Domenica funghi, lunedì ospedale

Domenica funghi, lunedì ospedale Domenica funghi, lunedì ospedale accade lutti gli anni, nelle prime settimane d'autunno, che . al pronto soccorso o al centro di rianimazione degli ospedali vengano stesi parecchi referti di « avvelenamento da funghi ». Accade soprattutto il lunedi, dopo che sono slati cucinati e mangiati quei funghi raccolti il giorno prima con tanta orgogliosa sicurezza. La domenica i boschi sono affollati da cercatori di funghi che raccolgono qualsiasi cosa che spunta tra le foglie, sotto un albero. Non hanno incertezze. Non li sfiora il dubbio né il sospetto, ma spensieratamente riempiono il cestello. Portano a casa qualche etto o un chilo di roba assai dubbia, ma ne sono fieri e affermano categorici: « Sono funghi buonissimi ». Glieli proponessero al mercato per quattro soldi, li sdegne¬ rebbero. Ma li hanno trovati loro. Hanno quasi un valore affettivo e manca il coraggio di buttarli nella spazzatura. Manca soprattutto quel coraggio che fu ammettere uno sbaglio e fa dubitare di se stessi. « Mangiate tranquilli: li ho trovati io e sono un esperto ». « E' da quando ero bimbo che vado per lunghi ». Altre volte non è tanto la presunzione quanto l'ignoranza, e lunedì scorso, a un pronto soccorso, dopo la lavanda gastrica all'intera famiglia, il padre ha detto: « Non possono essere stati i funghi che ci hanno fatto male. Li abbiamo raccolti nei prati. Tutto quello che cresce nei prati è buono, no? ». Cosi, fanno mangiare quella roba alla famiglia, talvolta ne regalano ai parenti o ai conoscenti. 1 quali ringraziano, poi gettano via tutto* e si deve a questa diffidenza se, il lunedì, i referti di « avvelenamento da funghi » non sono più numerosi. Comunque, il numero degli intossicati è sempre troppo alto. Il più delle volte l'esito è favorevole. Grande sofferenza e molta paura, una cura energica e qualche giorno di letto, ma alla fine si lascia l'ospedale guariti e mai più si andrà nei boschi a cercare funghi. Altri casi, però, hanno una conclusione catastrofica. La cronaca ricorda famiglie sterminate da funghi portati a casa una domenica sera, tutti garantiti da chi li aveva raccolti: « Li conosco bene: sono buonissimi ». Soltanto più tardi, dopo che era avvenuto l'irreparabile, l'esame tossicologico aveva accertato che nel mucchio di quei funghi ce n'era uno che si chiamava «amanita falloide » o aveva qualche altro nome sinistro.