Non tutti accusano il sovraintendente

Non tutti accusano il sovraintendente L'inchiesta aperta a Firenze Non tutti accusano il sovraintendente Due dirigenti di « Italia Nostra » si sono dimessi dalle cariche: non hanno aderito all'esposto presentato contro il sovraintendente (Dal nostro corrispondente) Firenze, 21 ottobre. Il magistrato fiorentino che ha aperto l'inchiesta nei confronti del sovrintendente ai monumenti di Firenze si è preso alcuni giorni di vacanza. Fuori Firenze, a quanto pare, è anche il sovrintenden- . te archlteUo Morozzi, al qua le e stato notificato un avvi s0 dl reat0 Perche « ìndizia t0 " ner Permessi di costru ZKme, restauro e ristruttura zione dl due ville e uno sta bilimento nel comune di Fie sole e di due antichi edifici fiorentini. Non è stato nemmeno possibile rintracciare i firmatari dell'esposto, che, dopo il convegno di « Italia nostra », fu presentato alla magistratura e ha dato inizio all'inchiesta. La congomitanza di assenze non ha permesso di sondare le ripercussioni che l'iniziativa ha avuto nei diretti protagonisti. Sarebbe interessante conoscere, ad esempio, il parere dell'arch. Morozzi, che a Firenze è molto noto per la sua più che decennale permanenza a capo della Sovrintendenza ai monumenti. Anche i firmatari dell'esposto, tra i quali il presidente di « Italia nostra » Giorgio Bassani, dovranno ora fornire altri particolari sulla loro decisione di ricorrere alla magistratura. Gli unici a reagire, anche se non direttamente chiamati in causa dall'iniziativa, sono stati due fiorentini membri del consiglio direttivo di « Italia nostra »: Roberto Monticolo e Guglielmo Amerighi. Essi hanno rilasciato una dichiarazione nella quale puntualizzano « di non essere né aderenti né promotori diretti o indiretti dell'esposto. dissociando ogni personale responsabilità in ordine alle dichiarazioni in esso contenute ». I due esponenti dell'associazione affermano che l'esposto è stato « presentato a nostra e altrui completa insaputa alla Procura della Repubblica dal presidente e da altri consiglieri (due) di " Italia nostra ", sezione di Firenze ». Guglielmo Amerighi ha anche aggiunto di aver avuto sentore che si preparasse il documento, il quale avrebbe dovuto, almeno a suo parere, rispettare due punti: primo, che i casi descritti di violazione al patrimonio culturale fossero controllabili con documenti precisi; secondo: se v'erano casi in cui il sovrintendente Morozzi poteva avere sbagliato, perché elencare soltanto quei cinque per i quali sono stati sequestrati i documenti? Infine. Amerighi ha precisato che con Monticolo si è dimesso dal consiglio direttivo, ma non da socio di « Italia nostra ». I cinque casi all'esame del magistrato riguardano la costruzione delle due ville in località Saletta di Fiesole, quella di uno stabilimento nella frazione di Caldine, sempre nel comune di Fiesole ( si parla di « offese » al panorama», ed il restauro o ristrutturazione del cinquecentesco palazzo Corsini-Suarez, nella zona d'oltr'Arno, e dell'antico palazzo all'angolo fra via Mantellate e via Sangallo. I progetti di queste costruzioni sono usciti tutti dallo studio di architettura « Archi-zoom » di via Ricorboli 7, dove lavorano quattro architetti, uno dei quali è figlio del sovrintendente Morozzi. Negli uffici dell'« Archizoom » e in quelli dei comuni di Fiesole e Firenze, nonché presso la Sovrintendenza ai monumenti che ha sede in Palazzo Pitti, sono stati sequestrati i documenti relativi a questi progetti. II sequestro è stato ordinato dal sostituto procuratore, dott. Pier Luigi Vigna, ed eseguito martedì mattina di prim'ora, cioè nemmeno 24 ore dopo la presentazione dell'esposto da parte dei dirigenti di « Italia nostra ». e. b.