Produttività: in Italia è salita solo del 5,35%

Produttività: in Italia è salita solo del 5,35% L'aumento in quattro anni Produttività: in Italia è salita solo del 5,35% Una nota della Confìndustria risponde ad un recente studio che dava il primato dell'incremento al nostro paese per il periodo 1967-1970 - Germania e Francia precedono l'Italia (Nostro servizio particolare) Roma, 22 ottobre. Non solo l'Italia non è in testa in Europa per l'aumento della produttività, ma l'incremento è stato praticamente annullato dal maggior costo del lavoro per occupato, afferma oggi una nota della Confìndustria, in risposta a un recente studio che dava, appunto, il primato al nostro paese nel quadriennio 1967'70. Il confronto, opera dell'Isril (Istituto studi sulle relazioni industriali e di lavoro), e citato giorni fa da Lama, segretario generale della Cgil, durante una trasmissione televisiva, porterebbe a smentire le affermazioni d'un calo di produttività in Italia e a dimostrare che, in coincidenza con la flessione degli investimenti, lo sviluppo economico è stato realizzato soprattutto con un'intensificazione dei ritmi di lavoro. « Le cose — afferma la Confìndustria — non stanno esattamente in questi termini. Infatti l'Isril ricava i dati riguardanti l'Italia dalla relazione generale sulla situazione economica del paese, mentre i dati per gli altri paesi provengono dalla Economie Survey of Europe 1970». Quando le fonti sono diverse, i dati non sono omogenei. Da questa comparazione «assai arbitraria», prosegue la nota della Confindustria, si ricava che nel quadriennio 1967-'70 la produttività, cioè il prodotto lordo reale manifatturiero per occupato, in Italia è aumentata del 6,05 per cento all'anno, contro il 5,8 in Francia, il 5,4 in Germania e il 3,55 in Gran Bretagna. Limitando il confronto agli anni 1969-'70 l'Italia passa al secondo posto, registrando un aumento di produttività del 5,05 contro il 5,85 della Francia, ma sempre prima della Germania (4,65 per cento) e della Gran Bretagna (2,2). «Se si fa, invece, riferimento, anche per l'Italia, alla medesima fonte, l'Economie Survey of Europe — osserva la nota della Confindustria — si ottiene per l'Italia un aumento medio di produttività nel quadriennio del 5,35 per cento, inferiore al 5,4 della Germania e al 5,8 della Francia, superiore solo al 3,55 per cento della Gran Bretagna. Per il 1969-70 si ha, in Italia, un aumento del 3,75 per cento, contro 4,65 in Germania, 5,85 in Francia e 2,2 in Gran Bretagna». Dopo aver riportato il con fronto ad un'unica fonte, la nota della Confindustria osserva che va sottolineato «un altro aspetto, ancora più importante. Ogni giudizio sull'evoluzione della produttività unitaria non può prescindere da una valutazione dell'andamento del costo del lavoro per occupato, quindi del tosto del lavoro per unità di prodotto. E' evidente, infatti, che se il costo del lavoro per occupato (o per ora di lavoro) aumenta più della produttività, il costo per unità di prodotto si accresce ulteriormente, annullando i benefici dell'incremento di produttività». «Se si considerano — conclude la Confindustria — i salari di fatto per unità di prodotto, come ha fatto per esempio la Banca d'Italia nella sua ultima relazione annuale, si vede che nel biennio 1969-70 essi sono aumentati dscnppcd•rtglldlSn del 9,3 per cento nell'industria italiana, contro il 6,3 per cento in 'quelle della Germania e della Gran Bretagna, il 4 per cento nell'industria giapponese, il 3,8 in quella americana e l'I,9 per cento nell'industria francese».

Persone citate: Lama