Risposta Cee alle accuse americane Non esiste protezionismo europeo

Risposta Cee alle accuse americane Non esiste protezionismo europeo Resi noti i dati del "contenzioso,, tra i Sei e gli Usa Risposta Cee alle accuse americane Non esiste protezionismo europeo Barriere doganali, agricoltura, investimenti americani nella Cee ed europei negli Stati Uniti, sono i punti del documento - « Non saranno le misure commerciali a permettere agli Usa di risanare la loro bilancia dei pagamenti» (Dal nostro corrispondente) Bruxelles, 25 ottobre. La Comunità europea risponde alle accuse americane: in un documento di venti pagine reso noto oggi, la Commissione esecutiva confuta capitolo per capitolo le tesi di Washington, dimostrando che le accuse di protezionismo e di «scorrettezza» nei rapporti commerciali sono infondate. «La Comunità — scrive il documento a titolo di conclusione — respinge qualsiasi addebito di pratiche commerciali sleali.e non ritiene che le politiche seguite all'interno di essa abbiano creato situazioni di concorrenza sleale nei rapporti con gli Stati Uniti e con gli altri Paesi non membri». Inoltre, la Cee afferma che «non saranno misure commerciali a permettere agli Stati Uniti il risanamento della loro bilancia dei pagamenti». E' la prima volta che l'Ese- cutivo affronta in maniera cosi organica e completa il «contenzioso», punto per punto, tra le maggiori potenze commerciali del mondo. Barriere doganali — Dopo il Kennedy Round, scrive la Commissione, solo lo 0,4 per cento delle tariffe Cee supera il 20 per cento, contro il 13.6 per cento degli americani. La media di tutti i dazi comunitari è nettamente inferiore a quella americana ed è la più bassa tra tutte le aree industrializzate. Infatti, nel settore materie prime, la Cee applica lo 0,6 per cento, gli Usa il 3,8, il Giappone il 5,5 e l'Inghilterra l'l,2. Semilavorati: Cee 6,2 per cento. Usa 8,3, Giappone 9,3, Inghilterra 8.3. Media generale di tutte le tariffe: Cee 6 per cento, Usa 7,1 per cento, Gran Bretagna 7,6, Giappone 9,7. Il deficit della bilancia commerciale europea è salito costantemente, passando da 1 milierdo 144 milioni di dollari nel '58 a 2 miliardi 450 milioni oggi. Nel 1970, l'attivo della bilancia commerciale Usa era dato per il 62 per cento dagli scambi con i «Sei». Tutti i Paesi europei sono in disavanzo verso l'America: la Francia per 942 milioni di dollari, l'Olanda per 806, il Belgio per 302, l'Italia per 189 e la Germania per 169. Agricoltura — E' il settore sul quale più insistono gli americani, accusando apertamente la politica agricola comune e gli accordi con ì Paesi mediterranei di «protezionismo». La Comunità, risponde la Commissione, è il mercato più importante per le espor tazioni agricole americane, dal '58 ad oggi sono passate da 885 milioni di dollari a 1982. Verso gli altri Paesi europei, non Cee. l'export agricolo americano è salito solo da 585 milioni di dollari z 724, nello stesso periodo. Un quinto di tutti i prodotti agricoli americani è soggetto a restrizioni quantitative alle importazioni, e gli agricoltori Usa ricevono un sostegno medio di 1322 dollari a testa all'anno contro gli 800 dell'«Europa Verde». Il risultato di questa pretesa «politica protezionistica» è che la bilancia commerciale agricola europea subisce un deficit (1970) di 1545 milioni di dollari. Barriere non tariffarie — Dal 1963 ad oggi, afferma la Commissione, il numero di « categorie merceologiche » (quindi più che singoli prodotti) soggette a restrizioni quantitative americane è passato da 7 a 67: nel 1970 «le importazioni industriali soggette a restrizioni raggiungevano il valore di 5,1 miliardi di dollari negli Stati Uniti e soltanto di 900 milioni nella Comunità». Investimenti diretti — La dimostrazione più lampante che la nascita e lo sviluppo del Mercato comune hanno grandemente giovato agli interessi americani, viene soprattutto, sempre secondo il documento, dall'esame degli investimenti diretti delle due parti. Il rimpatrio dei profitti del\le filiali americane all'estero è diventato uno dei principali elementi di sostegno della bilancia dei pagamenti Usa: nel '60 essi ammontavano a 2,9 miliardi di dollari, nel '70 hanno raggiunto il 7,9 miliardi di dollari. Per quanto riguarda gli investimenti europei in Usa. la massima autorità comunitaria ricorda che fra le cause della loro esiguità c'è la legislazione americana, che vieta espressamente investimenti esteri in settori specifici. Bilancia dei pagamenti Usa — Esaminando la situazione, afferma ancora il documento, si nota che la vera causa del deficit sono le uscite di capitali speculativi e. in misura molto minore, le spese per la rìifpsa Infntti. in hilnneia rnvimnrewlp nmrricava è at*'.j.n rtar nlfrn fìvo miliardi di rlnllnri " In rrnnp investimenti '.addirittura ner 6 ? miliardi di ] dollari, mentre il movimento dei capitali segna un disavanzo di 10 miliardi e le spese per la difesa di 3.4. Vittorio Zucconi Investimenti americani nella Cee (milioni di dollari) 1960 Germania Francia Italia Olanda Belgio Totale Cee 1908 666 546 280 207 208 1969 4.252 2.091 1.423 1.218 1.210 10.194 Investimenti europei negli Stati Uniti I960 1969 Germania 103 617 Francia 168 319 Italia 71 95 Olanda 947 1966 Belglo 157 309 Totale Cee 1466 3306 t e Ralf Dahrendorf, commissario Cec per il commercio

Persone citate: Kennedy Round, Ralf Dahrendorf, Vittorio Zucconi