la presenza — nelle nubi stesse — di « nuclei giàciogeni » in grado di determinare la formazione di cristallini di ghiaccio che innescano il fenomeno della precipitazione piovosa o nevosa. Tali nuclei — sulla cui origine poco si può dire — sono presenti naturalmente nell'atmosfera, ma spesso il loro numero è insufficiente per agire sullo stato di instabilità della nube. Pertanto, la tecnica ideata dall'uomo per ottenere l'incremento delle precipitazioni consiste nell'immettere. nelle formazioni nuvolose, dei nuclei artificiali: le così dette « sostanze nucleanti », costituite in prevalenza da ioduro d'argento, data l'affinità cristallografica di questo sale con il ghiaccio. L'« inseminazione» delle nubi (fatta, comunemente, da terra mediante generatori di submicroscopici cristallini che le correnti d'aria portano in quota) ha un effetto collaterale importantissimo: quello di « regolarizzare » le precipitazioni, in quanto l'abbondanza dei nuclei glaciogeni evita l'instaurarsi di prolungate situazioni di instabilità. Ebbene, secondo le più recenti ed avanzate teorie sulla formazione della grandine — dovute particolarmente al prof. Schleusener dell'Università del Sud Dakota e al prof. Dessens della Università di Ciermont-Ferrand — nell'interno delle masse nuvolose temporalesche il potere di autoinseminazione naturale del sistema viene soppresso, in quanto le forti correnti ascendenti che caratterizzano questo tipo di perturbazioni, giunte ad una certa altezza, vengono « soffiate » orizzontalmente dalle correnti di alta quota e private dei nuclei presenti. In altre parole, mentre nelle formazioni dinamicamente modeste si ha un sistema chiuso ove i nuclei glaciogeni restano in circolo, le formazioni temporalesche costituiscono un sistema aperto in cui il numero relativamente basso di nuclei rimasti dà origine a macrocristalli, cioè a grossi chicchi di grandine. Ne consegue che l'immissione di un consistente numero di nuclei artificiali può avere un concreto effetto « regolarizzatore » sulla perturbazione, indirizzando l'esito dell'evento verso precipitazioni acquose o semiacquose in luogo delle manifestazioni grandinigene violente che si sarebbero avute naturalmente. A differenza di quanto si fa nelle campagne di incremento delle precipitazioni, la inseminazione delle nubi a scopo antigrandine viene effettuata non solo con generatori a terra (fìssi e mobili) ma anche con apparecchiature poste a bordo di aerei e con razzi allo ioduro d'argento. Una visione qualificata ed esauriente di quanto viene fatto nel mondo per la lotta antigrandine, si è avuta nell'ultimo congresso organizzato dalla « American Meteorological Society » a Santa Barbara di California. Di particolare importanza sono state le relazioni sulle campagne sistematiche che — in molte regioni degli Usa, in Australia, nel Kenya, in Messico, in Francia, in Russia — sono state condotte ccn stretto rigore scientifico e con severi controlli statistici de. risultati. Circa questi ultimi, basti citare che, in otto anni di attività, le operazioni eseguite nel Dakota hanno dato una riduzione del 700o dell'energia della grandine nei sistemi temporaleschi trattati, rispetto a quelli non trattati. Gino Papuli

Persone citate: Gino Papuli

Luoghi citati: Australia, California, Francia, Italia, Kenya, Messico, Russia, Stati Uniti, Usa